Romanzo di una donna militante di Lietta Tornabuoni

Romanzo di una donna militante UNA TESTIMONIANZA SU «POTERE OPERAIO» CHE SUSCITERÀ' POLEMICHE Romanzo di una donna militante Una ragazza borghese e Potere Operaio: intitolato Viaggio nell'isola, sottotitolato -dal diario di una militante», pubblicato con casuale e involontaria tempestività dalle Edizioni delle Donne che lo distribuiranno in libreria alla fine del mese, il romanzo i appare molto singolare. Per la prima volta Potere Operaio, il gruppo d'estrema sinistra dissoltosi nel 1973, sul quale la cronaca giudiziaria e l'analisi socioideologica conti-; nuano a interrogarsi, viene raccontato dall'interno, nella concretezza del lavoro politico quotidiano: e senza sciatterie, senza gerghi né balbettanti confessioni viscerali, ma con uno stile letterariamente assai raffinato, composito e maturo. Lo racconta Letizia Paolozzi, saggista, militante di Potere Operaio sino al 1973 e ora iscritta al partito comunista, in passato compagna del poeta Nanni Balestrini e madre di suo figlio Uliano, oggi moglie del dirigente della politica culturale del pei Aldo Tortorella. Il romanzo non nasce soltanto da un'esperienza diretta compiuta dall'autrice a Gela in Sicilia nel 1971, né è soltanto politico. Vi si intrecciano con sapienza tre livelli di racconto. Una parte del libro allinea slogan, parole d'ordine, frammenti d'ideologia di Potere Operaio, ricavati da ricordi o pubblicazioni dell'epoca e montati, spiega Letizia Paolozzi, 'secondo un ritmo duro, scandito e martellante, per restituire la sensazione di sclerosi d'un progetto politico che non lasciava spazio alle persone». Per esempio: 'Noivogliamo il potere operaio. Radicato nelle cellule rosse. Dilatato dalle basi rosse. Espresso dalla lotta di classe». Oppure: «/Voi arriviamo dal continente. Portando al Sud il vostro progetto. Davanti ai cancelli di un polo. Nelle scuole. Sul cantiere. Al collocamento. Nei campi. Al mercato. Nelle strade. Usando megafono e volantini Per costruire scadenze. Per organizzare cortei duri. Per praticare il sabotaggio della produzione. Attraverso una crescita dell'autonomia». Un'altra parte del libro racconta nel modi del femminismo, e castamente, «una pratica del sesso come è imposta nella testa propria e altrui, che porta al terrore, alla sudditanza, a cercare la propria liberazione nella propria oppressione»: ed è speculare alla terza parte del romanzo, diario della militanza. . Narrato con ironia giocosa, 'il contrasto tra la vita quotidiana e l'operaismo mitizzato svela 'l'astrattezza degli schemi politici, d'un progetto rigidamente prefissato, di fronte all'esperienza concreta», dice l'autrice. Alla ricerca di «una classe operaia che non c'è», la militante protagonista arriva all'isola pronta sii''intervento» ai cancelli dell'unica fabbrica locale, il petrolchimico, e a 'le megafonate nel cortile dei grandi caseggiati, oppure al porta a porta cioè alla pratica di ballatoio, infatti cosi si usa nei gruppi rivoluzionari». Ha lasciato il proprio bambino in un'altra città «e volentieri, pur di riprodurre l'immagine della militante complessiva». Al Sud è scesa in aereo, anche se lo considera « un lusso inadatto a dei rivoluzionari», e si è messa all'anulare 'la fede comprata nel continente per via che gli operai sembra diano maggior credito all'intervento di una militante sposata». Raggiunge il compagno dirigente, che ha invece portato con sé moglie e figlioletta, nell'appartamento d'un nuovo palazzo moderno nel centro della cittadina, abitazione di tutto il gruppo: «// compagno dirigente aveva provato ad affittarsi uno degli edifici dei poveri tanto per mettere in pratica un po' di servire il popolo. Invece non avendo imparato a nuotarci da pesce nell'acqua siccome il popolo sfuggiva e quindi'non lo si poteva servire lui dopo una settimana aveva preferito una casa vera». Un certo fastidio nasce magari quando 'la gente del posto tampina con l'interrogativo usuale su — Chi vi paga?». Molte tensioni nascono dalla presenza di un altro gruppo d'estrema sinistra (nella realtà, Lotta continua), che oltre a provare la confu1 sione inevitabile se «con lo scopo della rivoluzione ci si scontrano due progetti diversi», fa si che «i due gruppi difendano con attacchi di gelosia ossessiva i propri militanti cercando di sottrarre ai rivali con lusinghe e promesse gli aderenti più incerti» e accende la rivalità 'alla ricerca di una proposta il più rivoluzionaria possibile, se uno nel vo-, tantino domanda tremilacinquecento lire a sussidio della disoccupazione l'altro ribatte con quattromila lire per onore di gruppo». Poi c'è lo scontro tra progetto politico e realtà. Conquistarsi un operaio del petrolchimico, tanto più se specializzato come un certo Pino, è una vittoria preziosa: «La militante onde ingraziarselo sbottona un po' troppo la camicia» e finisce che ci va insieme «con il beneplacito del gruppo. Che è previsto». E pazienza se davanti a un infortunio sul lavoro l'operaio specializzato è sicuro che -lo sfortunato avrà certo tirato via per ignoranza», e se al volantinaggio in fabbrica • quando crede di non essere visto strizza^l'occhio ai compagni del reparto indicando con aria furba la militante arrivata dal continente». Il blocco delle corriere «onde rivendicare la gratuità del biglietto, nonché la mensa per gli studenti pendolari non si è poi concluso in modo vittorioso per via della poca gente presente per lottare»: a ogni iniziativa nella scuola le studentesse delle magistrali «difendono la loro scuola con violenza, dicono che vi si conquista una cultura personale» : e al mercato «se attacca con la lotta di classe e la nocività della fabbrica le donne la guardano stranite per qualche secondo poi se ne scappano via». L'occupazione delle case appena costruite dura pochissimo; tra calcinacci e improvvise voragini, gli appartamenti ancora incompleti disgustano gli occupanti. Davanti ai cancelli del petrolchimico, «i lavoratori ignorano anche regole e moralità rivoluzionarie, se la interrogano sul motivo misterioso per cui invece di starsene a dormire lei non operaia ci viene ogni mattina. dagli operai in fabbrica»: eppure la manifestazione unitaria è un successo, e quando la militante riparte per il continente a ritrovare suo figlio molto è cambiato in lei, e qualcosa anche nell'isola. L'ironia della vita quotidiana non diventa mai derisione nel romanzo di Potere Operaio: 'L'operaismo è una cosa seria, ma la classe operaia non corrisponde a nessuna mitizzazione, e l'esperienza concreta non consente schemi», dice Letizia Paolozzi. 'Naturalmente, finché non rivelava la sua faccia negativa un progetto totalizzante come era quello di Potere Operaio veniva vissuto con grande esaltazione. Non ci sarà più un'adesione di quel tipo: ma. più che sentirne nostalgia, sono contenta d'aver potuto ripensare quell'esperienza con tutto l'arricchimento della lunga riflessione, della pratica femminista, della militanza comunista». Lietta Tornabuoni

Persone citate: Aldo Tortorella, Letizia Paolozzi, Nanni Balestrini, Uliano, Viaggio

Luoghi citati: Sicilia