Ancora contraddizioni al processo Franceschi

Ancora contraddizioni al processo Franceschi Senza esito anche i confronti in aula Ancora contraddizioni al processo Franceschi MILANO — Chiusa, senza essere chiarita, la vicenda delle fotografie, al processo per l'uccisione di Roberto Franceschi la parola è ritornata alla polizia, e precisamente a Vincenzo Addante, il tenente (adesso è capitano) che comandava la colonna la sera degli incidenti alia Bocconi, il 23 gennaio '73. Rimase quasi subito ferito a un occhio, non si sa ancora se perché cadde o perché colpito da un sasso lanciato dagli studenti. «Dopo mi rialzai. Vidi le fiamme sulla "Campagnola" e mi preoccupai di spegnere l'incendio. Mi ricordai anche che dentro c'erano dei lacrimogeni e mi avviai a prenderli. Mentre giravo attorno alla "Campagnola" vidi Gallo, visibilmente sconvolto con il braccio destro teso e la pistola in pugno. Vidi anche Puglisi, armato. Gli dissi: "Se necessario, spara in aria". Lo vidi far partire un colpo verso l'alto: sentii altri due colpi. Presi i lacrimogeni e poi vidi Puglisi addosso a Gallo. Caricai il tromboncino con un lacrimogeno: mi sentii male e mi portarono via». Questo, in sintesi, il racconto dell'ufficiale. Un racconto che ha lasciato dubbi ed è stato più volte contraddetto. Innanzitutto da quanto, poco prima, aveva dichiarato il brigadiere Pasquale D'Annunzio che era andato a trovarlo in ospedale: "Addante mi disse che aveva visto anche Gallo sparare». «Non è vero», ribatte il capitano. Il racconto contraddice anche quanto hanno detto gli imputati: non tanto Gianni Gallo, che continua con la sua amnesia, quanto Agatino Puglisi. che interrompe l'ufficiale: «Ma dica la verità: lei non può non aver visto, era a mezzo metro». Neppure un confronto a tre fra Gallo. Puglisi e Addante riesce a risolvere la situazione: ciascuno rimane sulla propria versione. L'invito del presidente a smettere «questa specie di sceneggiata» non viene ascoltato. Ben poco di più si è potuto ricavare anche con le domande. «C'è qualcuno che l'ha sen¬ tito dire: "Hanno avuto il mio sangue, voglio il loro sangue". E' vero?», chiede il presidente. E come tutti nei momenti cruciali di questo processo, anche Vincenzo Addante risponde: «Nonricordo». «Ma è possibile che nessuno abbia visto cadere Franceschi? Era lì. davanti a voi». «Io non mi sono accorto di nulla». «Lei era il comandante — interrompe un avvocato di parte civile —, perché quando ha visto Gallo con la pistola non è intervenuto?». «E'stato il mio cruccio di sempre». «Hanno sparato in molti. Se non è stato lei a dare l'ordine, chi è stato?». «Non so». Però Addante una cosa la conferma: il vicequestore Paolella, quella sera, la pistola l'aveva in mano. s. mr.

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