Stamane la «fredda» analisi di Baffi

Stamane la «fredda» analisi di Baffi Convocata a Roma l'assemblea annuale della Banca d'Italia Stamane la «fredda» analisi di Baffi Attesa per le «considerazioni finali» del governatore - Lo stato dell'economia e le accuse della magistratura - Giudizi lusinghieri dall'estero sulla condotta dell'istituto di emissione ROMA — L'attesa in queste ultime ore che precedono l'annuale assemblea della Banca d'Italia si è fatta frenetica. Dalla lettura delle «considerazioni finali» che il governatore Baffi farà questa mattina di fronte ai maggiori esponenti del sistema bancario, finanziario ed industriale, il Paese si attende di conoscere la verità — quella verità che i politici sovente mascherano dietro formule bizantine — non solo per quanto riguarda la situazione economica, ma anche e soprattutto per capire come il vertice dell'istituto di emissione intende rispondere all'attacco, secondo i più ingiustificato e pretestuoso, lanciato dalla magistratura romana. Accanto a Baffi siederanno Sarcinelli e gli altri membri del direttorio; ma è chiaro che le attenzioni principali saranno rivolte al giovane vice direttore generale la cui odissea è ancora presente nella memoria di tutti. Come affronterà Baffi la parte piii scottante delle «considerazioni», quella cioè che si ricollega ai fatti giudiziari di questi mesi? Se lo stile del governatore, cosa che si può considerare assolutamente certa, non sarà mutato, non bisogna attendersi né requisitorie da pubblico ministero né arringhe da avvocato difensore. Piuttosto un'analisi fredda, rigorosa, al limite asettica, intorno allo *stato» del sistema bancario e creditizio, alle funzioni ricoperte e all'azione svolta dal banchiere in Italia. Bisognerà saper leggere tra le righe, per sapere qual è il messaggio che il governatore intende far conoscere alla pubblica opinione e alla forze politiche. Che si voglia andare alla ricerca di una chiarificazione sema ricorrere ad atti, quali le dimissioni, che si rivelerebbero assai dannosi per il Paese, è fuor di dubbio. Per arrivarci, per restituire certezza al diritto messo in forse dagli eclatanti episodi di questi mesi il governatore dovrà dire quale strada pensa si debba percorrere. Un\assemblea», quindi, dalla quale usciranno numerosi elementi di riflessione sulle condizioni del nostro Stato. Tornerà in primo piano il problema della separazione dei poteri, della validità o meno della legge bancaria del '36, ma soprattutto la necessità di stabilire in che ambito di discrezionalità e quindi con quale libertà di rischio l'esercizio del credito in Italia potrà muoversi. Tornando alla situazione economica, untprimo giudizio alla vigilia della relazione del governatore lo hanno già espresso ieri i governatori delle Banche Centrali di Francia, Germania e il presiden te della Federai Reserve di New York in una serie di interviste rilasciate al settimanale «Il Mondo». Otmar Emminger, governatore della Bundesbank, ha sottolineato come «il superamento della crisi della bilancia dei pagamenti italiana appaia una sorprendente storia di successi. Nel '76 il deficit di parte corrente ammontava ancora a circa 3 miliardi di dollari e l'Italia fu costretta a richiedere l'aiuto del Pondo monetario internazionale. Nel '78, la situazione si è del tutto capovolta, tanto che l'Italia è divenuta il secondo paese europeo per il surplus di parte corrente registrato. Gran parte di questi successi — ha proseguito Emminger — sono dovuti all'azione efficace ed imponente svolta dal governatore della Banca d'Italia. Baffi ha avuto il coraggio, spesso adottando misure impopolari, di frenare l'eccessivo allargamento del credito e di ridurre l'inflazione. Ho anche visto con quanta cura il governatore della Banca d'Italia abbia difeso gli interessi del suo paese nelle trattative che hanno portato all'entrata della lira nello Sme. Tra l'altro ha ottenuto la più ampia libertà di manovra nella fissazione dei rapporti di cambio con le altre monete». Dal canto suo, Bernard Clappier, governatore della Banca di Francia, ha detto che «la politica di tasso di cambio attuata dalla Banca d'Italia negli ultimi due anni è riuscita a conciliare due esigenze imperative: mantenere una certa stabilità nei confronti del dollaro e controllare il deprezzamento nei confronti dei principali partners all'esportazione per conservare margini di competitività. Altro intervento significativo con la ricostruzione delle riserve, è stato il rimborso anticipato dei molti finanziamenti ottenuti dal Fondo monetario internazionale e dalla Cee. Nonostante i suoi innegabili successi — ha concluso Clappier — la politica monetaria da sola non è in grado di ridurre le tensioni inflazionistiche di natura strutturale. «Nessuno può volere una crisi al vertice di una Banca Centrale — ha infine detto Paul Volcker, presidente della Federai Reserve di New York — e, in particolare, di un istituto come la Banca d'Italia che gode stima universale, specialmente se la sostituzione dei massimi dirigenti fosse il risultato di pressioni politiche faziose e di accuse infondate», g.

Persone citate: Baffi, Bernard Clappier, Otmar Emminger, Paul Volcker, Sarcinelli

Luoghi citati: Francia, Germania, Italia, New York, Roma