Evadono dalle Nuove e accoltellano due persone per rapinerie dell'aiuto di Renato RizzoAlvaro Gili

Evadono dalle Nuove e accoltellano due persone per rapinerie dell'aiuto Ieri mattina, un'altra fuga dal carcere di due pericolosi banditi Evadono dalle Nuove e accoltellano due persone per rapinerie dell'aiuto Sono Davide Lattanzio e Franco Malva, condannato a 10 anni per tentata rapina - Hanno aggredito e colpito col coltello un ingegnere di 51 anni e un pensionato di 64 anni, al volante della propria macchina Ancora le carceri «Nuove» al centro della polemica: a due mesi dalla rocambolesca fuga di cinque detenuti, ieri mattina altri due prigionieri sono evasi e scomparsi dopo aver accoltellato due persone e rapinato un'auto. Si tratta di pericolosi banditi: Davide Lattanzio. 27 anni, rapinatore (fratello della «primula rossa». Daniele, fuggito 60 giorni fa e catturato più di un mese dopo a Sauze d'Oulx dagli uomini del generale Dalla Chiesa) e Franco Malva, condannato il 27 aprile a 10 anni per una clamorosa aggressione in una fabbrica di Moncalieri (altri 7 deve scontarli per rapina e sequestro di persona). L'evasione è avvenuta quasi sotto gli occhi delle guardie di custodia che. dall'alto dei camminamenti sopra le mura, hanno sparato in aria per dare l'allarme. Queste le sequenze di alcuni minuti di terrore durante i quali la gente in via Pier Carlo Boggio e corso Vittorio urlava terrorizzata senza comprendere ciò che stava succedendo e tentava di ripararsi in portoni e giardini. Sono le 11 e qualche minuto quando un camion carico di damigiane di vinosi ferma davanti all'ingresso laterale delle Nuove in via Boggio. Il portone in ferro si apre, l'automezzo entra in quella parte di carcere che chiamano -intercinzione»: il cortile che si trova tra il muro esterno ed un altro muro confinante con le zone dove i detenuti trascorrono le ore d'aria. In quel momento tutti i detenuti sono nei rispettivi bracci (l'intervallo per Ilaria» è dalle 13 alle 15). Ma Daniele Lattanzio e Franco Malva, inspiegabilmente, non si trovano in cella: stando ad una prima ricostruzione dell'episodio compiuta dai responsabili delle Nuove e dal dott. Fersinl. capo della squadra Mobile, i due attendono nascosti il momento propizio per scappare. Dove? Due le ipotesi: o dietro l battenti della porta di ferro che dà su via Boggio. o acquattati dietro il portone che dal\'«intercinzione» conduce alla -sona d'aria». Come sono giunti sino a questi punti della prigione? Da quanto tempo attendevano? In che modo sono riusciti a sapere che. proprio a quell'ora, sarebbe arrivato il camion del vino? Interrogativi cui. per adesso, non è stata data risposta. Ecco l'automezzo che compie i primi metri all'interno dell'istituto di pena, ecco i due che sgattaiolano oltre i battenti aperti sulla libertà. Nella seconda ipotesi (i detenuti nascosti dietro il secondo portone) Lattanzio e Malva attendono che il camion superi Y»intercinzione» ed entri nel cortile dei bracci. Ma ciò presupporrebbe, contrariamente al regolamento, il portone di via Boggio non fosse stato chiuso prima che gli agenti aprissero l'altro passaggio. In ogni caso, i banditi sono fuori. Attraversano come furie la strada fra le auto lente nell'ora di punta: pochi secondi e sono già in via Cavalli nei pressi del palazzo della Sip (lo stesso percorso che Daniele Lattanzio aveva compiuto due mesi fa). Il traffico è intenso: Franco Malva, capelli lunghi, giubbotto nero, si avvicina ad una «126» guidata da un pensionato. Felice Fassola. 64 anni, via Cialdini 19. Apre di scatto la porta della vettura: «Scendi, non fare storie». dice togliendo di tasca un coltello. L'uomo solleva il braccio sinistro per richiudere lo sportello: il detenuto gli vibra una pugnalata che squarcia per alcuni centimetri l'arto alzato nel tentativo di difesa (Fassola. ricoverato al Maria Vittoria, guarirà in 20 giorni). Il pensionato innesta la mar¬ cia, pigia sull'acceleratore, fugge. Gli evasi sono in preda al panico: gli agenti di custodia stanno sparando raffiche di mitra, in lontananza si sentono gli urli delle prime sirene dopo che. con il «filo diretto», è stato dato l'allarme in questura. I fuggitivi corrono verso una seconda vettura in coda. un'Opel verde al volante della quale c'è Fiorenzo Tosco, ingegnere. 51 anni, via Monte Albergian 20. Spalanca¬ no la porta: -Levati di II via. via. fa' presto». Non attendono neppure un secondo: la lama del coltello si conficca in un braccio del guidatore. Poi Lattanzio e Malva sollevano di peso il Tosco dal sedile, lo gettano a terra. All'ospedale 11 professionista sarà giudicato guaribile in 2 settimane. Le sirene sono ormai vicinissime: l'Opel parte a gran velocità facendo a zig-zag fra le altre vetture, si sentono urla, la gente scappa. L'auto degli evasi corre verso corso Francia. Ed ecco una «128» chiara che si lancia all'inseguimento: è quella di un agente di polizia che. per caso, passa in quella zona. In via Caprie la «128» riesce a bloccare i fuggitivi ma Lattanzio e Malva scappano a piedi. Uno dei due entra trafelato in un negozio di acconciature di via Palmieri: 'Un bicchiere d'acqua», chiede: beve e si dilegua subito dopo dalla retrobottega. Il complice continua la sua fuga solitaria, riesce a far perdere le tracce. Chi sono i due banditi in libertà? Davide Lattanzio, che risiede a Nichelino in via Toti 7. è considerato, come il più noto fratello, uno specialista in evasioni: un suo tentativo di fuga dal carcere di Treviso (doveva scontare una rapina) è stato sventato nel gennaio del '74. po-, che ore prima che il giovane riuscisse a metterlo In pratica, perché gli agenti trovarono in una valigetta la pianta del penitenziario ed i piani particolareggiati per la fuga. Gli è riuscito, invece, di abbandonare nel '77 il carcere di Cuneo con altri tre reclusi: lo hanno ripreso poche ore dopo i carabinieri in un alloggio di Carmagnola. Franco Malva è stato condannato pochi giorni fa a 10 anni per una clamororsa rapina avvenuta il 20 marzo a Moncalieri. Quel giorno, con quattro complici, il giovane (che era latitante e con una condanna a 7 anni per una rapina compiuta all'agenzia di Piossasco del S. Paolo nell'ottobre del '77 con un bottino di 40 milioni) sequestrò all'interno della Firsat undici impiegati per impadronirsi delle buste-paga: accerchiato da carabinieri e polizia, dopo aver minacciato una strage si arrese al termine di estenuanti trattative con le forze dell'ordine. Renato Rizzo Alvaro Gili Franco Malva - Davide Lattanzio, fratello del «re delle evasioni» Fiorenzo Toso e Felice Fassola

Luoghi citati: Carmagnola, Cuneo, Moncalieri, Nichelino, Oulx, Piossasco, Treviso