Quel monumento di Celentano di Marinella Venegoni
Quel monumento di Celentano Incontro col cantante che da 20 anni piace ai giovani Quel monumento di Celentano CAVALLERMAGGIORE — Piccole rughe gli segnano la faccia da quarantenne che ha cominciato da tempo a perdere i capelli. Ma l'abbigliamento è da ragazzo, ninnoli attaccati ai pantaloni, giaccona punk. Quando gira le sue terga al pubblico, nella caratteristica mossa che al festival di Sanremo del '60 scandalizzò i benpensanti, in sala scoppia un urlo. Adriano Celentano rimane, dopo vent'anni, un monumento della canzone italiana, campione immarcescibile della coppia più bella del mondo e del «perché continuano a costruire le case e non lasciano l'erba». Quattromila persone sono venute a sentirlo l'altra sera nella maxibalera di provincia. Dodicimila lire di biglietto (un prezzo che Celentano ha defi¬ nito, a chi gli chiedeva scandalizzato spiegazioni, «equo, perclvè adesso, in una qualsiasi discoteca spendi almeno S mila lire») pagate senza fiatare, senza tentativi di autorlduzione, in coda ordinata fin dal pomeriggio. Lui è arrivato alle undici di sera, mentre l'orchestra di venti elementi e un coro (in cui c'è anche Nora Orlandi, che dei cori è la signora) stentavano ormai a tenere a bada i ragazzi. Perché di ragazzi è composto il pubblico del molleggiato anticemento: sui diciottovent'anni, canticchiavano sottovoce motivi di dieciquindici anni fa, che Celentano ha riproposto con immutati accenti e mosse. C'era chi, giovanissimo, sussurrava al vicino: -Ti ricordi di quando, nel 70 a Sanremo, ha finto di dimenticarsi le parole della camone? Che forte!». E lui, di essere «forte», lo sa. Si definisce un cantante-attore completo, torse un tantino esagera quando, parlando di cinema, dice: «Fellini e io siamo due cose differenti. A discapito di chi vada la differenza, non lo so. Della canzo.ne, sono una colonna». Ride in faccia a chi gli chiede perché non abbia scelto il Palasport per il suo concerto: -Non c'è niente che non abbia riempito, io». Il solerte amico-patron Miki Del Prete si premura di' aggiungere che nell'estate, dal 20 luglio, Adriano inizierà una tournée negli stadi di tutt'Italia: «E lì, il biglietto costerà soltanto quattromila lire, e otto per i primissimi posti». Ma, prima di questo, c'è una tournée in Germania, che inizia domani ad Amburgo. «A Zurìgo, a Monaco, già si vendono i biglietti a borsa nera» sussurra l'Organizzazione, che incassa ogni séra sui 30-35 milioni. Decisamente tanti, per questa povera Italia. «Ma io non prendo niente — si affretta a dire Celentano — soltanto le spese per andare in giro. Ci sono cinquanta persone che si muovono ogni sera». Sulle sue «spese», comunque, mistero, anche se lui ammette: «E' vero che ho un po' di debiti, legati a tutta la mia attività, alle tasse, a un film costato un miliardo e mezzo (Geppo il folle) che doveva costare molto meno». Ecco forse la causa di questo fervore rinato di concerti, dopo due anni dedicati solo al cinema. Lui spiega: «Faccio concerti perché devo tenere sempre presente che io nasco come cantante, e avendo questi due canali, mi devo destreggiare un po'. Le due cose, insieme, non si possono fare. Diciamo che è un fatto promozionale, perché sta uscendo un mio nuovo Lp, e anche un po' divertente». Ma lui, sulla scena, non pare divertirsi. Con espressione freddissima, misura le mosse e, all'improvviso, fa scattare le gambe. Urli. Lo fa da vent'anni, funziona sempre. Ma c'è stata un'evoluzione? «Dopo i ventiquattromila baci ho sentito il bisogno di denunciare con le canzoni un argomento che mi sta a cuore fin dalla nascita, un fatto mio istintivo: il problema della natura. Sulle vicende nucleari, penso che ha ragione Pannello». Natura, amore («Che nella mia vita sta al primissimo posto») e cinema. Tre cose «che contano per me, ma il massimo è fare del cinema cantando, e di farlo nel senso creativo, di scrìvere la storia, di girarlo come piace a me. Credo che con la macchina da presa riuscirei a scrivere ciò che non riesco con la penna. Certo, è più divertente cantare». Se con l'ecologia cantata ha precorso i tempi, con le sue storie d'amore e di coppie è ritornato di moda, adesso che c'è il riflusso... «Che cos'è questa cosa? — chiede incuriosito — non ne ho mai sentito parlare». Marinella Venegoni Adriano Celentano, 41 anni, durante il concerto a Cavallermaggiore (foto P. Goletti)
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