Un lungo viaggio nell'emarginazione giovanile tra drogati e ragazzi in cerca di una speranza di Claudio Giacchino

Un lungo viaggio nell'emarginazione giovanile tra drogati e ragazzi in cerca di una speranza Presentato alla rai-tv film inchiesta su aspetti meno noti della realtà torinese Un lungo viaggio nell'emarginazione giovanile tra drogati e ragazzi in cerca di una speranza Muniti di cinepresa e registratore tre registi romani hanno svolto, per incarico di Regione e Comune, un'approfondita indagine sulla «diversità sociale» - Titolo: «Memoria del presente» - Esperienze di immigrati e tanti racconti con rabbia Armati di cinepresa e registratore hanno viaggiato in lungo ed in largo per il pianeta del. l'emarginazione giovanile torinese, hanno interrogato e dato voce a decine di ragazzi e ragazze che non si riconoscono o non rientrano nella comune definizione di «normalità». E' il lavoro che dall'autunno scorso tre registi di una cooperativa romana, la Crav (cooperativa ricerche audiovisive), hanno svolto a Torino su commissione dell'assessorato regionale all'assistenza e di quelli municipali della gioventù e dei servizi sociali. Una sintesi di questo lavoro, cinque ore di trasmissione, 14 racconti, tutti in prima persona, di giovani che appartengono alla cosiddetta «diversità sociale», è stata presentata ieri pomeriggio in anteprima presso la Rai di via Verdi 16. Di analisi sull'emarginazione metropolitana a Torino ne erano già state realizzate parecchie, questa dei registi Franco Barberi. Roberto Buttafarro e Luigi Collo non è quindi un frutto nuovo. Ma nuovo è il modo in cui è stata attuata. Il programma esce dal cliché dell'inchiesta sociologica e psicologica corredata dal tradizionale, massiccio intervento di esperti con il consueto bagaglio di dotte dissertazioni e relativa dispensa di ricette terapeutiche. E', invece, soltanto una testimonianza, asettica e diretta, di chi ha imparato a vivere fin dall'adolescenza ai margini della società. Non a caso gli autori hanno intitolato la loro fatica: 'Memoria del presente». Una memoria utile per cercare di comprendere modi di vita e categorie di pensiero di ragazzi emarginati, per capire attraverso quali meccanismi la «diversità» è diventata il loro abito esistenziale. Davanti alla macchina da presa parlano Danilo e Mirella, entrambi in lotta con la piovra dell'eroina; Maria Grazia e Carla, lesbiche, disoccupate e la- druncole; Giovanna, ex baby sitter. ex di tanti lavori saltuari, ex bimba Immigrata dalla Sardegna e a scuola perennemente discriminata «perché meridionale e figlia di contadini semianalfabeti»; Jerry. ex studente, ex attivista nel circolo del proletariato giovanile «Barabba». Sullo schermo cambiano le facce, 1 nomi, mutano le intonazioni dialettali, ma si riproietta sempre una storia uguale: famiglie disgregate, assenti, o presenti solo per punire, picchiare, imporre divieti; approcci con la droga: tirocinii con il furto; giornate di noia, fame, solitudine. E. soprattutto, giornate intrìse di rabbia, di rifiuto di tutto e tutti, di aspirazioni confuse, metafisiche, spesso dettate dalla filosofia del 'tutto e subito». Esemplare la confessione di Jerry. 17 anni. Il giovane racconta del disinteresse reciproco con la famiglia, della scoperta della politica «a scuola, con tutto il casino che succedeva, le assemblee, i cortei gli scioperi», della militanza nel circolo «Barabba». «Mi divertivo, tutto era bello»), del caos ideologico ed esistenziale che presiede alla sua vita. «7o Doglio vivere, essere felice, ma adesso non c'è niente che mi va. A scuola non ci torno, a me piace studiare per conto mio, le cose che mi garbano. Adesso non faccio nulla, passo il tempo ad aspettare qualcosa». Un monologo contorto, che è la negazione di tutto, né lavoro, né impegno politico, non più noia, e la pretesa di ùn tutto che neppure Jerry sa definire. Tonino, giunto nel '71, a 13 anni, dalla Sardegna, racconta l'esilio sociale patito alle Vallette. « Un glietto, là ci hanno messo la gente che viene da fuori e che è piena di casini», i tanti lavori neri subiti, il rifiuto dello sfruttamento, l'adesione a Lotta Continua, il riflusso nel privato con l'incerta occupazione di fruttivendolo ambulante. «.Ve ho passate tante, vedremo, certo che per i tipi come me. senza fa- miglia è sempre dura». Danilo spiega l'inferno della droga: .Non mi buco più, forse ce la farò ad evitare la schiavitù della droga. Ma, frequentare il giro della droga di via Po e dei Giardini Reali, equivale ad un marchio. Anche se vuoi uscirne fuori, è ben difficile che gli altri ti lascino. A mio fratello Saverio, per esempio, gli hanno anche sparato alle gambe gli spacciatori. Per loro noi siamo gente pericolosa». La ragazza di Danilo, Mirella, illustra le mille seduzioni dell'eroina: 'Forse siamo liberi dalla polvere bianca, ma chi lo può dire? Nessuno ti aiuta, dobbiamo arrangiarci da noi. Il momento peggiore, per assurdo, è quando hai soldi. Bisogna spenderli subito, magari buttarli, prima che il diavolo che ti brucia dentro ti persuada ad andare dagli spacciatori». Drammi, amarezze, delusioni. Rita. 21 anni, definisce l'esperienza di vita da «frikettona» : 'Una tristezza. Sei insieme a tanta gente, ma non c'è nulla, sei sola con te stessa». Parla con ira dell'ambiente di lavoro, la catena di montaggio alla Fiat: .Ero entrata con tante speranze nella classe operaia. Invece... Gli operai altro che a cambiare le cose pensano, parlano sempre e solo di sport e sesso». Il programma dura 5 ore. ma è soltanto uno spezzone dell'immane ricerca compiuta da Barberi, Buttafarro e Collo (20 ore di filmato e 100 di interviste). Lo spezzone comunque è di innegabile interesse, c'è da sperare che Comune e Regione gli diano la pubblicità che merita facendolo circolare nelle scuole e nelle fabbriche. Claudio Giacchino

Persone citate: Barberi, Buttafarro, Collo, Franco Barberi, Luigi Collo, Maria Grazia, Roberto Buttafarro

Luoghi citati: Sardegna, Torino