Amori delle piante (inganni e deliri) di Giorgio Martinat

Amori delle piante (inganni e deliri) (inganni e deliri) Alee Bristol: «La vita sessuale delle piante», ed. Mondadori, pag. 238, lire 5000 Secondo la Bibbia, il sesso compare sulla Terra soltanto il sesto giorno della creazione, con gli animali' terrestri e l'uomo: «Ed Egli li creò maschio e femmina». E poiché la Genesi fissa tre giorni prima la nascita dei vegetali, quando, nel XVII secolo, la scienza affacciò l'ipotesi di una sessualità delle piante, fu coperta d'infamia e accusata di eresia. Un secolo più tardi. Linneo adottò un sistema di classificazione basato sulle abitudini sessuali delle piante (quelle che «celebrano matrimonio pubblicamente» e quelle che «combinano segretamente le nozze», i fiori in cui mariti e mogli «dividono lo stesso letto» e fiori in cui «maschi e femmine hanno letti separati») e rischiò di vedere i suoi lavori messi all'Indice, mentre un molto reverendo ecclesiastico, Samuel Goodenough. scriveva che «nulla poteva eguagliare la sua libidinosa oscenità mentale». Analoghe rampogne di tutto il mondo accademico ridussero il povero fondatore della moderna botanica in stato demenziale, ossessionato da spaventosi complessi di colpa, mentre altri reverendi continuavano ad additare il mondo vegetale come regno di purezza, in cui la necessaria riproduzione della specie avveniva senza bisogno di disgustose complicazioni. Tutto questo benché Erasmus Darwin, nonno del più celebre Charles, avesse scritto un poema, piuttosto romantico e moderatamente salace, intitolato Gli amori delle piante. In realtà, millenni prima che tra i caldi vapori degli oceani primordiali apparissero le prime forme di vita animale, le piante avevano inventato il sesso, e con il sesso la bellezza: perché le forme squisite, i colori splendidi, i profumi inebrianti dei fiori, sono tutti strumenti di attrazione sessuale. Ora Alee Bristow (un'autorità tra i coltivatori di orchidee, membro dell'Internazional Orchid Registration Council e della British Botanical Society) può scrivere sulla Vita sessuale delle piante, uno dei libri più garbati, deliziosi e colti che. sull'argomento, abbiano mai visto la luce. Nelle sue pagine (che costituiscono un raro esempio di divulgazione piacevole, ma rigorosamenre scientifica), le piante amano, soffrono di gelosia, odiano, osservano scrupolosamente il tabù dell'incesto, giungono perfino a deviazioni sadomasochistiehe. con una ricchezza e varietà di atteggiamenti da far invidia alla pur sfrenata fantasia erotica dell'uomo. Alcuni dei capitoli più suggestivi sono dedicati alla callida spregiudicatezza con cui le piante si servono, per i loro amori, degli insetti, inducendoli a ingannevoli rapporti amorosi, fino a portarli a un parossismo di eccitazione erotica destinata a restare senza appagamento, a uno scomposto delirio sfruttato senzai scrupoli per instaurare il vero accoppiamento con un'altra pianta. Ci sono fiori che arrossiscono pudicamente dopo un incontro sessuale, altri che drasticamente si castrano pur di non indulgere all'autofecondazione, chi imprigiona spietato ignari coleotteri finché non siano opportunamente coperti di polline, chi si sacrifica in un atto d'amore, facendosi lacerare e distruggere dagli insetti pronubi: non c'è dramma sentimentale che il mondo delle piante ignori. Tutto ciò con organi e tecniche sessuali talmente simili a quelle dell'uomo, da suscitare più di uno scolvolgente pensiero sulla fondamentale unità di tutto il mondo vivente. Giorgio Martinat

Persone citate: Bristow, Erasmus Darwin, Linneo, Samuel Goodenough