In Italia 4500 interventi Panno, la metà del necessario di Luciano Curino

In Italia 4500 interventi Panno, la metà del necessario In Italia 4500 interventi Panno, la metà del necessario La drammatica lista d'attesa per le operazioni cardiache Durante le giornate mediche di Genova si sono visti i filmati di grandi operazioni a "cuore aperto" - Nel nostro Paese servirebbero almeno 80 miliardi per modernizzare la diagnostica e la chirurgia - E i malati vanno all'estero DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE GENOVA — Dalle 14,20 alle 17 di ieri la televisione ha trasmesso in diretta e a colori una operazione «a cuore aperto». Uno spettacolo di oltre due ore e mezzo, carico di_ tensione, ottimamente com-' mentato dai telecronisti Valenti e Morace. da specialisti e dallo stesso operatore. Che era il grande Dubost di Parigi. Ha sostituito la valvola mitrale a uno signora di 55 anni, di Strambino: senza questa operazione, sarebbe campata non più di un anno o due. Ha impressionato il profano l'affollamento della camera operatoria: il grande numero di persone altamente specializzate che richiede un intervento di cardiochirurgia. Hanno impressionato le apparecchiature, che sono sembrate fantascientifiche. Ma ha impressionato soprattutto il perfetto lavoro d'equipe e la straordinaria calma, sicurezza del chirurgo. Momenti che non si dimenticheranno. Quando il bisturi ha messo allo scoperto il cuore che palpitava tumultuoso. E poi il cuore — isolato per permettere la circolazione fuori dal corpo — si è fermato. Fermo per quasi un'ora, e il. chirurgo ci lavorava dentro. Ma il momento più emozionante è stato quando il cuore ha ripreso a battere, dapprima ancora con l'aiuto della macchina e con frequenza bassa. Poi ha cominciato a pompare da solo, regolare, guarito. «Uno spettacolo senza dubbio impressionante per il profano, ma credo che sia bene che la gente conosca la realtà di una sala operatoria per acquistare fiducia» ha detto il professor Battezzati. Altri interventi sono stati teletrasmessi, nelle quattro giornate di «Medica domani». | sullo rchermo gigante nell'auditorium del Palazzo della Fiera. In silenzio, attenti, i seicento congressisti hanno visto operare illustri cardiochirurghi italiani e stranieri, tra questi i professori Senning e Waterston. il primo noto per i lavori sul cuore artificiale, il secondo per gli interventi sulle cardiopatie congenite, nei bambini piccoli. Interventi estremamente interessanti. irrealizzabili senza le tecnologie più avanzate. (Si è vista l'ecocardiografia, che sfrutta il principio del sonar: apparecchi captano gli echi delle onde trasmesse dal battito cardiaco e consentono una valutazione reale della situazione clinica, particolarmente per quanto si riferisce alla sua attività dinamica). Tutto questo sta bene, su! scita ammirazione, dà fiducia. Ma la realtà, nel nostro Paese, qual è? Attualmente, la richiesta annua di interventi con circolazione extracorporea è la seguente: 7000 per le cardiopatie reumatiche: 500*0 per quelle congenite: 3000 per l'applicazione di by-pass. Ma la capacità di affrontare le esigenze assistenziali e terapeutiche che emergono nel settore della cardiochirurgia si aggira sui 4500 interventi, meno della metà di quanto sarebbe necessario. Vi sono cardiochirurghi di prim'ordine, individualità professionali indiscutibili sul piano scientifico, dell'esperienza e della preparazione. Il problema è l'insufficienza di Centri di cardiochirurgia, è la mancanza di strutture, di locali adatti, di personale paramedico specializzato. Dice il professor Battezzati, direttore della 1* Clinica chirurgica dell'Università di Genova: « La carenza più grave è quella che si riscontra a monte dell'intervento operatorio. Per esempio, nelle indagini emodinamiche, indispensabili per questo tipo di intervento, si verificano tempi esasperanti, che comportano lunghe spedalizzazioni e sofferenza psicologica del paziente». «Altro aspetto negativo è quello del riscontro cardiochirurgico postoperatorio che spesso, per deficienze di strutture, deve essere effettuato in centri esterni a quello nel quale si è verificato l'inter¬ vento». Con questa valutazione il professor Battezzati inquadra, nei suoi aspetti più evidenti, la crisi organizzativa e strutturale della cardiologia e della cardiochirurgia nel nostro Paese e dà una spiegazione al fenomeno delle cosiddette «liste di attesa», che caratterizzano la situazione assistenziale in questo delicato settore medico. Dice il professor ParenzanV direttore del Centro di Bergamo: «Nel mio centro di cardiochirurgia, su 5000 bimbi in lista di attesa, soltanto la metà può sperare di essere operata con la necessaria tempestività. Non mi chieda quale potrà essere la sorte degli altri». Il professor Venere, primario al San Martino di Genova, afferma che per rendere effi-, cienti la strutture cardiochirurgiche in Italia occorrono circa 35 miliardi e ne occorrono 45 per rendere efficiente la parte diagnostica e operatoria. Aspettando questi miliardi e una programmazione unitaria estesa all'intero territorio nazionale, si allungano le «liste di attesa». E chi può va all'estero: i «viaggi della speranza» che costano sui dieci milioni a ciascun sofferente, per un totale di circa 20 miliardi l'anno. Luciano Curino

Persone citate: Dubost, Morace, Valenti, Waterston

Luoghi citati: Bergamo, Genova, Italia, Parigi, Strambino