Lance, ex ministro di Carter accusato di reati finanziari

Lance, ex ministro di Carter accusato di reati finanziari Lance, ex ministro di Carter accusato di reati finanziari Banchiere, già responsabile del Bilancio, dovette dimettersi nel '77 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — L'ex ministro del Bilancio, Bert Lance, un banchiere georgiano fra i più intimi collaboratori e migliori amici del presidente Carter, è stato incriminato da un gran giuri di falso in atto pubblico, appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato. L'incriminazione riguarda le attività finaziarie di Lance dal '70 al settembre '77, quando fu costretto a dimettersi dal governo e a lasciare Washington. Nel corso delle indagini durate alcuni mesi è emerso il dubbio che il banchiere nel '76 abbia concesso prestiti alla ditta di noccioline di Carter per finanziare occultamente la campagna elettorale del •Presidente. Una legge, poi revocata, proibiva allora ai candidati di usare fondi propri a fini elettorali. Lo scorso maggio un'inchiesta separata su questa vicenda è stata affidata al procuratore speciale. La stampa l'ha subito ribattezzata Peanutsgate, in riferimento sia alle noccioline fpeanuts; di Carter sia allo scandalo Watergate di Nixon. L'incriminazione di Bert Lance, avvenuta mercoledì sera ad Atlanta in Georgia, non ha nulla a che vedere col Presidente. Contro il banchiere georgiano sono stati spiccati 33 capi di imputazione, concernenti la somma di 37-38 miliardi di lire e coinvolgenti 41 banche dalla California allo Stato di New York e dal Lussemburgo a Hong Kong. Tre suoi soci, anch'essi banchieri georgiani, Mitchell Carr, Mullins, sono imputati con lui Se essi venissero giudicati colpevoli sarebbero passibili di detenzione fino a 95 anni e di un massimo di 200 milioni di lire di multa. In una conferenza stampa subito dopo l'incriminazione, Lance si è dichiarato innocente, «e lieto di affrontare il tribunale». Il presidente Carter, che è rimasto dolorosamente colpito, ha rifiutato commenti. «Non può interferire in un processo in corso», ha dichiarato il suo portavoce Powell. L'accusa rivolta a Bert Lance è sostanzialmente di broglio: assieme coi tre soci egli avrebbe ottenuto 383 prestiti, talora con garanzie fasulle, destinandoli a scopi personali diversi da quelli finanziari esposti. Il Washington Post scrive che «prendeva da Pietro per pagare Paolo; per acquistare il controllo di piccole banche: per incrementare il proprio reddito». Il fatto più grave è che nel '77, dopo l'insediamento del presidente Carter alla Casa Bianca, Bert Lance si sarebbe valso della sua autorità di mi-i nistro del Bilancio per continuare le sue operazioni. Quando dovette dimettersi, Carter scoppiò in lacrime: «E' un amico» disse a una conferenza stampa «lo conosco di persona e lo considero un fratello. Non ho dubbi nel mio cuore né nella mia mente che egli sia un uomo d'onore». L'Fbl e la Sec, l'agenzia che controlla le attività finanziarie in America, avevano incominciato a sospettare del banchiere georgiano due anni fa. Lance ha però sempre sostenuto di aver seguito «la prassi finanziaria del Sud» e di non aver mai violato la legge. Neppure l'inchiesta del gran giurì lo ha spinto a cambiare abitudini Tornato ad Atlanta da Washington egli ha continuato il suo dispendiosissimo stile di vita, nonostante i grossi debiti (pare 5 miliardi di lire a titolo personale). L'ha tenuto a galla, sempre a quanto rivela il Washington Post, un ennesimo prestito, per quasi 3 miliardi e mezzo di lire, questa volta dalla Banca del Credito e del Commercio internazionale, controllata dagli arabi, con sede a Londra. Lance avrebbe contratto con questa «istituzione dei petrodollari» anche un rapporto di consulenza che gli permetterebbe di viaggiare in tutto il mondo, insieme con la moglie e i quattro figli, e di conservare il bel palazzo di Atlanta, Labelle, dal nome di sua mo* glie, del valore approssimativo di 2 miliardi di lire. Sugli americani, l'incriminazione di Lance che, va ripetuto, non tocca il presidente' Carter, ha avuto l'effetto di una bomba. Essi non hanno ancora superato del tutto il trauma del Watergate, e qualsiasi forma di disonestà nel governo li ferisce. Nel caso del banchiere georgiano, poi, vi sono l'ombra del finanziamento del '76 alla ditta di noccioline di Carter, come accennato, e quella per ora soltanto intravista di oscuri legami tra finanzieri arabi e il fratello del Presidente, Billy. e. c.

Persone citate: Bert Lance, Labelle, Mitchell Carr, Mullins, Nixon, Powell