A Milano v'è scetticismo sui sondaggi del 3 giugno di Alfredo Venturi
A Milano v'è scetticismo sui sondaggi del 3 giugno ELEZIONI ITALIA La città rimane enimatica A A Milano v'è scetticismo sui sondaggi del 3 giugno Per il pei «non hanno tradizione d'attendibilità» - Il pri: «Sembrano sponsorizzati» - La de: «Le previsioni paiono pompate» Soltanto in provincia si è ancora sentita la passione per il voto DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — Al centro di una Lombardia che non dovrebbe votare a sorpresa, l'enigma di Milano città. Questa l'impressione di fondo raccolta, a poche ore dalla chiusura dei comizi, negli apparati regionali dei partiti. «Milano è indecifrabile — dice Attilio Schemmari, vice segretario del psi lombardo —: una città sempre meno operaia, sempre più terziaria, una popolazione in gran parte non ancorata a realtà di classe, dunque sensibile a fluttuazioni di varia natura degli umori politici». Angelo Ferranti, della segreteria regionale comunista : • Le nostre maggiori preoccupazioni riguardano i giovani, soprattutto i giovani dell'area metropolitana milanese. La parte del mondo giovanile interessata alla politica si è ridotta drasticamente. Ci sono tanti giovani che non si pronunciano, che rifiutano di far politica. In provincia va un po' meglio, perché diversamente dalla città certi fenomeni di disgregazione o di incertezza vi arrivano in modo più rallentato». La campagna elettorale si chiude, e si fanno i primi provvisori bilanci, in attesa di quelli definitivi di lunedi. Secondo Giacomo Properzi, segretario della consociazione regionale lombarda del pri, • la sola cosa chiaramente visibile è che nella seconda fase della campagna gli apparati dei grossi partiti hanno rimontato lo svantaggio che aravano all'inizio». Il segreto di questa specie di rivincita burocratica sta in una serie di •contatti corpo a corpo» possibile soltanto a chi dispone di •parrocchie, circoli, cooperative». L'avvio delle macchine di partito è stato effettivamente piuttosto lento. Soltanto nelle ultime due settimane gli apparati delle organizzazioni di massa hanno gettato il loro peso nella mischia. Un dato comune ai vari partiti, e del resto non limitato a questa regione: il definitivo tramonto del comizio elettorale, dell'imbonimento a senso unico, e l'affermarsi della propaganda-dialogo, anche attraverso la fitta rete delle radio e televisioni commerciali. Ciò non toglie che mai come in questa campagna elettorale si sia parlato di freddezza, indifferenza, quando non di fastidio e irritazione, da parte di gente altre volte meglio disposta ad ascoltare il messaggio politico. Giuseppe Guzzetti, segretario del comitato regionale democristiano, accetta questa valutazione ma la restringe ai grandi centri, implicitamente confermando così uno dei caratteri dell'enigma milanese. «Molto maggiore, e come al solito appassionata, la partecipazione in provincia: soprattutto da parte giovanile, ciò che per noi de è stata una delle gradite novità di questa campagna». E veniamo ai sondaggi, che in questi giorni si sono rincorsi ma che non trovano credito fra quei sensibili auscultatori del polso politico che sono i quadri dirigenti dei partiti. «Non ci credo mica tanto — dice il repubblicano Properzi —hanno sempre l'aria di essere sponsorizzati». Il socialista Schemmari: «Sono molto scettico sulle demoscopie, se fra di noi c'è ottimismo o pessimismo non dipende certo dai sondaggi». Il comunista Ferranti: «Do noi i sondaggi d'opinione non hanno tradizione di attendibilità, forse per l'imprecisione dei campioni». Il democristiano Guzzetti: «Con tutto il rispetto per la Doxa, le recenti previsioni mi sembrano pompate, ci danno trionfanti penso che saremo semplicemente vincenti». Tutti concordano poi sul fatto che ci sono, in giro, ancora moltissimi elettori indecisi. Guzzetti parla di un quinto dell'elettorato che ancora non ha scelto, e contrappone la cifra a quella tradizionale, di non più del 5-6 per cento, di indecisi dell'antivigilia. Altri trovano che dietro la persistente indecisione non c'è altro che il fenomeno di un voto maggiormente soppesato, un voto più politico e meno istintivo del solito. Quanto ai temi, netta prevalenza di quelli economici e sociali. L'ombra del terrorismo ha gravato sulla campagna elettorale. La perdurante pendenza dei grandi contratti di lavoro ha dominato i comizi, soprattutto a sinistra. Si è parlato anche di condizione femminile e giovanile. E anche della «governabilità» o se si vuole del «quadro politico». Un po' in ombra è invece rimasta l'Europa: un tema chiave che adesso i partiti si preparano a recuperare nei pochi giorni d'intervallo fra le due elezioni. Alfredo Venturi
Persone citate: Angelo Ferranti, Attilio Schemmari, Ferranti, Giacomo Properzi, Giuseppe Guzzetti, Guzzetti, Properzi, Schemmari
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