I magistrati padovani stavano indagando su uno dei presunti br arrestati a Genova di Giuliano Marchesini

I magistrati padovani stavano indagando su uno dei presunti br arrestati a Genova Collegamenti tra l'inchiesta in Liguria e quella condotta da Calogero I magistrati padovani stavano indagando su uno dei presunti br arrestati a Genova E' Giorgio Moro ni - Lo scorso anno era stato prosciolto dall'accusa di «aver partecipato ad una associazione diretta a sovvertire lo Stato» - I giudici si recheranno in varie città d'Italia per cercare dei nuovi elementi (Segue dalla 1* pagina) degli atti che ci sono stati trasmessi dal pubblico ministero Calogero». Aggiunge che il «documento» in cui è segnalato Giorgio Moroni. non si sa per quale specifico motivo,' è un «pezzo di carta» sul quale sono segnati diversi nomi. Potrebbe trattarsi di un foglio di un taccuino. Adesso, occorre stabilire quale importanza possa avere questo pezzo di carta che Calogero ha infilato in uno dei fascicoli della sua inchiesta a carico dei leaders di Autonomia. Intanto, viene presa in considerazione l'eventualità di altri collegamenti, in Italia e all'estero. Come il solito, la settimanale conferenza stampa del capo dell'ufficio Istruzione padovano è affollatissima. Palombarini fa il punto sull'istruttoria, che forse sta entrando in un periodo particolarmente denso di avvenimenti. «Durante questa settimana — precisa il magistrato —, abbiamo svolto diverse attività: non ci siamo dedicati soltanto all'esame delle testimonianze, ma abbiamo anche disposto una serie di indagini di polizia giudiziaria, per accertare se alcuni elementi siano da collegarsi ad altri». Giovanni Palombarini si preoccupa anche di smentire qualcuna delle notizie corse qui a Padova in questi giorni. «Abbiamo ricevuto persino delle telefonate, sia in ufficio sia nelle nostre abitazioni». Una delle smentite riguarda la voce secondo la quale sarebbe stato già pronto per l'emissione di altri dieci mandati di cattura. «Vi posso dire che da quando ho avuto tra le mani questo procedimento non ho firmato alcun mandato di cattura. Naturalmente, questo non significa che in vita mia io non ne emetta più. Voglio dire che se emergeranno degli elementi concreti, certamente prenderemo dei provvedimenti: potrebbe trattarsi di mandati di comparizione, nel caso in cui i reati contestati non fossero gravi: altrimenti, si camberebbe misura». Il capo dell'ufficio Istruzione precisa che nemmeno il pubblico ministero, fino a questo momento, ha inoltrato richieste di nuovi arresti. Aggiunge che l'indagine «sembra avere già dato qualche verifica in relazione a certi episodi». Palombarini parla dell'itinerario dell'istruttoria. C'è una pista che i magistrati padovani si accingono a battere, per i necessari «riscontri»: è quella internazionale, del controllo dei rapporti che alcuni o tutti gli imputati dell'inchiesta padovana avrebbero avuto, secondo le conclusioni di Calogero, con ambienti dell'Autonomia di altri paesi. «Di certo —dice Palombarini — vi sono persone che ne hanno avuti: il rilievo penale di questi contatti è oggetto dei nostri accertamenti. Insomma, si tratta di vedere se siano state attività criminose». Ma dove sono dirette queste indagini? Qualche rapporto sarebbe già stato inviato dalla polizia francese. «C'è un notevole bisogno di conoscenza — dice il giudice istruttore — anche per quanto riguarda l'area politica in cui rientrano certe persone. Le verifiche si riferiscono soprattutto a cittadini francesi, ad alcuni statunitensi». Si domanda se si tratti anche di «sondare» in qualche organismo. «Per adesso — replica il magistrato —direi di no». I giudici istruttori di Pado¬ va si dedicano anche a una serie di controlli interni, seguendo una catena di procedimenti in corso in diverse città italiane. «Inevitabilmente — dice Palombarini — il grosso del lavoro è legato al fenomeno dell'Autonomia padovana. Ciò non toglie che. per l'impostazione più generale dell'inchiesta, noi avvertiamo la necessità di assumere informazioni in merito ad altre istruttorie. Quindi, può darsi che nei prossimi giorni prendiamo contatto con parecchi colleghi: cercheremo di andare a Roma, perché abbiamo saputo che sarebbe in corso una specie di concentramento di documenti provenienti da varie città d'Italia. Ci sembra necessario acquisire questi dati». Il capo dell'ufficio Istruzione padovano riferisce di essersi incontrato, lunedi scorso, con il consigliere Achille Gallucci. «£' stato un incontro—aggiunge —strettamente operativo. E abbiamo preso l'impegno di vederci una seconda volta». Inoltre, fa presente Palombarini, vi è l'opportunità che 1 giudici padovani interroghino alcuni degli imputati trasferiti a Roma: «Si tratterà di ascoltarli su fenomeni sui quali i magistrati romani potrebbero non avere fatto nemmeno una domanda». Al di fuori della conferenza stampa, si raccoglie qualche altra notizia: da mercoledì prossimo, potrebbero cominciare i viaggi di due dei giudici istruttori padovani. Le mete dovrebbero essere Roma. Genova. Torino. Milano. Al palazzo di giustizia romano, i magistrati veneti avrebbero colloqui con Gallucci e i giudici che stanno occupandosi del caso Moro. Nell'imminenza di questo trasferimento nella capitale, si coglie tra gli inquirenti di Padova anche qualche lamentela: finora, il coordinamento con i magistrati di Roma sarebbe stato scarso. Giuliano Marchesini

Persone citate: Achille Gallucci, Gallucci, Giorgio Moro, Giorgio Moroni, Giovanni Palombarini, Palombarini