Quasi paralizzato il tribunale per lo sciopero dei cancellieri
Quasi paralizzato il tribunale per lo sciopero dei cancellieri È proseguito solo il processo sulle frodi del burro Quasi paralizzato il tribunale per lo sciopero dei cancellieri Con il personale delle segreterie, sostengono di essere «pagati poco e sfruttati parecchio» - L'agitazione continua oggi e domani Palazzo di giustizia vuoto, aule di tribunale chiuse, uffici deserti. Sui cartelli scritti a mano affissi alle porte c'è scritto •Sciopero" e si legge che cancellieri e personale delle segreterie protestano per -l'ennesima promessa non mantenuta: per -le beffe» a causa dei contratti andati a vuoto durante la contrattazione tra sindacati e organi governativi. Anche per questa categoria i problemi che stanno alla base della protesta sono economici {•Pagati poco e sfruttati parecchio») e normativi. Si reclama uno stipendio che sia adeguato a quello di «altri lavoratori» dipendenti dello Stato, l'adeguamento degli organici, cronicamente carenti per fronteggiare una massa di lavoro in costante aumento. E' il lamento di una categorìa tra le meno protette nonostante sia determinante per il funzionamento dell'amministrazione giudiziaria: cancellieri, segretari, dattilografi, commessi, ufficiali giudiziari, un esercito di sottoposti senza i quali nulla può funzionare, tante rotelline indispensabili di un meccanismo essenziale che tuttavia nel grande libro dei conti deilo Stato riceve appena gli spiccioli. Che sia indispensabile l'esercito dei cancellieri e collaboratori di giustizia, lo dimostra proprio questo sciopero a cui ha aderito la quasi totalità degli interessati: uffici bloccati, pratiche rinviate, processi rifissati, avvocati indispettiti, e migliaia di cittadini delusi. Un solo processo è andato avanti, quello sulle frodi dei grossisti di burro e carne e una sola sezione d'appello ha lavorato. Il resto del personale ha rispettato alla lettera le indicazioni sindacali. Lo sciopero continua oggi e in parte domani. _ ★ ★ «Ne/ 1982, tra poco più di due anni nulla potrà più essere preteso da questi imputati, perché i gravi reati da loro commessi cadranno in prescrizione», ha ricordato l'avv. Bestente, rappresentante dell'Amministrazione dello Stato, ai giudici della 5" sezione del tribunale, davanti ai quali sono giudicate le 56 persone della colossale frode allo Stato, per aver fatto entrare clandestinamente nel nostro Paese tonnellate di carne e burro, frodando all'erario alcuni miliardi. Nel replicare alla valanga di eccezioni di nullità (oltre una cinquantina) Bestente ha sostenuto che »vi è nullità soltanto quando siano stati effettivamente violati alcuni diritti della difesa. In un processo come questo, irto di difficoltà procedurali, occorre fuggire dalle secche del formalismo per puntare alla sostanza». Tra le 50 eccezioni di nullità, l'avvocato dello Stato ha ritenuto valide soltanto quelle che riguardano Emilia Blangino Bosco, contitolare della «Stalea» di La Loggia, una delle più grosse aziende importatrici di carne in Piemonte. Sono: la truffa nei confronti dello Stato bulgaro, contestata alla Blangino e l'as■ sociazione per delinquere. Secondo l'avv. Del Grosso, difensore della Blangino, su queste accuse l'imputata non sarebbe stata interrogata dal giudice. Di qui la nullità dell'ordinanza di rinvio a giudizio e quindi la necessità di far «slittare» il processo. Ieri pomeriggio ha parlato l'avv. Marinella Ventura Piselli, che assieme agli avvocati Costanzo e Biagetti difende la società svizzera «Kuhne e Nagel», (gli autotreni con i carichi di contrabbando partivano dai magazzini di Ginevra di quella società). Questa mattina replicherà il pm Corsi. Poi i giudici si ritireranno in camera di consiglio per dealdere la sorte di questo difficile processo.
Persone citate: Bestente, Biagetti, Blangino, Del Grosso, Emilia Blangino Bosco, Marinella Ventura, Nagel
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