L'altra domenica con lode di Ugo Buzzolan
L'altra domenica con lode Con Arbore & Co. la satira è arrivata in tv L'altra domenica con lode E' finita per ora L'altra domenica ed è un congedo che non si può passare sotto silenzio perché la trasmissione è stata troppo importante. Stupisce l'aggettivo importante per un varietà? Ma bisogna usarlo, per L'altra domenica: dopo vent'anni di riviste televisive insulse, slavate, cretine o castrate dalla censura, ecco una rivista non slavata, non insulsa e finalmente non castrata dalla censura. E' stato un lento crescendo. Pareva dapprima un «contenitore» per insaccare dentro di tutto e coprire uno spazio dell'interminabile domenica: il clima era quello della discoteca all'insegna della «erre» arrotata di Arbore. Ma poi, via via, lo spettacolo ha delineato la sua fisionomia, ha preso quota e tra canzonette (non banali), e riprese dall'esterno (sempre in genere curiose), tra freddure ed eccessi verbali, tra una scivolata di dubbio gusto e concessioni alla goliardia, si è infilata sempre più prepotentemente la grande assente di sempre della nostra tv, la satira, e non solo la satira di costume, ma anche la satira politica, diretta e mordente, senza peli sulla lingua, senza rispettose richieste in anticipo di permesso a nessuno. Questa è stata la forza de L'altra domenica. Andy è una macchietta sollazzevole, Marenco è molto divertente, le sorelle Bandiera gsono una sfrontata stravaganza. Arbore è un presentatore che, unico, sa fare dell'umorismo; ma le ragioni del successo dello show vanno ricercate nell'immissione della satira e di un certo spirito bizzarro, stralunato, anticonformista, beffardo che ha trovato in Benigni (quel suo critico cinematografico in poltrona che non capisce nulla di nulla...) il rappresentante ideale. La formula era tanto azzeccata che ha funzionato incredibilmente per settimane e settimane. Perché? Ma perché quelli de L'altra domenica avevano ogni volta qualcosa da dire e soprattutto sapevano a chi rivolgersi: ad un pubblico nuovo, che può essere giovane e anche non giova¬ ne, comunque nuovo, desideroso di avere dalla tv quella spregiudicatezza comica di cui sul video non c'era mai stata traccia. Il successo è stato grande; è diventato un fatto di costume; e ha avuto persino una eco nell'editoria: per la prima volta una rivista televisiva si è trasferita in un libro {'L'altra domenica» di Michele e Giorgio Straniero, Gammalibri) dove, oltre a interviste a ruota libera ad autori ed interpreti, c'è anche un'intera puntata registrata e fissata sulla pagina. Se L'altra domenica farà ritorno in autunno, con lastessa libertà e la stessa grinta, sarà un buon segno per tutti. Ugo Buzzolan Le sorelle Bandiera tra gli animatori dell'Altra Domenica
Persone citate: Arbore, Benigni, Giorgio Straniero, Marenco
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