Con moglie e figlio in ospedale tenta di estorcere 400.000 lire
Con moglie e figlio in ospedale tenta di estorcere 400.000 lire A Messina: sorpreso dagli agenti mentre cercava i soldi Con moglie e figlio in ospedale tenta di estorcere 400.000 lire È un idraulico che lavora solo saltuariamente - La patetica lettera di minacce, firmata «un tuo caro amico», prometteva tra l'altro la restituzione dell'intera somma al commerciante preso di mira NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE MESSINA — Nel carcere «Gazzi», a Messina, Pasquale Zagami, 40 anni, maldestro autore di un tentativo d'estorsione, spera da tre giorni di ottenere la libertà provvisoria. Il suo legale la chiederà, forse oggi, al magistrato che indaga sul conto di Zagami, arrestato sabato sera in via Maddalena da agenti della' squadra mobile mentre raccoglieva un involto nel quale la vittima dell'estorsione, il negoziante Giuseppe Fama, di 49 anni, avrebbe dovuto mettere quattrocentomila lire. Zagami è un idraulico che lavora solo saltuariamente e da alcuni giorni è disperato perché la moglie Teresa Spadaro e un figlio sono ricoverati in ospedale. Al vicequestore Ettore Distefano, capo della squadra mobile, e al commissario Vincenzo Speranza, che l'hanno arrestato, ha detto di «aver perso la testa». «Non sapevo più a che santo votarmi», ha esclamato scoppiando a piangere. Pasquale Zagami, dopo un breve interrogatorio, è stato portato in carcere. Il «colpo» di quattrocento mila lire l'ha tentato giorni fa, facendo pervenire a Giuseppe Fama — titolare d'un negozio di sanitari per l'edilizia — una lettera anonima, infilata sot¬ to la porta del deposito. Una lettera strana, firmata «Un tuo caro amico». «Caro Fama, ti giuro di fronte a Dio che ti restituirò le quattrocentomila lire — c'era scritto tra l'altro —: Non pensare che sia un delinquente abituale o che pure ritornì a farti un 'azione del genere, ma stai attento a non rifiutarti perché nelle condizioni in cui mi trovo potrei commettere qualche brutta sorpresa. Sai, la benzina o il gas commettono brutti scherzi. Quindi accetta». Più avanti il ricattatore precisava di essere spinto dalla necessità di curare l'anziano padre ricoverato in ospedale. Insomma, una specie di giustificazione. Invece del padre l'idraulico ha in ospedale moglie e figlio. Ma non è certo una diminuente, anche perché — è stato sottolineato in questura — nella lettera anonima, alle minacce già citate, se ne aggiungeva un'altra: «Se le cose mi andranno male, ci penserà mio cugino». Polizia e carabinieri stanno cercando di scoprire se Pasquale Zagami si sia davvero accordato con qualche parente. «Sono un pover'uomo», ha urlato l'altra sera quando gli agenti l'hanno sorpreso, su denuncia del Fama, in una cabina telefonica in via Maddalena all'angolo con via Gibellina, dove aveva «ordinato» di lasciare il pacchetto con il denaro. Per prudenza, anziché andarci la sera stabilita, aveva preferito farlo l'indomani. Ma ad attenderlo c'erano gli agenti che avevano pazientemente sorvegliato la cabina, seguendo le mosse di quanti vi si erano trattenuti, a. r.
Persone citate: Ettore Distefano, Giuseppe Fama, Pasquale Zagami, Teresa Spadaro, Vincenzo Speranza, Zagami
Luoghi citati: Messina
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