Ricchezze e miserie che fanno la storia di Ferdinando Vegas

Ricchezze e miserie che fanno la storia La grande analisi politica e sociale di Leon Ricchezze e miserie che fanno la storia Pierre Leon: «Storia economica e sociale del mondo», ed. Laterza, voli. 6/1 e 6/II, pag. 720, lire 11.000 e 11.000. A cinquantanni dalla fondazione delle «Annales d'histoire économique et sociale» (1920) la scuola storica francese che prende nome da questa celebre rivista è ora approdata a un'imponente, ambiziosa opera di sintesi: una Storia economica e sociale del mondo, che parte dal 1300 e arriva sino al momento attuale, in sei volumi ciascuno in due tomi, dei quali l'editore italiano ha tradotto per primo il sesto volume, / nostri anni dal 1947 a oggi. E' vero, come osserva Rosario Romeo in una delle Prefazioni alla traduzione dell'intera opera, che «la Storia diretta da Leon non è certo una emanazione diretta del gruppo delle "Annales"'*; ma, soggiunge l'illustre storico italiano, «l'atmosfera culturale e certa strumentazione intellettuale ne reca l'impronta inconfondibile». Anzitutto nell'impostazione metodologica, dove si coglie subito la differenza fondamentale con la «storia economica» inglese e americana; questa è infatti «una storia sociale che dà ampio spazio all'economia'* (Pierre Chinimi, in un'altra Prefazione). Ed è inoltre una storia che include anche il campo della cultura, insomma, per dirla ancora con le parole di Chaunu. «una storia della civiltà, colta soprattutto attraverso la produzione, gli scambi e i rapporti sociali". Così l'opera si apre con una ricognizione, di ampio respiro, ma insieme estremamente minuta e analitica, circa «I fattori dominanti della nuova civiltà». In appena 150 pagine sono prospettati e analizzati il fenomeno dello sviluppo, l'impero della tecnica avanzata, l'esplosione demografica, donde le trasformazioni della società nel trentennio che corre dal 1947 a oggi. D discorso di Leon e dei collaboratori che sotto la sua direzione hanno realizzato l'impresa è sempre chiaro, essenziale, rigorosamente fondato sui dati e sui fatti accertati, come appare a vista d'occhio dal fttto susseguirsi di cifre, dall'abbondanza di tabelle e di grafici. Sotto questo aspetto, è un'opera di consultazione e di riferimento, soprattutto nelle parti che seguono questa panoramica d'apertura e che trattano, via via. l'Unione Sovietica, gli Stati Uniti. l'Europa occidentale, il Giappone e poi, nel secondo tomo, il Terzo Mondo nelle sue diverse componenti, le democrazie popolari, la Cina, per concludere infine su «Le perplessità europee». Non per questo, tuttavia, l'opera si riduce a un manuale, sia pure d'altissimo livello; che anzi rimane sempre un'opera di indagine storica, organica nella concezione globale, impegnata a trovare il senso delle vicende storiche dell'ultimo trentennio. Cominciando, come si è accennato, con l'analisi del fenomeno dello sviluppo, inteso come «una spinta senza precedenti delle forze produttive", subito vengono proposte le domande critiche, proprie della vera ricerca storica: perché? come? per chi? E, poco dopo, la domanda di fondo: «Due decenni di prosperità: perché?", la domanda che si impone nel momento in cui la prosperità sembra cedere il posto a una nuova, relativa penuria. La risposta non viene data con qualche formula onnicomprensiva, più a effetto che veramente esauriente, bensì attraverso la paziente disamina dei maggiori e minori fattori che. intrecciandosi, hanno operato nella storia recentissima. Anche limitandoci alla sola Europa occidentale, è impossibile riassumere la ricchissima trama che lo stesso Leon tesse per spiegare, in un denso capitolo, «il cambiamento dell'Europa", come questa sia riuscita a realizzare nel giro di non molti anni una straordinaria riconversione, sia passata dalla miseria del 1945 alla ricchezza e alla potenza, divenendo capace di tener testa all'«Impero americano» e aU'«Impero russo». Ma «il folgorante momento che aveva favorito l'Europa lasciava ancora pesare sul suo avvenire numerose e gravi incertezze": ed è ancora Leon che. nel capitolo finale, studia «le difficoltà del mondo occidenta¬ le", sfociate in «una crisi profonda, di portata assai più ampia di una semplice congiuntura", tale da attaccare le strutture essenziali dell'Europa occidentale. Abbiamo solo voluto esemplificare col caso dell'Europa, che ci tocca più da vicino. Ma questa è tutt'altro che una storia eurocentrica, è veramente una «storia mondiale» e quindi la vicenda europea, ascesa e crisi, non si intende se non nella reciproca relazione con le vicende di tutto il mondo: come appunto risulta in maniera convincente dall'ultima fatica di Pierre Leon, scomparso alla vigilia dell'uscita della sua Storia. Ferdinando Vegas

Persone citate: Chaunu, Pierre Leon, Rosario Romeo

Luoghi citati: Cina, Europa, Giappone, Stati Uniti, Unione Sovietica