Bazargan sollecita l'amnistia generale
Bazargan sollecita l'amnistia generale Ancora sei fucilati in Iran Bazargan sollecita l'amnistia generale TEHERAN — Il primo ministro iraniano, Mehdi Bazargan, ha sollecitato un'amnistia generale dicendo che «l'esistenza della nazione è in gioco». Bazargan ha fatto questa dichiarazione dopo avere avuto un colloquio a Qom con l'ayatollah Khomeini, sul quale non sono stati forniti particolari. Secondo alcune fonti rincontro ha avuto per oggetto problemi costituzionali collegati alla promulgazione della legge islamica nell'Iran. A Teheran il rappresentante della pubblica accusa, l'oyatollah Azari Qomi, ha detto che l'amnistia generale non si applicherebbe ai responsabili di aver danneggiato l'agricoltura e l'industria del Paese o di aver approvato la legge marziale prima del crollo del regime dello Scià, ma ha aggiunto che le punizioni loro inflitte sarebbero proporzionate alle loro responsabilità. Bazargan ha aggiunto di essere contrario all'epurazione di ex funzionari del regime dello Scià: «E' evidente che non siamo in grado di distinguere tra il colpevole e l'innocente. In questo momento è possibile che alcuni di coloro che danno la caccia a persone responsabili di illeciti stiano commettendo anch'essi un illecito». Nella notte, poco dopo l'appello del premier, un tribunale rivoluzionario della città di Qazvin ha condannato a morte tre persone sotto l'accusa di omicidio, corruzione e «guerra contro Dio» durante il regime dello Scià. Altri tre militari sono stati fucilati a Rei e a Kashan con le stesse accuse. Ieri mattina a Teheran si è svolta una manifestazione antiamericana organizzata dal partito repubblicano islamico in segno di protesta contro la condanna del Senato Usa per le pubbliche esecuzioni in Iran. Il partito filosovietico Tudek ha dato il suo appoggio alla dimostrazione. Circa 20 mila manifestanti che gridavano «Morte a Carter» e «L'America è distrutta, l'Islam è vittorioso», «Appoggiamo i tribunali rivoluzionari» e «U Senato americano è il protettore di criminali» sono sfilate davanti alla legazione protetta da un imponente servizio d'ordine. h'ayatollah Khomeini, in un discorso pronunciato mercoledì a Qom e ritrasmesso da radio Teheran, ha posto la nazione iraniana davanti al suo «Dovere più sacro», che è quello di istaurare una Repubblica islamica «libera, umana e indipendente». Khomeini ha esortato i suoi seguaci a «lottare contro gli atei, che non credono in Dio e nelllslam», come «hanno lottato contro lo Scià». Khomeini ha respinto le dimissioni dell'ayatollali Khalkhali, il capo dei tribunali rivoluzionari che condannò a morte lo Scià e la sua famiglia invitando «il mondo libero» a eseguire la sentenza. (Ansa-Ap)
Persone citate: Khomeini, Mehdi Bazargan
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