La dc cerca la rivincita sulla Riviera di Ponente

La dc cerca la rivincita sulla Riviera di Ponente 1 elezioni Campagna senza polemiche La dc cerca la rivincita sulla Riviera di Ponente Tre aree con caratteristiche diverse - Il pei punta a una riconferma -1 socialisti si mostrano fiduciosi in una ripresa DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE SAVONA — Si lascia l'autostrada ed è subito estate. Le spiagge non ancora totalmente racchiuse dagli stabilimenti balneari sembrano più vaste, libere e invitanti. Il sole non è da meno di quello di luglio. Il mare è quasi ovunque pulito, trasparente fino a rivelare i segreti dei fondali che i turisti di Ferragosto non vedranno mai. Sulle colline fioriscono le ginestre, qua e là divampano i colori delle piante di origine tropicale. E le elezioni politiche? La propaganda ufficiale dei partiti si limita all'indispensabile, molti spazi restano ancora vuoti. Non c'è spreco di carta, né frastuono eccessivo. Ai comizi quasi tutti i partiti preferiscono i confronti informali con simpatizzanti, i piccoli dibattiti, anche le discussioni al caffè. I liberali offrono aperitivi nei bar. I socialisti, dopo una certa abbondanza di garofani rossi (ma ci fu soprattutto a Genova per la venuta di Craxi), insistono su dibattiti e incontri. Prove della difficoltà dei partiti politici a catturare l'attenzione di un elettorato sempre più tendente al disimpegno, politicamente annacquato, proteso verso la stagione dei bagni? Oppure prove di una maturità civile che vorremmo estesa al resto d'Italia?. La Riviera di Ponente è un'isola evoluta che nasconde sotto l'aspetto disincantato e un po' sonnolento caratteristiche proprie. Anzitutto non è un'area omogenea. Va divisa in almeno tre parti. Il Savonese, la Riviera, l'entroterra. Il Savonese, industrializzato, si estende dal capoluogo a Vado Ligure sulla costa, a Millesimo e Cairo nell'interno. Questa è un'area di tradizioni operaie, molto politicizzata, abituata a lunghe lotte sindacali e civili, quasi interamente «rossa» dal 15 giugno 1975. Le percentuali del pei oscillarono nel 1976 tra il 45 e il 60 per cento, toccando punte superiori in alcuni centri. Nel Savonese il solo dubbio per le prossime elezioni può riguardare la tenuta del pei, sia tenendo conto delle critiche espresse dalla base più ortodossa alla linea nazionale del partito, sia tenendo conto di un certo scadimento qualitativo della classe dirigente locale che ha un vivaio modesto e non riesce interamente a sostituire gli uomini di punta, passati a responsabilità più elevate (il presidente della giunta regionale, il comunista Carossino, fu per anni ottimo sindaco di Savona). E' però diffusa l'impressione che il pel abbia ricuperato molto e che possa andare fiducioso alla prova di giugno. Il psi ha avuto momenti difficili nei rapporti col pei, ma a sua volta sembra fiducioso grazie anche al seguito personale del vicepresidente regionale Teardo, candidato alle elezioni europee. Anche Carossino ha optato per le europee. Limitato l'impatto dei radicali, che non hanno a Savona un vero e proprio centro di attività e di propaganda. Mo desta la presenza delle liste a sinistra del pei. La democrazia cristiana punta alla rivincita, sperando addirittura di strappare ai comunisti la posizione di partito con maggioranza relativa. Impresa ardua, mancando ai democristiani anche i nomi di forte richiamo. L'onorevole Russo, uno dei «padri de» nella Liguria di Ponente, è candidato al Parlamento europeo. I temi su cui battono i democristiani sembrano più quelli europei e nazionali che quelli ancorati alle esperienze locali. La seconda area più o meno omogenea è la Riviera comprendente tutti i Comuni di interesse turistico da Varazze a Ventlmiglia. L'omogeneità è data dalle condizioni socio-economiche: il turismo predomina, gli addetti al terziario sono stragrande maggioranza, il reddito medio è paragonabile a quello delle più ricche città industriali del Nord. Il Ponente turistico si divide però a sua volta in due parti: la costa sotto influsso savone¬ ssss se tende al «rosso», l'Imperiese al «bianco», con l'isola di Sanremo travagliata da gelosie e scontri di gruppi, da scandali in passato ricorrenti. La Riviera da Varazze a Albissola, da Spotorno a Finale, Albenga, Alassio, Cervo, fu quasi interamente strappata ai democristiani il 15 giugno 1975, con grande avanzata del pei (soltanto una crisi locale ha riportato ad Alassio il sindaco democristiano). Alle politiche del '76 toccò il 33,4 per cento a Finale Ligure, il 36 a Pietra Ligure, il 37 ad Alassio, sfiorando il 40 a Spotorno. I comunisti avanzarono anche nella provincia «bianca» di Imperia, passando dal 24,2 al 32,5 per cento, ma la democra¬ zia cristiana mantenne il suo primato, col 40,7 per cento. Resta la terza parte, più nascosta e scarsamente popolata: l'entroterra di Ponente, stupendo ma povero, dissanguato da un forte esodo contadino negli Anni Cinquanta e ora in via di ricupero grazie al turismo che ha scoperto i piccoli centri storici delle valli interne, da Castelvecchio a Pieve di Teco, a Dolceacqua e Bajardo. Un elettorato numericamente esiguo (meno di 40.000 unità) di tradizioni conservatrici, però in fase di rapida evoluzione. Nel 1976 a Pieve di Teco, roccaforte democristiana, i comunisti passarono dal 12 al 21,5 per cento. Mario Fazio

Persone citate: Carossino, Craxi, Mario Fazio, Ponente, Russo, Teardo