L'Arabia darà il petrolio all'Italia «ma usate auto che consumino poco» di Franco Mimmi

L'Arabia darà il petrolio all'Italia «ma usate auto che consumino poco» Il principe saudita Fahd a colloquio con Andreotti a Roma L'Arabia darà il petrolio all'Italia «ma usate auto che consumino poco» Avviato il discorso per procedere a acquisti diretti di greggio da parte dell'Eni - È stata confermata la posizione del governo italiano per il problema medio-orientale: appoggio alla causa palestinese e una serie di negoziati per dare soddisfazione ai diritti di quel popolo ROMA — In un momento come questo, ciò che piti interessa agli italiani nei colloqui tra il presidente del Consiglio, Andreotti, e il principe della corona saudita, Fahd, è il problema del petrolio: se e quanto e a che prezzo Ryad sia disposta a darcene. L'ospite arabo, giunto a Roma per una visita non ufficiale di un paio di giorni, sentita la domanda di un giornalista ad Andreotti [«Gli italiani, andranno in macchina o a piedi, questa estate?»), ha detto sorridendo: «Voglio partecipare alla risposta: penso che gli italiani possano andare con la vettura che piace a loro, purché usino automobili piccole, che consumino poco». Andreotti ha aggiunto: «Einoltre, nondimentichiamo che tra andare a piedi e andare in macchina vi sono tante altre possibilità». Fahd, in Arabia Saudita, è secondo solo a re Khaled, di cui è fratello, e molti ritengono che sia lui il vero conduttore della politica di Ryad. anche se proprio nei giorni scorsi si è parlato di una diatriba all'interno della famiglia reale (che ieri Fahd ha tenuto a smentire). Il principe era reduce da altre due tappe europee, Parigi e Bonn. Questo viaggio è un sintomo della volontà saudita di rafforzare i rapporti con l'Europa, visto che la tradizionale amicizia con l'America, in seguito al trattato di pace tra Israele e Egitto, si è un po' raffreddata. Andreotti ha detto che nell'incontro con Fahd è stato avviato il discorso per procedere ad acquisti diretti di greggio, che non passino attraverso le grandi compagnie internazionali (al colloquio ha partecipato anche il presidente dell'Eni, Mazzanti); ha poi aggiunto che si spera di avere aperto la via a soluzioni positive. Ma la maggior parte della conferenza stampa, a partire dall'introduzione di Andreotti e dalla replica di Fahd, è stata dedicata al problema medioorientale, che vede II Cairo sempre più isolato in seguito al trattato di pace firmato con Tel Aviv sotto il patrocinio degli Stati Uniti. Il premier italiano è stato molto fermo nel ribadire la posizione italiana, che è poi quella dell'Onu e della Cee, e che consiste nell'appoggio alla causa palestinese, ma anche nel ritenere la via negoziale l'unica possibile per ottenere la soddisfazione dei diritti di quel popolo. «Noi vediamo questo trattato come una tappa — ha detto Andreotti —, mentre molti Paesi arabi temono che non aiuti un'ulteriore stabilizzazione del Medio Oriente. Ab¬ biamo spiegato con molta chiarezza che secondo noi questo processo deve proseguire, e per ciò che ci riguarda noi e la Cee faremo ogni passo perché si raggiunga un equilibrio di pace in questo scacchiere così delicato, con i negoziati e con l'effettiva volontà di condurli a compimento. Pensiamo che il tradizionale senso di equilibrio e di moderazione dell'Arabia Saudita possa giovare molto». Ma altrettanto fermamente ha risposto Fahd: «La causa araba è giusta. Noi chiediamo cose approvate dall'Onu. Crediamo che non vi sarà stabilità se non saranno restituiti agli arabi i loro diritti. Primo di tutti quello dei palestinesi all'autodeterminazione. Ogni accordo, bilaterale o altro, che non includa questa richiesta, non potrà avere successo». I due uomini di Stato non hanno fatto, nel prosieguo della conferenza, che ribadire le rispettive posizioni. «7/ diritto del popolo palestinese è di creare un suo Stato nella sua terra», ha detto 11 principe saudita. E Andreotti: «Ho già detto che occorre fare ogni sforzo perché il timore degl\ Stati arabi per l'accordo Egit- to-Israele sia superato, e si possano avviare prestissimo i negoziati con i palestinesi per la soluzione prevista dall'Onu». Quando la domanda di un giornalista arabo ha scavalcato le dichiarazioni di principio puntando al particolare («Per Gerusalemme, si è proposto qualcosa di accettabile per entrambe le parti?»), Andreotti è ricorso alla mozione degli affetti nazionali: «E'impossibile una soluzione giusta per il Medio Oriente se non si risolve il caso di Gerusalemme. Ricordo ancora gli accenti commoventi di re Feisal quando, nel corso della sua visita in Italia, nel 1973, si parlò di questo argomento». Una domanda a Fahd: «Un giudizio sulle relazioni attuali tra Arabia Saudita ed Egitto». Risposta: «L'Arabia Saudita non è lieta di vederle peggiorare. Ma non siaino noi che abbiamo cercato questo peggioramento». Franco Mimmi

Persone citate: Andreotti, Mazzanti