C'è ritardo, ma anello cautela per I militari antiterrorismo di Luca Giurato

C'è ritardo, ma anello cautela per I militari antiterrorismo I comandi non hanno ancora ricevuto ordini dal Ministero C'è ritardo, ma anello cautela per I militari antiterrorismo Occorre tempo per localizzare le installazioni da sorvegliare e per la scelta dei reparti Saranno utilizzati uomini con «adeguato grado di preparazione» - Polemiche tra i partiti ROMA — Chi, ieri, si è preso la briga di andare a vedere come decine di migliaia di uomini in armi sorvegliavano centrali elettriche e telefoniche, sedi Rai, dighe, aeroporti e tratti ferroviari è rimasto deluso. La sorveglianza non esiste e non esisterà, salvo improvvisi colpi di acceleratore negli alti comandi politicoburocratici, per molto tempo ancora. Di essa, i vari comandi, in tutte le regioni del Paese, non sanno ancora assolutamente niente. Buio assoluto anche sul numero dei giovani in divisa che verranno impiegati. «Le uniche notizie le abbiamo apprese dai giornali — ci è stato detto, in coro quasi unanime, nei vari comandi che abbiamo interpellato. — In un quotidiano, suppongo in perfetta buona fede, c'è scritto: "Da stainani i soldati nei presidi anti-Br"; un altro diceva: "Da oltre cinquantamila soldati un aiuto alle forze dell'ordine". E' un aiuto che prestiamo ben volentieri. Ma quando e come?... Queste domande si tingono di un colore polemico anche perché il ministro della Difesa. Ruffini. dopo aver sdrammatizzato l'ipotesi, poi divenuta realtà, dell'impiego dei militari di leva, ha dichiarato che le decisioni prese nel «vertice» di Palazzo Chigi diventavano «subito operative, perché te forze armate, tra i loro compiti istituzionali, hanno quello di concorrere alla difesa dello Stato democratico». Sembra però che l'operazione non sia né semplice né rapida. Si fa osservare che alcune, elementari precauzioni devono pur essere prese. Che un po' di tempo è indispensa¬ bile sia per la scelta degli uomini sia degli obbiettivi. Che «non si può mandare allo sbaraglio la gente in una circostanza tanto delicata». In-' somma, che è giusto e doveroso rispettare alcune regole di selezione e di prudenza (e ieri, si è svolta una serie di riunioni tra prefetti, questori. Stato Maggiore Difesa, comandanti di regioni militari, per individuare modalità operative e impiego dei soldati). Il «quando» e il «come» lo deciderà il ministro Rognoni, capo di tutte le operazioni anti-terrorismo del Paese. Ieri una agenzia ufficiosa, chiaramente ispirata dal Viminale, ha scirtto che «entro i prossimi 15-20 giorni sarà completata l'operazione che vedrà impiegato un contingente di 50 mila uomini dell'Esercito in compito di vigilanza nel corso della campagna elettorale». Nell'agenzia, si legge che «al 7ninistero dell'Interno è in via di ultimazione un dettagliato elenco delle località e delle istallazioni (con descrizione di ogni obiettivo) da presidiare, die sarà immediatamente trasmesso al ministero della Difesa». In base alla lista, precisa il dispaccio ministeriale, la Difesa stabilirà a sua volta, caso per caso, e territorialmente, «quali reparti destinare al compito». Nel tradizionale stile burocratico, si precisa che «di volta in volta, il Ministero dell'Interno, in accordo con la Difesa, stabilirà modalità ed impiego dei reparti. L'utilizzazione dei militari sarà attuata a scaglioni con una gradualità determinata in base' agli obbiettivi da presidiare. Sarà fatta una graduatoria a seconda dei livelli di addestramento. Saranno utilizzati quegli uomini che hanno raggiunto un adeguato grado di preparazione, senza discriminazioni tra i militari dì leva e di carriera». Una osservazione. Non sap-, piamo se l'annunciata rinuncia a ogni discriminazione soddisfi o meno i diretti interessati. Al di là dei soliti intralci ammlnistrativo-burocratici. sorge il sospetto che sulle decisioni prese mercoledì dal Comitato per la sicurezza abbiano pesato alcune «esigenze politiche», più di facciata che di sostanza. Da Palazzo Chigi è stato forse mandato un «messaggio di fumo», che finge di accontentare qualcuno scontentando altri, ma in realtà non vuol far torto a nessuno? Comunisti e socialdemocratici sono invece contenti. Scontentissimi, e fortemente polemici, socialisti (Accame ha attaccato Ruffini senza mezzi termini), liberali, repubblicani. Il pdup e i radicali hanno sollecitato la convocazione urgente della Commissione Difesa «per un riesame della decisione del governo». Secondo il deputato radicale Cicciomessere, «il governo ha praticamente accolto le proposte avanzate durante la legislatura da Almirante sullo stato di guerra». Fuori dai partiti, c'è stata ieri una dura presa di posizione contro le decisioni del governo del segretario generale aggiunto della Cgil Marianetti, dei rappresentanti del sindacato di pubblica sicurezza e del sindacato autonomo di polizia. Luca Giurato

Persone citate: Accame, Almirante, Cicciomessere, Rognoni, Ruffini

Luoghi citati: Roma