Segreto bancario: i pro e i contro di Natale Gilio
Segreto bancario: i pro e i contro Segreto bancario: i pro e i contro (Segue dalla l'pagina) chio tempo danno libero accesso ai conti dei clienti per tutte le operazioni di accertamento. Forse, entro il 1980. anche la Svizzera, patria degli «gnomi», capitolerà, visto che si stanno raccogliendo le firme per un grande referendum popolare abrogativo del segreto bancario. Cosa impedisce in Italia che le banche diventino case di vetro? Per avere una posizione ufficiale del sistema bancario ci siamo rivolti all'Abi (Associazione bancaria italiana), la «lobby» che rappresenta gli interessi delle aziende di credito italiane. Dice il direttore generale Franco Calabrese: «Il discorso della Guardia di Finanza è comprensibile. Dal loro punto di vista certamente farebbe comodo poter avere libero ingresso nelle attività bancarie. Occorre, però, meditare sulle conseguenze di un eventuale provvedimento che abolisse il segreto bancario. Dico questo, fermo restando che non è affatto provato che l'evasione si realizzi attraverso le operazioni di banca». C'è il fatto che siamo il solo Paese, insieme con la Svizzera, a mantenere il segreto bancario. «Formalmente è vero. Ma anche in questo caso il discorso da fare è un altro e si riallaccia a quanto più volte sostenuto dal prof. Visentini. Allora, non è tanto un problema di inviolabilità delle banche, quanto di aliquote fiscali. Fino a quando, progredendo l'inflazione, resteranno ferme, è chiaro che la gente cerchi tutti i sistemi per difendersi. Le aliquote, invece, come accade in altri Paesi, andrebbero indicizzate in senso inverso al tasso di inflazione». Cioè, lei dice che andrebbero ridotte in presenza di alti' tassi di inflazione. Ma a parte questo aspetto, qual è la ragione principale che le banche oppongono all'abolizione del segreto bancario? «Senta, c'è un grosso giro di risparmio e di operazioni che non potrebbe non tener conto di un eventuale provvedimen¬ to di abolizione. Mi riferisco chiaramente ad una parte della clientela». D'accordo, ma se il contribuente è a posto nei suoi rapporti con il fisco... «Parliamoci chiaro. Oggi formalmente le obbligazioni sono soggette a tassazione. Ebbene, non c'è una sola obbligazione che oggi paghi le tasse. Perché essendo al portatore è evidente che non si denuncino». Quando, però, si incassa la cedola, la banca trattiene la quota fiscale. «Certo, ma un conto è la cedola, un altro conto è la progressività dell'imposta che il risparmiatore andrebbe a subire riportando il valore delle obbligazioni nel suo reddito. Cosa vuol dire? Che tutti ì medi portatori di obbligazioni, il giorno che si abolisse il segreto bancario, butterebbero sul mercato i loro titoli. Vogliamo creare questo problema?». Cioè, un crollo dei titoli obbligazionari? «La metta come vuole. Ma questo è un solo esempio. Le dico di più: accettiamo l'ipotesi che sì abolisca il segreto bancario. I risparmiatori si dirigerebbero verso i Buoni del Tesoro, che per legge sono esenti da tasse. Si finirebbe per andar contro all'auspicio fatto da tutti di aiutare a finanziare la produzione e non lo Stato. Il giorno poi che si decidesse di assoggettare a tassazione anche i Bot, l'effetto sarebbe di alimentare ogni forma di mercato nero, di evasione all'estero ecc. Perché, ad un certo momento, su un red¬ dito negativo (nessun tasso di remunerazione recupera oggi la quota di risparmio mangiata dall'inflazione) poi ci si deve far portare vìa una aliquota del 30 per cento, abbastanza comune nel ceto medio, uno preferisce correre altri rischi. E'chiaro, stiamo parlando per ipotesi, facendo soltanto alcuni esempi. Ma questo è il discorso delle pesanti conseguenze economiche che avrebbe un provvedimento che abolisse il segreto bancario. Poi, stiaìno attenti a non dare eccessiva importanza a certe affermazioni, come quelle fatta al seminario della Guardia di Finanza. L'evasione, quella vera, di dimensioni imponenti, gli esperti lo sanno, usa altri canali. Non si serve certo delle banche». Natale Gilio
Persone citate: Franco Calabrese, Visentini
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