Le lettere della domenica

Le lettere della domenica Le lettere della domenica Radioassistenza agli aerei civili Nell'articolo «Lo Stato finanzia con centinaia di milioni una radioassistenza che poi non potrà adottare» del 14 aprile, sono stato indirettamente e benevolmente chiamato in causa per contribuire alla chiarezza di una situazione presentata invero con contorni poco limpidi. Dall'artìcolo appare infatti che l'Aeronautica militare avrebbe inopinatamente rigettato una vantaggiosa proposta della statunitense Federai Aviation Agency (Faa), relativa alla installazione di una radioassistenza per l'atterraggio strumentale denominato «Micro wave Landing System (Mls) ; ciò allo scopo di tutelare gli interessi di una ditta nazionale che verrebbe finanziata con molte centinaia di milioni per produrre un apparato concorrente ma inesorabilmente superato. La realtà è ben lontana dal quadro fatto. Il sistema di atterraggio strumentale attualmente in vigore nell'Aviazione civile è chiamato Ils (Instrument Landing System). La sua dismissione è ancora lontana, tanto è vero che tutti i Paesi del mondo lo stanno ancora approvvigionando ed installando, così come tutti i velivoli civili in produzione e ordinati sono equipaggiati con l'Ite. E' prassi normale, tuttavia, che proprio quando un sistema è nella sua piena maturità si cominci a pensare al suo successore e sono pertanto in corso, da tempo, gli studi per la designazione del nuovo sistema. Proprio recentemente, a coronamento di tali studi, l'Organizzazione mondiale dell'aviazione civile ha deciso di adottare il sistema Mls del tipo sviluppato in Usa, su progetto americano-australiano. A seguito di tale decisione, la Federai Aviation Agency ha intrapreso quindi la sperimentazione di prototipi; anche all'Italia ha illustrato i propri programmi e dimostrato la propria disponibilità per una eventuale collaborazione. In definitiva il sistema Mls sarà adottato anche dall'Italia a partire dal 1985 (definiti- vamente dal 1995) e non c'è alcuna manovra a favore di un particolare sistema nazionale. Desidero inoltre precisare che il sistema per il quale si insinua che l'Aeronautica militare avrebbe boicottato il sistema Mls è un progetto interforze di ricerca e sviluppo affidato alla ditta Elettronica, per il quale sono stati spesi 50 milioni nel 1974 (non centinaia) ed è tuttora pendente la decisione circa la sua prosecuzione; in ogni caso non è un concorrente civile del sistema Mls in quanto finalizzato a requisiti tipicamente militari. Gen. S.A. Lamberto Bartolucci ispettore Telec. e assist, al volo Aeronautica militare - Roma Quel gioiello a Stupinigi Sono un cittadino milanese che ha avuto ed ha frequenti occasioni di transitare davanti a quello splendido gioiello che è il Castello di caccia di Stupinigl (Torino). A parte il deplorevole degrado di tutto l'esterno, cancelli compresi, rilevo costantemente l'incredibile incuria della stessa segnaletica stradale. Voglio sperare che un modestissimo senso di responsabilità e di buon gusto induca coloro che ne hanno diretta o indiretta investitura a seguire e curare almeno i guasti minori del nostro impareggiabile patrimonio artistico e naturale. Giuseppe Macchi. Milano Città nuove ma solo Oltralpe Ho seguito con molto interesse sulla Stampa i due articoli di Paolo Barbaro sulle nuove città in Francia. Mi aspetto il seguito, perché attorno a Parigi ne esistono altre tre (città) altrettanto interessanti. Ma perché in Italia non siamo riusciti a fare qualcosa di simile invece di orribili e disumane periferie? Luigi Guidotti. Bologna Assenteismo e comproprietà Esaminando le cause e la normativa sull'assenteismo, Gino Giugni fa una domanda: <E allora non c'è proprio nulla da fare?» {La Stampa del 18 aprile) e poi fa cenno ad una eventuale ricetta miracolistica, entrando nel regno del futuribile. E allora non è forse possibile fare compiere un salto di qualità a questo essere «non privilegiato», lavoratore, invitandolo a diventare comproprietario dell'azienda e beneficiario degli utili di essa mediante l'istituzione di azioni o dì obbligazioni privilegiate, per metà pagate dal lavoratore stesso e per l'altra metà pagate dall'azienda? Quando il lavoratore diventa comproprietario, cessano in lui ogni interesse ed ogni desiderio di assenteismo, l'azienda si autofinanzia con l'emissione di queste nuove azioni od obbligazioni ed ogni anno si riduce 11 «privilegio» che fa l'uomo nemico dell'uomo. Si tratta evidentemente di trovare la misura giusta di tale ricetta, e questo non è più fantasia ma è compito dell'economia politica. P. Pagani, Savigliano (Cn) Dal cupo groviglio di Padova Ho letto in questi giorni il libro «Guerriglia e guerra rivoluzionaria in Italia» del prof. Sabino Acquaviva, sociologo padovano. Agghiacciante nella sua obiettività, riporta a pag. Ili le seguenti parole del prof. Toni Negri (estratte dal libro del medesimo «Dominio e sabotaggio», pag. 43), che credo doveroso riportare: «Nulla rivela a tal punto l'enorme storica positività della autovalorizzazione operaia, nulla più del sabotaggio. Nulla più di questa continua attività di franco tiratore, di sabotatore, di assenteista, di deviante, di criminale che mi trovo a vivere. Immediata¬ mente risento il valore della comunità operaia e proletaria tutte le volte che mi calo il passamontagna. Questa mia solitudine è creativa, questa mia separatezza è l'unica collettività reale che conosco. Né la felicità del risultato mi evita: ogni azione di distruzione e di sabotaggio ridonda su di me come segno di colleganza di classe. Né l'eventuale rischio mi offende: anzi, mi riempie di emozione febbrile come attendendo l'amata. Né il dolore dell'avversario mi colpisce: la giustizia proletaria ha la stessa forza produttiva dell'autovalorizzazione e la stessa facoltà di convinzione logica. Tutto ciò avviene perché siamo maggioranza — non quella trista che è misurata qualche volta ogni decennio tra adulti che si mettono il grembiulino d'ordinanza e tornano a votare a scuola — ma maggioranza qualitativa del lavoro produttivo sociale». Perché ho trascritto queste parole? Perché appartengo a quella «trista» (ma non tanto, prof. Negri) maggioranza di adulti che «si mettono il grembiulino» e che andranno a votare in giugno. E perché vorrei consigliare al dott. Andrea Barbato, che candidamente confessa nel suo articolo intitolato «Dal cupo groviglio di Padova» (La Stampa. 21-4-79, pag. 14) dì non disporre del «benché minimo elemento che possa formare un giudizio di innocenza o di colpevolezza a proposito degli autonomi e dei professori incriminati dai giudici di Padova» perché non ha «mai letto i loro libri» e non ha «inclinazione per il poliziesco», la lettura del libro del prof. Acquaviva e domandargli se un uomo che confessa in prima persona di «calarsi il passamontagna», che esalta «la distruzione e il sabotaggio», che afferma che il dolore dell'avversario non lo colpisce (penso ai congiunti di Moro, di Casalegno, degli agenti uccisi, degli azzoppati, ecc.) sia solo perseguibile per «delitto di opinione». M^ K Accatto, Torino A nche cani e gatti son creature I giovanissimi studenti che nelle «Lettere della domenica» del 15 aprile hanno ricordato che prima di cani e gatti vengono I bambini, hanno ragione. Ciò nonostante non mi hanno convinto, perché nelle loro parole si coglie anche un certo disprezzo per gli animali. Non c'è affatto contraddizione tra l'amore per gli uomini e quello per gli animali, a meno che quest'ultimo diventi fanatismo (ma allora jiamo nella patologia). Anzi, mi domando se chi non ama gli uni è davvero capace di amare gli altri. Toni Pugliese, Roma Demografia senza felicità Vedo che si continua a discutere sul problema demografico, si tratti dell'Italia o della Cina, sotto i consueti e preoccupanti aspetti della possibilità di sfamarsi e di trovare un lavoro. Non si parla invece, ammesso che questi due requisiti esistano nella realtà, se è un bene per i figli venire al mondo oggi. Conosco persone che hanno rinunciato alla maternità e alla paternità, non per egoismo o perché non avessero i mezzi per farli crescere in modo decente, ma perché hanno avuto paura di condannarli a una vita infelice, in un mondo senza valori, senza serenità, senza giustizia, dove l'intelligenza e l'onestà sono puniti. Non ho seguito il loro esempio, ma spesso mi domando se ho fatto bene, se ho fatto il bene dei miei figli. Mi piacerebbe sentire il parere di altri lettori. Piero Maggi, Pavia Non è figlia di Louis Armstrong Scrivo nell'interesse della signora Lucilie Armstrong.1 vedova del compianto musicista Louis Armstrong, con ri¬ ferimento all'articolo dal titolo «La figlia di Satchmo cantante», pubblicato sulla Stampa del 22 marzo. La cantante cui si riferisce l'articolo non ha diritto di qualificarsi come figlia di Louis Armstrong, che non ebbe figli, né di far uso di tale cognome. L'articolo predetto, insieme ad altri ritagli di stampa recanti la notizia inveritiera, è utilizzato da un'organizzazione di spettacoli di Torino per un'intensa attività promozionale e pubblicitaria svolta a favore della cantante. Si rende perciò necessaria, sia nell'interesse della signora Armstrong, che ha diritto di chiedere, anche giudizialmente, la cessazione dell'abuso, sia per obbiettive esigenze di correttezza dell'informazione, la pubblicazione della presente lettera di rettifica. avv. Aldo Bonomo. Milano Se i capipartito son troppo potenti «Quanto contano deputati e senatori?», si domanda un lettore («Le lettere della domenica» del 22 aprile), rispondendo: «Poco o nulla». E' vero, perché prevale il ruolo dei partiti che fanno ratificare in Parlamento ciò che è stato deciso altrove. Tuttavia non possiamo dimenticare che segretari e capicorrente di partiti e fazioni sono anch'essi deputati o senatori, e in quanto tali eletti con il voto di preferenza dai cittadini. Se abbiamo motivo per non essere d'accordo sull'eccesso di partitocrazia e di esautoramento delle Camere, possiamo servirci dell'unica arma a nostra disposizione: il voto. Non diamo più le preferenze ai vari «capi» che decidono tra di loro il buono e il cattivo tempo, ma scegliamo chi crede ancora in una corretta dialettica parlamentare, l'unica costituzionalmente delegata a decidere in nome degli italiani. Beppe Ferraris. Vercelli Nel Parco c'era un camoscio Leggo con interesse su La Stampa del 24 aprile l'articolo sul Parco nazionale Gran Paradiso, e sono grato al giornale che con una certa frequenza dei problemi del Parco si interessa. Debbo però fare una precisazione. La fotografia che viene pubblicata a corredo dell'articolo ha la didascalia: «Parco nazionale Gran Paradiso. Uno stambecco cerca una strada tra le rocce». Per la precisione non si tratta di uno stambecco ma di un camoscio. Gianni Oberto, Torino dir. soprintendente Parco naz. Gran Paradiso Scuole triestine per sloveni A proposito dell'articolo «Sloveni contro l'emarginazione» (8 aprile), in cui si lamenta l'insufficienza di scuole per la minoranza slovena a Trieste, ritengo necessario render noti i seguenti dati, risultanti dagli «Atti del convegno italo-slavo del 1973». pubblicati nel 1974 (la situazione è poi ulteriormente migliorata): 28 scuole materne con 815 bambini (29 per scuola); 38 scuole elementari con 1312 alunni (34 per scuola): 7 scuole medie con 707 studenti; 4 scuole medie superiori con 565 studenti. Tutto ciò è a disposizione della minoranza slovena (5 per cento della popolazione) mentre gli studenti triestini fanno anche i tripli turni in classi di 30 e più alunni. Grazia Novaro, Trieste Centro culturale «Carli. Unione degli istriani Freud e le donne con «humour» Un plauso all'ironico commento su «Il cinema tra Freud e le donne - L'attrice che finisce in o» (La Stampa. 22 aprile). Ce n'è bisogno, in questa marea di discorsi seriosi, pomposi, pseudo-cultural-politici. Coraggio: una brezza di humour vai bene cento articoli di routine. A. Di Bella, Palermo