Attentato in Israele Tre morti, 13 feriti di Giorgio Romano

Attentato in Israele Tre morti, 13 feriti Attentato in Israele Tre morti, 13 feriti L'Egitto non aprirà subito la frontiera - Coloni si oppongono allo sgombero NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Tre morti e tredici feriti, di cui quattro gravissimi, ieri in Israele in seguito ad un attentato terroristico, rivendicato dall'Olp, nel villaggio di Petah Tikwa, a 12 chilometri da Tel Aviv: una bomba nascosta in un sacchetto di plastica è scoppiata alle 11 vicino alla stazione degli autobus, a pochi passi dalla centrale di polizia, uccidendo due donne e un bimbo di 18 mesi. Sono stati arrestati 150 arabi. A Hebron e a Gerusalemme quattro attentati durante la notte hanno fatto notevoli danni, ma senza vittime. H ministro degli Esteri Dayan, accompagnato dal ministro della Difesa, si è recato improvvisamente ieri mattina ad El Arish, nella speranza di ottenere dal suo collega egiziano Butros Ghali alcune concessioni; ma, come ha riconosciuto in una successiva conferenza-stampa, senza risultati.La frontiera fra Egitto e Israele non sarà aperta la settimana prossima, dopò lo sgombero di El Arish, e gli abitanti della città del Sinai non potranno fare i pendolari in Israele, dove lavorano. Inoltre il Cairo rifiuta agli agricoltori della colonia di Neot Sinai di continuare a lavorare il grande podere ortofruttìcolo nel quale vivono: il ministro egiziano ha opposto un «no» anche ad alcune facilitazioni per la pesca nelle acque territoriali egiziane. La normalizzazione, nella migliore delle ipotesi «comincerà tra otto mesi, rispettando i tempi previsti dal trattato di pace. Il centro agricolo di Neot Sinai, nelle immediate vicinanze di El Arish, dovrà essere sgomberato. Si avvia cosi alla conclusione un tentativo di braccio di ferro tra le autorità israeliane e i coloni, sostenuti dagli estremisti della destra di Gush Emunim e di Yamit, accorsi per convincerli a resistere, con la forza se necessario, all'ordine di evacuazione già impartito dal governo. Nelle prime ore della mattinata di ieri i ministri Weizman e Tamir si erano recati a Neot Sinai per indurre i coloni ad abbandonare l'insediamento, ma sono stati fischiati dalla folla e accusati di « tradimento», i due ministri hanno poi raggiunto Dayan e Ghali a El Arish; dopo il colloquio con il rappresentante dell'Egitto, Weizman si è allontanato furibondo, e ha commentato: «La pace vai bene un campo di verdura». Ora, con l'impegno di consegnare la località agli egiziani entro venerdì mattina, alle forze dell'ordine non resta che imporre lo sgombero, ordinato dalla Corte Suprema che, respingendo il ricorso degli abitanti di Neot Sinai, ha convalidato la disposizione. L'esercito ha chiuso gli accessi alla colonia: si spera ancora di evitare lo scontro frontale tra soldati e coloni. Gli avvenimenti di ieri nelle zone che devono essere restituite all'Egitto sono resi più amari dell'atteggiamento debole e incerto del governo, che non aveva preparato gli abitanti all'inevitabilità dello sgombero. Giorgio Romano

Persone citate: Butros Ghali, Dayan, Ghali, Tamir, Weizman