Gli industriali Cee hanno un manifesto

Gli industriali Cee hanno un manifesto Cosa chiedono ai governanti Gli industriali Cee hanno un manifesto TORINO — A tre settimane dalle votazioni per il Parlamento europeo, e subito dopo che l'assise di Monaco di Baviera ha sancito la nascita ufficiale del sindacato europeo, scendono in campo gli imprenditori: il «Manifesto delle imprese europee», elaborato unitariamente dalle organizzazioni industriali dei «Nove», e destinato principalmente ai responsabili politici ed ai futuri parlamentari di Strasburgo, «vuole sottolineare i valori e gli obiettivi che noi imprenditori riteniamo debbano essere perseguiti nel quadro comunitario», come spiega Giorgio Frignani, presidente della federazione degli industriali piemontesi. Perché il progresso economico e sociale possa continuare nella Comunità questa ha bisogno di imprese dinamiche, competitive ed efficienti. Questo il concetto che sta alla base delle enunciazioni del manifesto, seguito dall'altro: il progresso economico e sociale esige libertà e pluralismo. Per questo, si spiega, gli industriali considerano essenziale un quadro economico nel quale sia garantito il principio delia concorrenza. Con tutto ciò gli imprenditori accettano la sfida che viene dalle nuove aspirazioni sociali «come il progressivo miglioramento delle condizioni di vita, il controllo delle condizioni ambientali, il miglioramento delle condizioni di lavoro ed una partecipazione attiva in seno all'organizzazione economica». Disponibilità, quindi, a correre l'avventura europea fino in fondo, a coglierne le occasioni e ad affrontarne i rischi. Ma a patto che esista dalla parte del potere politico comunitario un'analoga disponibilità a creare le condizioni indispensabili. La politica comunitaria, ad esempio, deve consentire la riduzione dell'inflazione, il riassorbimento della disoccupazione, il mantenimento della crescita; ma non deve provocare l'aumento degli oneri fiscali delle imprese, deve mantenere o ristabilire la loro redditività come condizione della ripresa degli investimenti. Ci sono ancora nella Comunità ostacoli agli scambi che vanno eliminati, ci sono regolamentazioni che vanno armonizzate in campo fiscale, giuridico e tecnico, ci si attende una politica unitaria in materia di istruzione e di formazione «per raggiungere livelli più elevati di cultura scientifica», è urgente una politica regionale più coraggiosa a favore delle regioni meno favorite. Se sul piano internazionale la Comunità deve ottenere dai grandi Paesi industriali (in particolare dagli Usa e dal Giappone) l'eliminazione degli ostacoli all'importazione di prodotti europei e con i Paesi in via di sviluppo deve stabilire le condizioni per una vera collaborazione, sul piano interno il confronto più stretto è sulle nuove aspirazioni sociali. Ai responsabili politici della Comunità gli industriali chiedono «che essi curino l'armonizzazione degli obiettivi e propongano tappe ragionevoli per realizzarli al fine di evitare che i costi che essi implicheranno raggiungano un livello incompatibile con il mantenimento della competitività delle imprese europee nei confronti della concorrenza internazionale»; e se potranno essere attuate «forme differenziate di partecipazione» dovrà comunque essere mantenuta «l'intera responsabilità degli imprenditori nella gestione e nella direzione delle imprese». «Gli imprenditori italiani — commenta Frignani — finora hanno fatto la loro parte, come dimostrano i loro successi internazionali di questi anni, ma sono disposti a fare ancora di più purché siano adeguatamente ascoltati e sostenuti». A Monaco la confederazione europea dei sindacati ha proclamato lo sciopero europeo e lanciato l'offensiva per la settimana delle 35 ore. «Gli scioperi e le riduzioni d'orario — commenta Frignani — non mi sembrano il rimedio adatto a rivitalizzare imprese come le nostre, ^he proprio in questo momento di ripresina hanno bisogno del pieno e razionale impiego di tutte le loro risorse, umane e materiali», v. rav.

Persone citate: Frignani, Giorgio Frignani

Luoghi citati: Giappone, Monaco, Monaco Di Baviera, Strasburgo, Torino, Usa