Il miglior computer è ancora il cervello di Bruno Ghibaudi

Il miglior computer è ancora il cervello L'ingegnere di «Lascia o raddoppia?» Il miglior computer è ancora il cervello L'eccezionale concorrente della trasmissione ha_mandatoa_inemorial^^O gol Fin dalla sua prima apparizione a «Lascia o raddoppia» l'ingegner Rosario Ametrano si è meritato un soprannome che non richiede commenti: il «calciotronico». Nella simpatica contaminatio fra calcio e cervello elettronico c'era già ammirazione e presagio di vittoria. E cosi è stato. Ma la meraviglia per la sua vincita non proviene tanto dal fatto che l'ingegnere ligure-napoletano è diventato il primo vincitore dei 20 milioni quanto piuttosto dal modo in cui si è laureato campione. Fornire 17 risposte esatte in appena 60 secondi come ha fatto nell'ultima tornata micidiale di domande (e per un certo gol ha perfino precisato che era stato segnato a 8 secondi dall'inizio), con l'handicap di un Bongiorno che per motivi di spettacolo o di impazienza sottraeva tempo e concentrazione con le sue querule ripetizioni, è un'impresa mnemonica che fa impallidire non soltanto il ricordo della Bolognani ma anche la fama di Pico della Mirandola. Per concorrere, Ametrano si era imparato a memoria qualcosa come 12.624 risultati delle partite di serie A dal campionato '55-'56 a quello del '77-78 e la sequenza ordinata (per ogni partita) di 14.597 gol, con tanto di esultanti marcatori e di abbacchiati responsabili di autoreti. Ma fin dalla prima apparizione aveva spiegato che questa miriade di numeri, di nomi e di tempi rappresentava soltanto una piccola parte delle informazioni immagazzinate nella sua memoria. E aveva pure aggiunto che non si era sottoposto a questo massacrante esercizio per cimentarsi in un'impresa inutile o quantomeno fine a se stessa ma per sperimentare in proprio le effettive capacità della memoria umana, che possono dilatarsi notevolmente quando l'apprendimento viene regolato da certe norme. Finalità di ricerca, dunque, da valutare soprattutto in questa chiave. «Con i numeri è facile fare confusione — aveva spiegato. — Per evitarla, bisogna ordinarli in maniera stimolante^ non arida. Io ho scritto i risultati da ritenere sulle pagine di un taccuino raggruppandoli per epoche e disponendoli in modo da facilitarmi il richiamo dell'intera pagina quando me la riproponevo ad occhi chiusi. Li ho inoltre disposti in modo che la loro successione determinasse una cadenza musicale per assonanza. Con un po'di esercizio, si può arrivare a fare molte delle cose che fa il computer». Per la sua apparente semplicità la conclusione potrebbe indurre in inganno, ma contiene un fondo di verità. Non a caso si continua a ripetere che mediamente l'uomo d'oggi arriva ad utilizzare al massimo un ottavo o un settimo delle sue capacità cerebrali, proprio perché la mancanza di metodo, di conoscenza e di metodiche d'apprendimento e di esercizio mnemonico lo costringono a sprecare il resto. Le verifiche sono alla portata di tutti. I grandi campioni di mnemonica non possiedono soltanto una grande capacità di apprendere e di ritenere, che guidano con accorgimenti personali, ma si esercitano moltissimo. Se non viene esercitata, la memoria decade. Chi non si è mai sforzato a mandare a memoria le poesie non può pretendere — salvo casi eccezionali e rarissimi — una memoria pronta e Bruno Ghibaudi (Continua a pagina 2 In quinta colonna)

Persone citate: Ametrano, Bolognani, Bongiorno, Rosario Ametrano

Luoghi citati: Pico