Argentina-Olanda, sfida e nostalgia
Argentina-Olanda, sfida e nostalgia Oggi a Berna ripetizione della finale mondiale di Buenos Aires, sabato i sudamericani a Roma Argentina-Olanda, sfida e nostalgia Solo il campo dirà quanto è vera questa partita - Per Ardiles e Bertoni sarà l'ultimo incontro con la maglia biancazzurra - In caso di pareggio dopo 90', i calci di rigore decideranno la squadra vincitrice DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BERNA — Soltanto Luis Cesar Menotti non sembra cambiato da un anno fa, quando sotto la spinta della passione popolare e delle raccomandazioni del generale Videla portò la Nazionale argentina di Kempes, Ardiles e Passarella alla vittoria nel Mundlal. Probabilmente recita la parte del duro, dell'allenatore sempre concentrato, ma almeno lo fa con impegno. E' l'eccezione nelle ultime ore di vigilia della nuova sfida Argentina-Olanda, ripetizione' ma non rivincita della combattutissima finale del 25 giugno '78 nello stadio del River impazzito di entusiasmo. Menotti stende veli di fumo sulla formazione per stasera, mentre i giocatori passeggiano nei saloni dello Schweizerhof: Daniel Bertoni arri-, vato dalla Spagna, ArdileSj giunto dall'Inghilterra (sarà la loro ultima gara con la maglia biancazzurra, a Roma sabato giocheranno i nazionali che puntano a difendere il titolo nell'82) hanno abbracciato i vecchi compagni, con particolare entusiasmo Luque, Passarella e il portiere Pillol. E' il blocco che vinse praticamente il titolo, senza togliere meriti agli altri. Era atteso anche Mario Kempes, ma l'eroe dei mondiali fino a tarda sera non era ancora giunto qui a Berna. Dalla Spagna parlano di infortunio, Menotti minimizza ma è chiaro che non ha per nulla gradito il contrattempo. Gli olandesi sono al Bellevue, a cinquanta metri dai rivali. Si specchiano dalla terrazza nelle acque del fiume, hanno in pugno i soliti boccali di birra. Sembrano già sempre dei turisti, figurarsi stavolta in attesa di un match che dicono di sentire, ma chissà quanto. Jonny Rep, già abbronzato dal sole della Corsica, pensa ad un domani più lontano, ne ha abbastanza di mare e di barca. «VogHo tornare nel grande giro — dice ammiccando —, il Bastia la sua stagione d'oro l'ha già avuta e ora vivacchia come può. Di vacanza ne ho già fatta fin troppa, comincio quasi ad annoiarmU. Al quadro di questo bis di Argentina-Olanda mancano alcuni personaggi di spicco. Rensenbrink, talmente scaduto di forma da non essere neppure convocato, l'arbitro italiano Gonella che non piacque affatto agli olandesi, l'enigmatico tecnico austriaco Hernts Happel il quale guidava allora i «tulipani» ed è stato sostituito da Jan Zwartkruis, più modesto e cordiale. Soprattutto manca, ed è ovvio, lo spirito di un anno fa. Vecchie ruggini sono ancora evidenti fra i due clan, ma forse solo più a parole. Neeskens ricorda ancora una terrificante botta fra testa e' spalla rifilatagli da Passarella nei turbinosi tempi supplementari, ma pochi lo seguono su questo terreno. La Fifa, che ha organizzato questo revival in questa occasione del suo 75" compleanno, si affida all'etichetta della «rivincita» ma senza troppa convinzione. Solo il campo dirà quindi, nel turbinio di formazioni previste dai due tecnici, quanto è vera questa partita. C'è il rischio già corso da tutti gli spettacoli di successo: il bis è sempre risultato deludente. Porse si potrà vedere più gioco che non un anno fa, perché in Argentina fu soprattutto lotta, com'è logico. Menotti non dice troppo, ma il medico dott. Oliva (che ha vissuto a lungo a Varese, che ebbe in cura Marcello Fiasconaro) conferma che il nuovo astro argentino Maradona dovrebbe andare in campo sin dall'inizio. Lui e Villaverde saranno i due soli nuovi rispetto alla squadra mondiale. Una specie di passaggio delle consegne sul campo. Su Diego Armando Maradona c'è già una letteratura calcistica piena di iperboli: meglio aspettare di vederlo sul campo, e alla controprova romana di sabato. Se è davvero un altro Pelé, evviva, il calcio ha bisogno di giocatori da spettacolo. Per quanto riguarda la partita di stasera, l'accordo è che non sarà considerato valido il pareggio: la sfida dovrà dare per forza un vincitore. In caso di parità dopo i 90 minuti, non saranno giocati i supplementari ma si passerà direttamente ai calci di rigore. Poi i premi. Ad ogni atleta verrà consegnato un doblone d'oro, mentre la squadra vincitrice I riceverà un cristallo di Berg del valore di 4500 franchi svizzeri, 2 milioni 250 mila lire circa. Di certo, parlare di Argentina-Olanda mette nostalgia. Il Mundial dell'anno scorso fu 11 palcoscenico delle grandi imprese azzurre, di battaglie furibonde, di personaggi positivi e negativi: Kempes e Paolo Rossi, Bettega e Nelinho, Passarella e Krol (stasera alla sua 65" presenza in Nazionale), Kubillas e Krankl, ma anche Torocsik e Nijlasi, i due giovani assi magiari crollati sul piano dei nervi proprio per le provocazioni degli argentini, di Platini distrutto da Tardelli sin dal primo match a Mar del Piata, di Dalglish, stella scozzese senza fulgore. Rivisto a distanza di un anno, con davanti una partita che lo ricorda, il Mundial argentino sembra ancora più bello, circondato com'era dalla passione cieca della folla, che vedeva nel gol di Kempes e nella bandiera motivi, certamente malintesi ma veri, di riscatto sulle amarezze di tutti i giorni. Cosa chiedere ancora ai giocatori che andranno in campo stasera in una città cosi neutrale e fredda? Il meglio l'hanno già dato un anno fa sul terreno del River Piate. _ _ Bruno Perucca
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