Il psi e l'Europa di Aldo Rizzo

Il psi e l'Europa Il psi e l'Europa (Segue dalla l'pagina) aggiungono, servirà a chiarire meglio la natura e la qualità delle forze politiche in campo e le linee lungo le quali esse sono destinate ad aggregarsi. Ritorna la questione (più italiana che europea, poiché in Europa essa appare sostanzialmente risolta) se la de non debba essere, magari non debba rassegnarsi a essere, il polo democratico-conservatore o democratico-moderato, in alternativa a quello democratico-socialista, con i liberaldemocratici al centro come forza «pendolare». E'la famosa questione dell'alternanza, che in Italia viene considerata ancora prematura, anche dai socialisti; i quali tuttavia si ripromettono di farla diventare sempre più concreta proprio per effetto dell'esperienza politica comunitaria. Mi dice Mario Zagari, che è capolista per l'Italia centrale nelle elezioni del 10 giugno: «Sia la de che il pei pensano di esportare nel Parlamento europeo la geografia politica nazionale; ma l'Europa sarà una geografia completamente nuova. La de, soprattutto italiana, ma anche belga, ha avuto momenti riformatori nel vecchio Parlamento europeo, in collegamento con i socialisti; ma nel nuovo gli schieramenti saranno più stretti e i condizionamenti degli alleati più pesanti. Quanto al pei. è una pura illusione quella di proiettare il compromesso storico su scala europea. Il pei si troverà di fronte a un grosso cartello conservatore e a fianco di una grande sinistra europea, con grandi' partiti socialisti seguiti da grandi forze sindacali. Dovrà compiere le sue riflessioni e fare le sue scelte. Noi speriamo che le une e le altre siano sempre più quelle giuste. Del resto nel vecchio Parlamento abbiamo lavorato bene insieme. Alla fine mi è parso che i compagni comunisti fossero, se non trasformati, diversi, rispetto a quando erano arri-' vati». Parliamo anche del sistema elettorale europeo, che per questo primo Parlamento è stato scelto dai singoli Stati nazionali (e in Italia nessuno se ne mostra soddisfatto) ma che, per la seconda legislatura, dovrà essere unificato. Tenendo conto che in quest'occasione la Francia ha modificato il sistema interno del collegio uninominale a doppio, turno in favore di quello proporzionale e che pertanto resta solo l'eccezione britannica, si può dedurre che la futura legge elettorale unica europea sarà proprio quella proporzionale. Sorge un problema un po' paradossale. In Italia ci aspettiamo dal processo europeo effetti di ammodernamento e disprovincializzazione del nostro sistema politico; ma intanto si rafforza proprio quel criterio di registrazione del consenso politico che molti, anche socialisti, considerano un fattore specifico o addirittura determinante della confusione italiana. Zagari è fra quelli che giudicano importanti i nodi politici più che i meccanismi dell'ingegneria istituzionale. Ma si possono fare considerazioni diverse. Questa che sta per aprirsi è una fase grosso modo costituente dell'entità politica europea; dunque è necessario che vi partecipino tutte le forze politiche, anche quelle me¬ no consistenti, e che siano registrate col metodo più rigoroso possibile. La stessa questione delle maggioranze e delle minoranze si porrà in maniera relativa in un Parlamento che sarà subito alle prese col problema della sua stessa identità politico-istituzionale e che pertanto avrà bisogno del massimo consenso interno. La questione dell'alternanza e dei suoi struménti anche elettorali sorgerà col sorgere di un vero esecutivo, di un vero governo europeo. Questo serve anche a ricordale che la prospettiva europea è molto importante, ma i suoi tempi non sono certo brevi, e che dunque su come uscire dalla crisi italiana dovremo pensarci un belpo'fra noi stessi. Aldo Rizzo

Persone citate: Mario Zagari, Zagari

Luoghi citati: Europa, Francia, Italia