L'Emilia-Romagna 2 secoli fa
L'Emilia-Romagna 2 secoli fa In programma per l'autunno una grande rassegna L'Emilia-Romagna 2 secoli fa Promossa dalla Regione, la mostra si propone di presentare un quadro organico di tutte le attività artistiche nel '700, senza trascurare leimplicazionicheleco^ DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BOLOGNA — All'arte del Settecento emiliano è dedicata una grande mostra promossa dalla Regione EmiliaRomagna e organizzata dai Comuni di Bologna, Faenza e Parma per il prossimo autunno come decima edizione delle biennali d'arte antica. Un ciclo, questo, che s'è conquistato da tempo una buona risonanza non solo italiana e che cerca adesso più ampio respiro con l'abbinamento al congresso del «Comité international d'histoire de l'art» che si svolgerà a Bologna dal 10 al 22 settembre. La realizzazione della vasta rassegna, già in fase di avanzata preparazione, è affidata all'Ente bolognese manifestazioni artistiche attraverso il comitato per le biennali d'arte antica, coadiuvato da un comitato scientifico articolato in vari gruppi di lavoro e con la collaborazione tecnicoscientifica delle Sprintendenze per i Beni artistici e storici di Bologna e di Parma. La mostra intende presentare un quadro quanto più possibile organico delle attività artistiche nel Settecento in Emilia e Romagna, senza trascurare le implicazioni che le collegano alla civiltà dell'epoca. Le indagini e le ricerche interessano, oltre al vastissimo e ancora poco noto repertorio dei dipinti ecclesiastici e laici, anche l'ancor più insondato settore delle arti cosiddette minori o decorative (opere in legno, metalli, tessuti, ceramiche, arredi liturgici e profani). Attraverso disegni, stampe, modelli e materiale filmico e fotografico verranno documentate architettura, scultura e decorazione interna. Un apposito settore curerà l'illustrazione della scenografia barocca e dell'architettura teatrale, che ebbe a Bologna uno dei suoi massimi centri di elaborazione. La mostra, nella sede di Bologna, raccoglierà anche una documentazione dei principali oggetti della civiltà figurativa sviluppatasi negli altri centri emiliani. Sono state tuttavia identificate due aree culturali che, per la loro particolare originalità, richiedevano di essere illustrate in modo autonomo: quella della cultura parmense, profondamente segnata dalla presenza e dalla committenza della Corte e dagli stretti rapporti, nella seconda metà del secolo, con le correnti illuministiche francesi; e quella della Romagna nel periodo della Riforma, esemplarmente concretatasi nell'aspetto neoclassico dell'arte faentina nell'ultimo quarto di secolo. Il piano della mostra prevede, per Bologna, un allesti- mento distinto in tre sezioni: una prima, all'interno dei palazzi del podestà e di Re Enzo ove sarà presentata la pittura bolognese (dal Cignani al Crespi, al Creti, ai fratelli Gandolf i), oltre a due settori dedicati l'uno all'attività della prestigiosa Accademia Clementina, l'altro alla cultura figurativa nel Ducato Estense e nelle legazioni di Romagna e di Ferrara. La sezione dedicata all'architettura, all'attività scenografica, alla decorazione, alle feste pubbliche e alla pittura di paesaggio sarà ospitata nel museo civico. La sezione dedicata alle arti minori troverà sede nelle sale di Palazzo Pepoli Campogrande, uno dei più prestigiosi del tardo Seicento. Luogo destinato all'esposizione dell'arte neoclassica a Faenza è Palazzo Milzetti, uno dei più singolari esempi del gusto neoclassico in Italia e in Europa, ove l'architettura del Pistacchi si integra con le decorazioni a tempera di Felice Giani e con gli stucchi del Trentanove; in tale ambiente troveranno collocazione dipinti, sculture, mobili e oggetti d'arte dello stesso stile e provenienti dalla medesima area culturale. A Parma, infine, la mostra «L'arte a Parma dai Farnese ai Borbone» sarà ospitata in alcune sale del Palazzo della Piiotta. Qui verranno esposte opere di pittori della regione, cosi come altri (fra i quali il Tiepolo, il Ricci, il Piazzetta) che la committenza ducale o ecclesiastica aveva richiamato. Speciali sezioni dedicate all'architettura, agli oggetti d'arte che provengono dalla Corte e dalle chiese parmensi, e all'accademia di Belle Arti, documenteranno la raffinatezza di quell'ambiente e i suoi legami culturali con i massimi centri europei. Giuseppe Nobili
Persone citate: Campogrande, Creti, Felice Giani, Re Enzo, Ricci, Tiepolo
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