Diritto internazionale e licenza di uccidere di Francesco Rosso

Diritto internazionale e licenza di uccidere Diritto internazionale e licenza di uccidere Il turbine dell'Islam torna di attualità, l'incitamento al massacro ha valicato i confini del mondo strettamente musulmano, investe l'intero globo terrestre. «Uccidete lo Scià», ha proclamato lo sceicco Sadegh Khalkhali, capo del tribunale rivoluzionario islamico e portavoce dell 'ayatollah Khomeini, e per il buon peso ha aggiunto nella lista Farah Diba, le madri di entrambi i sovrani, ufficiali e diplomatici tra cui Ardeshir Zahedi, ex ambasciatore iraniano a Washington. La condanna a morte non avrebbe sorpreso nessuno dopo le esecuzioni sommarie avvenute da quando ('ayatollah Khomeini ha assunto praticamente il potere in Iran; ciò che sorprende e preoccupa è il tono della sentenza; uccidete lo Scià e tutti gli altri non importa dove, e chi li ucciderà non potrà essere arrestato come terrorista dal governo del Paese in cui avverrà l'uccisione, poiché egli esegue la sentenza emessa dalla corte rivoluzionaria islamica. Il che significa bellamente: le leggi di casa tua non ci interessano, ti imponiamo le nostre, quello che tu consideri un assassino per noi è un patriota e vogliamo che anche tu lo consideri tale. Inutile chiedersi se si tratti di follia o di ricatto; è un fatto nuovo nelle relazioni internazionali. Situazioni similari si sono già verificate, ma con sfumature che almeno salvavano le apparenze. Leone Trotzcky si era rifugiato in Messico convinto di essere al sicuro dalle minacce staliniane. Fu ucciso dopo alcuni tentativi andati a vuoto, ad uno dei quali, partecipò anche il grande pittore Alfaro Siqueiros; Francesco Rosso (Continua a pagina 2 in quarta colonna)

Persone citate: Alfaro, Farah Diba, Khomeini, Leone Trotzcky, Zahedi

Luoghi citati: Iran, Messico, Washington