Cellevati e Maradona le attrazioni

Cellevati e Maradona le attrazioni Cellevati e Maradona le attrazioni Già ricco di personalità l'argentino malgrado la giovane età, cardine l'azzurro della difesa del futuro -1 responsabili tecnici promettono spettacolo, ma importa anche il risultato DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ROMA — Un anno meno quindici giorni: Italia - Argentina di oggi all'Olimpico richiama il match del 10 giugno '78. l'azione pulita, tanto semplice quanto efficace fra Rossi e Bettega che diede agli azzurri il gol della vittoria. dell'1-0 che — unica sconfitta dei futuri campioni del mondo — esiliò la squadra di Menotti a Rosario e lasciò la nostra nazionale sul campo del River Piate. Una partita magnifica, un risultato clamoroso, preceduto dalle polemiche che tutti ricordano. Ancora oggi si discute se per noi fu una vera vittoria, o l'inizio del calo : se fecero bene o no. i titolari e Bearzot. a non cedere il passo ai biancazzurri. E' ancora da scrivere, lo potrebbero spiegare solo Menotti e Bearzot, perché tradirono entrambi il patto del gennaio precedente, quando abbracciandosi la sera del sorteggio sfortunato — e tre giorni dopo all'autodromo — si promisero a vicenda: -Se arriveremo all'incontro diretto sicuri della qualificazione, faremo ti¬ rare il fiato a qualcuno, giocheremo con qualche rincalzo». Di certo, Bearzot e Menotti possono ora vantarsi di avere rinunciato a un pur logico, ma antisportivo, disegno II et. argentino è arrivato lo stesso al traguardo sognato, per lui e i suoi Rosario ha rappresentato un esilio felice. Oggi i due tecnici si ritrovano in altro clima, ma di nuovo è sicuro che nessuno ci sta a perdere. E' il loro segreto, sono aiutati nella convinzione da un entroterra sportivo che dietro a belle parole nasconde l'importanza del risultato. Molti giocatori sono quelli di allora, nove su undici gli azzurri con Collovati al posto di Bellugi e Oriali nel ruolo di Benetti. Il rientro di Kempes al Valencia, i trasferimenti di Ardiles e Bertoni, il calo di Luis Galvan, hanno costretto Menotti a un maggior numero di variazioni. E' più fortunato di Bearzot, è costretto a puntare sui giovanissimi, ha nel gruppo di atleti di questa tournée un elemento come il diciottenne Diego Maradona che non è certo ancora un Sivori. tanto¬ meno Cruyff o Pelé. ma è sicuramente un giocatore che può fare da base per un domani lontano. Diego Maradona è una delle attrazioni dell'amichevole di oggi, qualifica — quella di amichevole — che crediamo una falsa etichetta. Piccolo, solido, bruno, ha fatto vedere a Berna al suo primo impatto con il football europeo (non fa testo il match contro la Bulgaria sul campo di casa) di possedere personalità, qualità non frequenti in un giovanissimo. Quattro o cinque volte gli olandesi l'hanno dovuto atterrare di brutto, da tergo, quando era già andato via in palleggio. Una volta in area, ed era rigore. Speriamo che Menotti tenga in campo il chìco per tutti i novanta minuti: c'è il desiderio di capire meglio l'asso nascente del calcio argentino. Gli azzurri sono quelli delle ultime partite. Bearzot non cambia per il semplice motivo che la squadra ha sempre risposto, nessun altro dà maggiori garanzie di rendimento. Collovati e Oriali sono le novità che presentiamo a Menotti, ma solo attorno al primo si può costruire qualcosa, una difesa più solida ancora. Maradona e Collovati (22 anni appena compiuti) sono quindi le attrazioni di un match che riassume nostalgie vecchie di un anno, e oppone le due squadre che più hanno entusiasmato nel corso del campionato del mondo. Si ritroveranno di fronte atleti che hanno dato vita al match più atteso dalle folle argentine, un match che nei voti popolari avrebbe dovuto ripetersi in finale. Anche per questo l'Olanda fu cosi «odiata» nella gara conclusiva allo stadio del River. Era un'incolpevole intrusa. Come a Berna pochi giorni or sono, è difficile prevedere che tipo di partita sarà quella di oggi. Menotti, parlandone in Svizzera, ha detto «penseremo soprattutto al gioco-. Non ci crediamo, ma è comunque una promessa di spettacolo. La Coppa Italia ancora in corso è una fortuna per la squadra azzurra e per Bearzot: il blocco Juventus è ancora sotto pressione, garantisce una condizione che altri giocatori non saprebbero offrire. Dopo un campionato giocato al di sotto delle loro possibilità, i bianconeri rivivranno stasera all'Olimpico emozioni forti, torneranno per novanta minuti in quel clima «mondiale» che tutti abbiamo considerato la causa della loro flessione in campionato. E Paolo Rossi ripenserà all'inizio della sua consacrazione e dei suoi guai: un'estate senza riposo, una trattativa che l'ha clamorosamente lasciato a Vicenza, una stagione amara conclusa con la retrocessione. I motivi di rivincita veri sembrano questi, al di fuori del risultato. La nuova Argentina vuole dimostrare di essere ancora forte malgrado le assenze di tre elementi — Kempes, Ardiles, Bertoni — che un anno fa furono protagonisti di spicco. L'impegno feroce di Luque a Berna ha già sottolineato queste motivazioni. Aveva lo spauracchio di Kempes addosso, voleva dimostrare di poter fare bene anche senza il più famoso compagno accanto. Per gli azzurri la rivincita è nei confronti del campionato appena finito, sui fischi che l'anno scorso li accompagnarono verso l'avventura sudamericana. Se tutto questo verrà portato sul campo. Italia Argentina non deluderà. Bruno Perucca