Appello per gli assassini e i carcerieri di Cristina: sfuggiranno all'ergastolo?

Appello per gli assassini e i carcerieri di Cristina: sfuggiranno all'ergastolo? Martedì processo di secondo grado per ii rapimento, la prigionia e la morte della studentessa Appello per gli assassini e i carcerieri di Cristina: sfuggiranno all'ergastolo? I giudici di Novara emisero 6 condanne di carcere a vita - Tra gli imputati anche 2 donne - La famiglia Mazzotti si è costituita parte civile: saranno presenti la madre, lo zio e i fratelli - Il padre morì di infarto dopo la tragedia Cristina Mazzotti, la vittima innocente che segna tragicamente la «presa del potere» mafioso dentro il triangolo industriale del Nord. Si torna a parlare di questa ragazza rapita, e uccisa: martedì infatti prende il via il processo in Assise d'appello contro la banda di calabresi e milanesi già giudicata a Novara. Uomini e donne che sul cadavere della ragazza spartirono un riscatto di oltre un miliardo, soldi consegnati dalla famiglia illusa il giorno stesso in cui il corpo ormai privo di vita di Cristina veniva sepolto nella discarica Varallino di Galliate. Sono dunque riuniti un'altra volta i boss, i guardiani, i manager del delitto, i finanziatori, i riciclatori del denaro sporco, la truppa e i capi di questo cinico esercito clandestino reclutato tra Lombardia e Calabria ed ora disperso nelle carceri di mezza Italia a scontare pene che variano dall'ergastolo al vent'anni di reclusione e che si appresta a protestare innocenza, ad invocare attenuanti o pretesti procedurali. Ecco i nomi degli imputati, le condanne, i ruoli svolti da ognuno nel rapimento di Cristina avvenuto il 1" luglio '75 e durante la prigionia della ragazza, durata un mese esatto. Giuliano Angelini . 40 anni, milanese, condannato all'ergastolo. Ha affittato la cascina di Castelletto Ticino in cui scavò una cella umida dove venne portato e custodito l'ostaggio. Ha confessato, scritto memoriali, accusato i complici del Sud coi quali tenne contatti durante il sequestro. Ha fatto il nome del «padrino» calabrese Giacobbe. In carcere ha subito minacce e pestaggi, teme di lasciarci la pelle. Loredana Petroncini, 32 anni, emiliana, amante dell'Angelini: ergastolo. Ha partecipato alla preparazione del sequestro, è stata carceriera di Cristina e cuoca della banda; con Angelini è stata in Calabria a ricevere la parte del riscatto (107 milioni). Ha spogliato Cristina dei pochi gioielli che i carabinieri trovarono poi, murati, nella cascina. Libero Balli nari, 29 anni; ergastolo. Ex contrabbandiere, è stato sorvegliante di Cristina e poi ne ha sepolto il corpo. Arrestato in Svizzera, ha dato il via alla lunga serie degli arresti. Autore di numerosi «memoriali» accusatori, è stato condannato in Svizzera ma il suo processo è stato annullato di recente. Potrebbe tornare Ubero tra poco. E' pure il riciclatore di una parte del bottino (90 milioni). Gianni Carlo Geroldi, 35 anni, di Crema; ergastolo. Ha aiutato l'Angelini a costruire il cunicolo-cella ed a seppellire, poi, la ragazza. Compenso: 15 milioni. 1111■ 111 ■ ■ I<' 1J J11Ji 11L1111 j L111: l h1111] 111111111 Passiamo al «ramo del Sud». Achille Gaetano, 37 anni da S. Eufemia di Lamezia, ergastolo, ha svolto il ruolo di intermediario tra il «boss» e la banda del Nord, in qualità di plenipotenziario della mafia. Rosa Cristiano, 31 anni, foggiana; ergastolo. Ex amante di Angelini, è stata la carceriera di Cristina. Era lei che preparava ri j rhl: 11 [11111111 r11 ! i L111 i i 111 1111111 le dosi di Valium che sarebbero state fatali all'ostaggio (le somministrava, secondo l'accusa, anche 200 gocce di sedativo al giorno). Francesco Gattini, 36 anni, calabrese: ergastolo. Braccio destro di Antonino Giacobbe, il «padrino», è accusato di aver ritirato con altri il riscatto pagato dai Mazzotti. Antonino Giacobbe, 59 anni da Reggio Calabria: ergastolo. Considerato «uomo di rispetto», è accusato di aver tenuto, da lontano, le fila del sequestro. Riconosciuto da Angelini come uno dei più autorevoli «giudicipresente in un uliveto quando Angelini venne «processato» dalla mafia per aver gestito male le fasi finali del sequestro. Giuseppe Mllan, 48 anni di Rovigo, condannato a 26 anni. Era uno dei «telefonisti» e l'autista della banda. Alberto Menzaghi, 34 anni, macellaio di Bruggiate. condannato a 30 anni. Ha finanziato le prime fasi del sequastro. Rapire per denaro una persona pare fosse il suo chiodo fisso. Bruno Abramo, 31 anni, calabrese condannato a 30 anni. E' stato carceriere di Cristina, uno degli ultimi che ha visto viva la ragazza. Vittorio Carpino, 29 anni calabrese condannato a 23 anni. E' accusato di essere uno dei maggiori collaboratori dell'Angelini. Altri condannati a pene minori, sono i «riciclatori, e ricettatori Francesco Russello e Alberto Rosea, alcuni medici che tentarono di puntellare un alibi del •padrino» Giacobbe, alcune figure che nella vicenda entrano come comparse. Al processo ci saranno alcuni 11 i ri111 111 > 11 !111, ^ j 11 ]111 [ 1111;] ^ ■ ! 11 -1 ! : j assenti, il «telefonista» cinico e violento Sebastiano Spadaro, condannato in contumacia a 28 anni e stroncato durante la latitanza da un infarto, a Roma, l'il maggio '77: Libero Ballinari, che ha preferito la giustizia dei più miti giudici svizzeri; non ci sarà, forse. Gattini che in carcere, pare, sia impazzito. E non ci sarà nemmeno il papà di Cristina, morto di crepacuore. A chiedere giustizia e non vendetta saranno in aula come parte civile i familiari della ragazza, la madre, lo zio Eolo, i fratelli, le persone che da quel tristissimo giorno si battono perché la civiltà della ragione possa prevalere sulla tracotanza della mafia. Il processo prende il via tra molte incognite. Intanto lo minaccia uno sciopero dei cancellieri, poi è preannunciato un massiccio attacco dei difensori per ottenere la rinnovazione parziale del dibattimento. Pier Paolo Benedetto Cristina Mazzotti, il suo è stato un atroce, tremendo destino