Memoriale di Negri con le risposte che non ha voluto dare ai giudici di Sandra Bonsanti

Memoriale di Negri con le risposte che non ha voluto dare ai giudici Sarà reso noto oggi con i verbali dell'ultimo interrogatorio Memoriale di Negri con le risposte che non ha voluto dare ai giudici Il professore padovano ha scritto anche una lunga memoria difensiva, che vorrebbe consegnare agli avvocati - Nel confronto di ieri è stato accusato di aver ispirato la strategia Br ROMA — Quinto interrogatorio, stesso scenario, stesso copione. Negri risponde in parte alle accuse definendole «poltiglia di prove» e «cervellotiche ricostruzioni». I magistrati incalzano tornando su contestazioni già fatte e argomentandone di nuove: non danno alcuna indicazione su quante volte ancora intendono «ascoltare» il professore padovano. Gli avvocati della difesa assicurano che presto, forse oggi stesso, ci saranno i verbali accompagnati però, questa volta, da un insieme di note esplicative concordate con l'imputato durante il colloquio alla fine dell'interrogatorio. Insomma, accanto alle accuse precise degli inquirenti, avremo le risposte di Negri, anche quelle che non ha voluto dare direttamente ai magistrati e che dunque non risultano verbalizzate. E' pronto anche un lungo memoriale difensivo, scritto di pugno da Negri che ha avuto modo di «consultarsi» con Zagato, Vesce e Ferrari Bravo. I difensori volevano entrarne in possesso già ieri ma i giudici lo hanno impedito. Pare che esitino a considerare questa «memoria difensiva» alla stessa stregua di una normale comunicazione scritta fra imputato e difensore. Ieri si è parlato soprattutto, secondo quanto hanno raccontato gli avvocati, di un'accusa molto precisa: quella cioè di aver tracciato una linea programmatica volta ad organizzare l'insurrezione contro lo Stato che le Brigate rosse hanno fatto propria sin dal febbraio del '78, mettendo in minoranza, al proprio interno, quelle concezioni «terzinternazionaliste» chiuse ed elitarie, contrarie alla violenza diffusa e delegata al «Movimento». Secondo le prime indicazioni date dai difensori, i magistrati hanno accusato esplicitamente Negri di aver ispirato e diretto la nuova strategia delle Br, portando come prova alcuni brani di scritti del professore che poi sono stati inseriti nella «Risoluzione strategica» (datata febbraio '78 e diffusa durante il caso Moro nel quarto comunicato) e in quella del marzo di quest'anno in cui le Br facevano un bilancio dell'operazione Moro. Dietro a questi documenti dei brigatisti ci sarebbero le analisi di Negri sulla situazione politica venutasi a creare col compromesso storico e sulla necessità di rompere l'intesa dc-pci; nonché le' preoccupazioni espresse dal leader di Autonomia sul «distacco» che l'alto livello dell'azione della primavera del '78 aveva creato fra Br e Movimento. Non è un'accusa nuova, era già stata specificata da Calogero nel suo interrogatorio 'del professore padovano. Illustrando infatti la posizione di Negri quale «componente del,la direzione strategica delle \Brigate rosse e di "capo" del¬ l'Autonomia organizzata», Calogero aveva portato fra le prove l'analisi «dei contenuti della seconda risoluzione strategica delle Br (febbraio 78) che appaiono in buona parte rispecchiare dottrine di Autonomia e comunque tematiche svolte dallo stesso imputato e dalle altre persone del suo gruppo sicché non sembra infondato ritenere che l'imputato e le persone testé indicate' abbiano redatto o contribuito alla redazione dell'anzidetta Risoluzione». Negri ha reagito accusando i magistrati di contraddittorietà: non è possibile (questa è in sintesi la sua tesi difensiva) che voi mi indichiate prima come il fondatore delle Br e adesso invece come uno la cui linea ha prevalso nel '78. Ha insistito: mi dovete dire esattamente che elementi avete per collegarmi alle Brigate rosse. La dura polemica fra Negri e i magistrati ha caratterizzato, secondo i difensori, tutto l'interrogatorio. E quando i giudici sono tornati a insistere sul documento trovato nel covo di Alunni a Milano che sarebbe stato «corretto» secondo istruzioni di Negri, l'imputato ha risposto con impazienza che se esiste-j va un documento e questo era un'analisi dell'Autonomia, non è affatto impossibile che circolando sia finito anche a casa di Alunni. Poi i magistrati hanno tirato fuori anche qualche novità: ad esempio una lettera che Negri scrisse nel '78 al La "cellula nera" preside della facoltà diEconomia e Commercio di Parigi in cui diceva di «tenergli il posto» perché «niente esclude cìie debba restare a Parigi awclie quest'anno». Perché dove-, va restare a Parigi? Negri ha sorriso alla contestazione, ha fatto dell'ironia affermando che aveva visto giusto. Il suo atteggiamento di fondo, secondo i difensori, resta quello di «non saper cosa rispondere fin quando non contesteranno cose precise». Di denunciare il «continuo stillicidio» di accuse formulate su materiale ormai tutto acquisito, di chiedere il processo subito, di scusarsi se «non è tanto preparato su quello che dicono o hanno detto le Br quanto lo sono ì giudici». Infine, afferma Toni Negri «riconosco come mio tutto quello che ho scritto e che mi appartiene come storia politica». In mancanza dei verbali è comunque troppo presto per poter dire se i silenzi di Negri, le sue parziali risposte, le sue indignate proteste nascondano la difficoltà di trovare una volta per tutte una linea difensiva precisa e coerente. Sandra Bonsanti

Luoghi citati: Milano, Parigi, Roma