David, la situazione migliora A Burlington ci fu un errore? di Gianni Menichelli

David, la situazione migliora A Burlington ci fu un errore? Un filo di speranza dopo l'operazione al cranio di mercoledì David, la situazione migliora A Burlington ci fu un errore? Il prof. Geuna è cautamente ottimista - Velate accuse ai medici americani: «Se mi fate questa domanda, sarei molto imbarazzato a rispondere» - Domani conferenza-stampa DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE NOVARA — La porta a vetri del reparto di neurochirurgia dell'Ospedale Maggiore di Novara è ancora chiusa a chiave (anzi, per la precisione, da una sbaretta metallica), benché l'assedio di giornalisti e fotografi sia nettamente scemato di intensità e frequenza. Entrare tuttavia non è difficile, basta chiedere del prof. Geuna all'infermeria bionda che sta dall'altra parte del cristallo e mescolarsi al gruppetto di pazienti che attendevano una visita. La saletta d'aspetto è un buio angolo di corridoio, con qualche sedia di plastica rossa, tra la porta di una segreteria ingombra di pacchi di pratiche e lo studio del professore, modesto e ordinato. Enrico Geuna è cortese come sempre, anche se coi giornalisti è un po' arrabbiato. non tanto per la fitta tempesta di telefonate, quanto perché «mercoledì pomeriggio un suo collega si è intrufolato a mia insaputa nel gruppo dei parenti di David», rompendo la tregua che era stata chiesta in attesa della conferenza stampa di domattina. Geuna comprende tuttavia che il fatto nuovo dell'intervento d'urgenza operato su David lo obbliga a fornire qualche notizia e spiegazione prima di domani: «Non c'è molto da dire. David ha passato bene la notte, ha superato positivamente la terza operazione al cranio. Le sue condizioni sono buone. La rimozione della placca che in America gli avevano applicato al tassello cranico utilizzato per le precedenti operazioni, nonché del liquido di versamento e di certe incrostazioni che opprimevano la dura madre, dovrebbe consentire al cervello di assumere una posizione più corretta e quindi a Leo di procedere verso il risveglio più speditamente. Sabato conto di dare buone notizie». — La decisione di operare subito e le sue parole suonano, professor Geuna, come una implicita critica al lavoro di Schmiedek e della sua équipe di Burlington. Ha qualche accusa precisa da muovere? «Non mi faccia questa domanda, per favore, non mi fate questa domanda neppure nella prossima conferenzastampa, perché sarei molto imbarazzato a rispondere. Se me la fate, sarò costretto a far finta di aver perso la memoria». — Un dettaglio tecnico professore: quando è grande il tassello aperto dagli america- ni nel cranio di David e di che materiale è la placca che lei ha rimosso? «Quel tassello è piuttosto grande, quasi come un piattino da caffé. Quanto alla placca, era di acciaio ricoperto di resina acrilica. Io non l'avrei mai usata. Io uso placche di solo acciaio inossidabile, so che altri ne usano d'osso. Ma quella resina...». — Lei dice che sabato spera di dare buone notizie. Mercoledì mattina aveva invece premesso che sabato avrebbe fornito soltanto qualche sua impressione e un bollettino medico, nulla più, aggiungendo che per avere vere notizie bisognava attendere almeno qualche settimana... «Beh, guardi, dopo il colloquio con i giornalisti di mercoledì, di cose ne sono successe parecchie, sa? La situazione dopo l'operazione è cambiata. Di più non mi faccia dire, la prego. Non vorrei illudermi, illudere lei, illudere soprattutto i genitori di David. La neurochirurgia è purtroppo una fabbrica di illusioni, a volte. Ci vuole molta passione per resistere: si spera, si constata, si intravede una soluzione positiva e poi quella ci sfugge di mano, quasi senza che si sappia il perché. Occorre prudenza e pazienza. Prudenza e pazienza: ma incamminandosi per il corridoio, verso la stanza di Leo David Geuna sorride. E trovano la forza di sorridere anche Davide e Daniela David, il padre e la sorella di Leo, quando alle 19 lasciano l'ospedale dopo la breve visita di un'ora (e non più di uno per volta nella stanza) che è concessa ai parenti dei ricoverati in neurochirurgia. Papà David appare molto sollevato, un altro uomo rispetto a mercoledì: «Ho notato coi miei occhi — dice — già dei piccoli miglioramenti rispetto a quando eravamo in America. E' presto per farci conto, ma forse tra pochi giorni ne sapremo di più». Poi corre alla cabina del telefono con un pugno di gettoni in mano: deve annunciare a mamma Mariuccia, rimasta a Gressoney, che forse può tornare a sperare. Gianni Menichelli

Persone citate: Daniela David, Enrico Geuna, Geuna, Leo David

Luoghi citati: America, Novara