Dormire a 4 mila di quota per correre più in fretta di Giovanni Capponi

Dormire a 4 mila di quota per correre più in fretta Visita in Messico in vista delPUniversiade Dormire a 4 mila di quota per correre più in fretta È l'esperimento che affronterà un gruppo di atleti italiani in agosto Una rassegna di prestigio - Il ritorno della ginnasta Vera Caslawska DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE CITTA' DEL MESSICO — Con le Universiadi '79. che si svolgeranno dal 2 al 13 settembre, il Messico avrà modo di completare nell'arco di poco piti di dieci anni un eccezionale programma di organizzazioni sportive. Parti con le Olimpiadi nel '68, poi vennero i mondiali di calcio '70, ì giochi panamericani ed ora è la volta dell'Universiade. Quali i motivi di questa rinnovata vocazione sportiva? Non certo turistici, dicono i messicani, per quanto una buona affluenza di visitatori i giochi degli studenti la provocheranno certamente, ma soprattutto ragioni di prestigio da far valere. Ce lo spiega Guillermo Lopez Portino, presidente del Comitato organizzatore delle Universiadi, un tipo massiccio e dinamico che è professore di diritto romano, dirìge l'Istituto nacional del deporte e per di più è cugino primo del presidente della Repubblica. José Lopez Portillo: «A far conoscere lo sport alla gioventù messicana sono bastate le Olimpiadi, questo discorso ora è superato. A noi serve far vedere che l'America non è soltanto gli Stati Uniti. Vogliamo che il Messico svolga una funzione di guida tra i paesi dell'America centro-meridionale. L'Universiade è già una buona occasione». Ed è pure un affare, se si considera che l'Olimpiade nel '68 costò 340 miliardi di lire (dovendola rifare oggi, con la svalutazione, sarebbero 600 miliardi) e per l'Universiade si spenderanno al massimo 600 milioni di pesos, cioè non più di 24 miliardi di lire. Molto poco quindi per il frutto che dovrebbe dare. Stadi, piscine, palestre ci sono, il problema del villaggio per ospitare gli atleti è stato risolto ritardando di qualche mese l'ingresso degli aventi diritto alle abitazioni di complesso residenziale con una capacità di circa 5 mila persone. In settembre a Città del Messico arriveranno infatti qualcosa come 6 mila atleti — la 19" edizione delle Universiadi sarà sicuramente colossale — in rap presentanza di circa cento nazioni. La portata di questa ras segna sportiva mondiale (sono previste le discipline più importanti come ai giochi olimpici, tranne pugilato e ciclismo) a poco meno di un anno da Mosca è addirittura ovvia. Saranno presenti con squadroni sia Urss che Usa, ci sarà la Cina (era presente all'ultima Universiade di Sofia una delegazione ridotta) con un centinaio di atleti delle federazioni che già hanno riammes¬ so la grande repubblica asiatica. Le due grandi «star» dei giochi messicani saranno entrambi saltatori: il sovietico Yashenko e la nostra Simeoni, primatisti del mondo per cui l'appuntamento di Città del Messico costituirà il traguardo dell'anno. La partecipazione italiana sarà pressoché totale e non potrebbe essere altrimenti quando si pensi che il reggitore della Fidai è Primo Nebiolo, che dell'Universiade è stato l'ideatore ed il realizzatore. Dal '59, quando varò la prima edizione a Torino, ha accompagnato questa sua creatura passo a passo sino a farla diventare uno dei cardini dell'attività sportiva mondiale. Del resto gareggiare in altura (la quota di Città del Messico è di 2240 metri) offre vantaggi non indifferenti quando si rispettino certe regole di acclimatazione. Durante la visita di Pri3 Nebiolo alle attrezzature dell'Universiade, il capo ufficio stampa della Fidai, Augusto Frasca, ha ispezionato un rifugio su uno dei grandi vulcani che sorgono non lontani dalla capitale per organizzare un soggiorno di un gruppo di mezzofondisti a 4 mila metri. L'esperimento, che ha già avuto un precedente sia pure su scala ridotta nelle scorse stagioni (al rifugio Torino) è stato proposto dal gruppo medico-tecnico di Ferrara diretto da Francesco Conconi e prevede che un certo numero di mezzofondisti e marciatori italiani (tra i quali Magnani, Ambrosioni e Barbaro) trascorrano un periodo di un mese, dai primi di agosto a settembre sulle pendici del Popocatepetl, nel rifugio Tlamacas, in un paesaggio di alberi e cene¬ re. Dai «quattromila* gli atleti scenderanno ogni giorno a Città del Messico per l'allenamento abituale e dovrebbero trarre giovamento soprattutto dal fatto di riposare ad una quota cosi elevata. Subito dopo questi atleti parteciperanno alle Universiadi e successivamente ai Giochi del Mediterraneo in programma a Spalato. Se l'esperimento darà buoni frutti non è escluso venga ripetuto anche per atleti di maggior calibro in vista di Mosca '80. La visita in Messico di Nebiolo è coincisa con il ritorno di Vera Caslawska nella città che la vide vincere per la seconda volta l'alloro olimpico della ginnastica. La bionda cecoslovacca, sposatasi qui dopo il suo grande trionfo sportivo col connazionale Joseph Odlozil, mezzofondista di talento, è stata ingaggiata per insegnare la ginnastica alle bambine messicane. Accolta con l'abituale festosità e calore dalla gente di questo grande, pittoresco e tumultuoso paese, la Caslawska si è mostrata molto commossa. Ha ritrovato la sua freddezza soltanto quando le è stato chiesto cosa pensava delle bambine prodigio — il riferimento era per la Korbutt e la Comaneci — che hanno preso il suo posto sul podio olimpico a Monaco ed a Montreal. -Soltanto una vera donna — ha detto — può toccare nella ginnastica i vertici più alti e darle l'espressione più completa». Non c'era nelle sue parole nessun accenno di invidia per una gioventù che ormai se n'è andata. E' stata un'analisi precisa di una realtà che non può essere contraddetta. _ , Giovanni Capponi