Il traffico di carni: Bosco fu condannato in Bulgaria

Il traffico di carni: Bosco fu condannato in Bulgaria Numerose le eccezioni di nullità in tribunale Il traffico di carni: Bosco fu condannato in Bulgaria A cinque anni, sospesi dal pagamento di 200 mila dollari - Il processo ai 56 per frode allo Stato non si dovrebbe fare a Torino? Seconda udienza al processo che si celebra alla quinta sezione del tribunale (pres. Pempinelli, pm. Corsi) contro i responsabili di una colossale frode allo Stato. I 56 imputati (soltanto una decina è presente in aula, un solo detenuto, quattro latitanti, tra i quali vi sono Felice Blangino e Pietro Bosco, contitolari della «Stalea» di La Loggia) sono accusati di aver fatto entrare in Italia clandestinamente migliaia di tonnellate di carne e burro di provenienza da Paesi dell'Est europeo, causando allo Stato una perdita, per diritti evasi, di parecchi miliardi. La quinta sezione si è trasferita per l'occasione nell'aula della prima sezione, la più ampia del tribunale, che a stento contiene 1 protagonisti (una sessantina di avvocati, oltre agli imputati, al collegio, cronisti e carabinieri del servizio d'ordine) di un processo che si annuncia complesso e lungo. Per i reati contestati — contrabbando, truffa e falso dei documenti di viaggio degli autotreni che hanno varcato i confini facendo entrare clandestinamente tonnellate di burro e carne — molti dei 56 imputati rischiano una pena che va da 2 a 10 volte l'ammontare dei diritti di confine evasi. Avendo frodato più di due miliardi, alcuni rischiano di pagare multe che vanno dai 4 ai 20 miliardi. Il 17 aprile scorso, la prima udienza aveva impegnato 1 giudici al controllo delle posizioni processuali degli imputati. Ieri la giornata è stata interamente assorbita dalle eccezioni di nullità che 1 difensori hanno fatto lrqsiscni iiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiii mi i im «piovere» sul collegio. Tra le tante vanno citate quelle che ha sollevato 11 difensore di Pietro Bosco, avvocato Lozzi. al quale si sono associati molti colleghi (Delgrosso, Accatino. Ronco, Gabri, Vigliani, Minni, Zancan. Forchino). Secondo Lozzi il processo non si dovrebbe celebrare a Torino perché la competenza per territorio assegna il procedimento al luogo dove è stato commesso il reato più grave. «Nel caso in questione, il reato più grave constestato dal giudice istruttore è il falso inatto pubblico commesso dal veterinario di Rimini che certificò di aver ispezionato i ca- e a o e i , . n a a a a a a a è e è richi di carne diretti al mattatoio di Rimini. Il reato comporta una pena che va con le aggravanti fino a 10 anni di carcere, mentre l'associazione a delinquere, che è contestata a tutti gli imputati, comporta fino a un massimo di 8 anni di reclusione». Lozzi ha anche sostenuto la nullità dell'ordinanza di rinvio a giudizio perché «il magistrato non avrebbe contestato agli imputati prima dell'ordinanza le modifiche apportate alle originarie imputazioni». Da ultimo Lozzi ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell'articolo 11 del codice penale, che consente, su richiesta del ministero di Grazia e Giustizia, di procedere in Italia per un reato commesso all'estero. Pietro Bosco, uno dei principali imputati, attualmente latitante, perché colpito da nuovo mandato di cattura sempre per contrabbando, è già stato condannato in Bulgaria (5 anni di reclusione, sospesi dal pagamento di una cauzione di 200 mila dollari). Secondo il Patto internazionale dei Diritti dell'Uomo, ratificato anche dal nostro Paese, una persona già giudicata per un reato non può essere sottoposta a nuovo procedimento penale per lo stesso reato in un altro Paese. Da qui l'illegittimità dell'articolo 11. in contrasto con il nostro dettato costituzionale, oltre che con il Patto Internazionale dei Diritti dell'Uomo. Il processo continua oggi con altre eccezioni di nullità presentate dai legali, le repliche della parte civile e del pubblico mini- stero' c. cer. mi mini unni mimi mimimi stata da meno nel circuire l'astemio. Infine è subentrata massicciamente la tv, il persuasore a cui non si resiste. «E questa benemerita campagna mentre l'orario di lavoro si riduceva (aumentavano però le ore passate a bar o nell'osteria), e i soldi in tasca non erano poi tanto scarsi. «L'unica prevenzione consigliabile sarebbe l'aumento dell'occupazione: mattino e pomeriggio al lavoro (niente orario unico), ore lavorative 9-10 al giorno, tempo libero ridotto all'indispensabile per mangiare e dormire. «Una volta i nostri uomini si ubriacavano soltanto la domenica (e col vino, non con i liquori); gli altri giorni non ne avevano il tempo. Le donne etiliste erano rare, forse perché tempo libero non ne avevano mai e soldi ancora meno». Segue la firma Un lettore ci scrive: «Ogni tanto compaiono su riviste e giornali articoli pubblicitari su un determinatojipo di assicurazione: "Assicurati con questa polizza e non avrai problemi", oppure "Accendi un'assicurazione contro il tal rischio e vivrai tranquillo", ecc. Non farebbero bene queste compagnie a spendere i soldi nel rimborsare ai danneggiali quanto loro dovuto, ed in tempi veloci? Sono certa che in tal modo il loro prodotto otterrebbe più popolarità» Segue la lirma Concorso di poesia — Inviare il materiale alla segreteria di Mondo X, c. G. Ferraris 20 entro il 12 maggio. Tassa di iscrizione lire 2000: massimo: 5 composizioni a partecipante. Selezione e lettura il 18 maggio, ore 21.

Luoghi citati: Bulgaria, Italia, La Loggia, Rimini, Torino