Spezzare tutti i teleschermi (sogna il critico di cinema)

Spezzare tutti i teleschermi (sogna il critico di cinema) Spezzare tutti i teleschermi (sogna il critico di cinema) SAINT-VINCENT — Il cinema esiste ancora, ne abbiamo avuto conferma al reconte Festival'di Cannes. Ma il pub-, blico italiano dov'è? E i critici condividono l'inafferrabilità del pubblico o rappresentano un settore privilegiato? Questi privilegi possono tornare utili per recuperare la gente? Sabato e domenica un gruppo di critici che aveva seguito i film di Cannes (eroico viaggio in pullman dalla Costa Azzurra alla Valle d'Aosta) e un altro gruppo che è rimasto a presidiare le sale di proiezione italiane si sono incontrati a Saint-Vincent per iniziativa del sindacato nazionale dei critici cinematografici. Tema del convegno: 'Dal nuovo cinema al nuovo pubblico». I relatori (Placido, Micciché. Fegatelli. Ivaldi, Calzini, De Santis) hanno turbato e stimolato l'animo dei colleghi, quasi riaprendo una ferita tra gli ideologi, che magari sentono ancora il peso degli Anni 50, e i pratici che capiscono l'avidità espressiva della tv. Sono emersi alcuni punti. 1) Gli spettatori in Italia calano di continuo, nel '77 erano 80 milioni meno dell'anno precedente. Il nuovo pubblico è costituito in maggioranza da giovani sotto i 25 anni, che spesso vedono lo stesso film due volte (Grease), ma ignorano per distrazione alcune opere eccellenti. Nei vecchi e nei giovani prevale «la memoria corta», col consumo disattento dei film. 2) I critici tuttavia non si sentono di fondare sulle statistiche il ritratto ipotetico dello spettatore medio. Discutono semmai sul nuovo cinema: se sia una macchina nel vecchio stile di Hollywood che accomuna nell'anonimato del consumo spettatore e autore: se sia un prodotto polìticamente influenzabile dentro l'industria culturale. All'invito ottimistico di «cavalcare la tigre» il critico Toti oppone poeticamente che siamo noi. pubblico e critica, ad essere «tigrelcati». 3) Mentre si discute sulla sua assenza, l'autore è rinato. Ce lo insegna ancora l'America. Coppola produttore e regi-; sta di Apacalypse now ne è un esempio, egli risponde alla crisi con un'esplosione dell'immaginario che copia e distorce la realtà. L'alternativa è il «cinema della noia» del pedagogico (Dalla nube alla Resistenza). Il cinema italiano che ora sta in mezzo non ha carattere. Secondo Micciché, 'neppure Fellini è Coppola». Placido ha suggerito il compito dei critici davanti al cinema e dentro la tv: agire con l'astuzia fertile del compromesso per non perdere pubblico e cultura. Sarà un'operazione delicata. Nessuno, avverte De Santis, è ancora intervenuto a gridare: 'Spettatori unitevi, non avete daspezzare che i vostri schermi». Ma può darsi che qualcuno ci provi. " s. reg.

Persone citate: Calzini, Coppola, De Santis, Fegatelli, Fellini, Ivaldi

Luoghi citati: America, Cannes, Hollywood, Italia, Saint-vincent, Valle D'aosta