Le casalinghe sono indifferenti alla «rivoluzione del lunedì»

Le casalinghe sono indifferenti alla «rivoluzione del lunedì» Abbiamo ripetuto il sondaggio con duecento telefonate Le casalinghe sono indifferenti alla «rivoluzione del lunedì» Ben organizzate, abituate a ricorrere ai mercatini, non si preoccupano per i negozi chiusi - Meno favorevoli sono le donne che lavorano, specie nel commercio Tra le caratteristiche dei consumatori d'oggi c'è anche un certo spirito di adattamento alle situazioni, una tendenza ad accogliere le novità senza alzar subito le lance delle proteste e della contestazlone.Dopo il primo disappunto, manifestato da alcuni alla notizia di una possibile chiusura dei negozi per tutta la giornata di lunedi, ora che i nuovi orari sono stati approvati in Consiglio comunale e che «la prova fino al 31 ottobre» è cosa certa a partire da luglio, la «voce» dei consumatori è meno agguerrita. Abbiamo rinnovato ieri la serie delle interviste telefoniche per sentire come tira il vento, se il lunedi chiuso è proprio una rivoluzione, se qualcuno si sente danneggiato. Duecento telefonate, numeri scelti a caso sulla guida, madri di famiglia, padri, figli, pensionati e lavoratori. Una domanda a bruciapelo, una risposta senza pensarci troppo. La maggioranza esprime un consenso, senza entusiasmo forse, ma con meditata sicurezza. .Lo avevo letto e subito mi aveva dato un gran fastidio — ammette Linda, 37 anni, insegnante — anche perché, egoisticamente, il lunedì è il mio giorno di riposo. Riflettendo però mi sono resa conto che di rado esco per acquisti il lunedi. E'piuttosto la giornata della burocrazia per l'amministrazione della famiglia, il medico per il bambino, il dentista e cosi via. La spesa alimentare la faccio al mercato rionale e questi restano aperti. Le altre compere posso farle in altri pomeriggi. Insomma, m'importa poco che tutto sia chiuso il lunedi e riconosco che per i negoeianti un giorno di riposo è indispensabile'. Pier Paolo, studente, 23 anni, sostiene di «non aver mai sentito sua madre imprecare contro gli orari dei negozi'. Aggiunge: •£' una casalinga, sa organizsarsi benet. Maria Piera, studentessa, 20 anni, ride divertita: .Mia madre lavora, è artigiana, ci aiutiamo tutti in famiglia e lei ha il sabato libero per la "spesa grossa". Perché dovremmo avere problemi il lunedi?'. Mirella, 39 anni, impiegata con due figli di 9 e 15 anni, è sicura che « le difficoltà si possano sempre superare'. Dice: «Ci si abituerà, come già ci eravamo abituati ai mercoledì pomeriggio senza alcuni negozi alimentari aperti. Basta organizzarsi: Maria, tabaccaia, 40 anni, già si organizza: 'Come potrei altrimenti stare in negozio e badare alla famiglia?'. Santo, operaio, 53 anni, moglie ed un figlio, ha una sola preoccupazione: 'Dovrei andare in fabbrica con il pane raffer* mo?', domanda». Ma appena sa che pane e latte sono in vendita 'freschi' anche il lunedi, si rassicura: 'Meno male. Questo mi basta. Per il resto la spesa la faccio io con mia moglie quando sono libero dal turno: Tra i pensionati qualche «riserva», perché «l'abitudine è tenace'. C'è chi .s'arrangia' e dice che 'tutti i giorni son buoni per le nostre piccole necessità' e chi ritiene che .rinunciare alla mia passeggiata del lunedi mattina nei negozi sotto casa sia un dolore'. Elsa, 84 anni, non ha .regole fisse» e la chiusura del lunedi le è .indiferrente», ma Giuseppe, vedovo e 'legato al mio tran tran» non è convinto: «Da sabato a martedì è lungo. E se dimentico qualcosa?: Non mancano tuttavia, tra i molti consensi e qualche indifferenza, le «voci» polemiche. In comune hanno quasi tutte una matrice: donne che lavorano fuori casa, la fatica di lunghi orari «con qualche straordinario: U sacrificio del ruolo di 'lavoratrice-madre-casalinga' che prolunga tra le pareti domestiche 11 peso della vita quotidiana. Tina, 56 anni, baby sitter si ritiene 'danneggiata': 'Mi capita già altre volte di uscire troppo tardi dal lavoro e di trovarmi la porta dei negozi sbarrata, ora dovrò anche badare al lunedi. Per me è una complicazione'. Anna, 32 anni, infermiera, non è soddisfatta: .Perché non chiudere le serrande con turni tra i negozi dello stesso settore merceologico? In questo modo avremmo sempre un punto commerciale aperto per quello che ci interessa». Rosa, 34 anni, pettinatrice, è irritata: .Sono contraria, sono contraria, — ripete alzando il tono di voce — ma che devo fare, chiudere il negozio due ore prima la sera se mia figlia ha bisogno di un paio di scarpe? Già adesso la spesa la fa mio marito che esce dall'ufficio alle 17; d'ora in poi dovrà provvedere lui a tutto?'. Sandra, 70 anni, merciaia «da quasi quaranta' confonde in sé il ruolo di consumatrice e di commerciante: .Mi ha sempre fatto comodo quella mezza giornata di chiusura e non nego che una giornata intera è allettante. Ma non sono d'accordo sul fatto che i mercati rionali restino aperti. Sapesse che belle vendite fanno sulle piazze. Aumenteranno ancora. Meglio chiudere tutti, evitiamo la concorrenza». Gina. 23 anni, commessa, è feroce: 'Adesso vedremo che succede con il nostro contratto. Noi dipendenti del commercio siamo i più danneggiati. I sindacati dovranno rivedere i nostri orari di lavoro. Simonetta Conti

Persone citate: Maria Piera, Simonetta Conti