Nemico imprendibile? di Francesco Santini

Nemico imprendibile? Nemico imprendibile? ROMA — Alle nove in punto, l'Alfetta blindata del ministro dell'Interno e la sua scorta hanno superato, ieri mattina, il grande ingresso del palazzo del Quirinale. Il ministro era teso. Al saluto dei carabinieri in servizio in divisa da corazzieri Rognoni ha risposto con un gesto rapido della mano. Sandro Pertini lo attendeva nello studio «alla palazzina». Quarantacinque minuti di colloquio con il Capo dello Stato che domandava dei feriti, dell'assalto alla sede della democrazia cristiana ed esigeva garanzie per una campagna elettorale • normale, serena». Per l'agente Pierino Ollanu. 26 anni, il coma è irreversibile. Ogni speranza è caduta dopo la visita del neurochirurgo Guidetti. Per Vincenzo Ammirata si registrano « buoni miglioramenti». Pertini ha domandato delle famiglie e nel primissimo pomeriggio s'è presentato all'Istituto di medicina legale dove è esposto il corpo del brigadiere Antonio Mea. 34 anni, ucciso dal fuoco dei terroristi. Lo accompagnava Rognoni. La vedova del sottufficiale non ha retto all'emozione. Maria Rosaria Pellegrino s'è lasciata andare al pianto. Nella disperazione gridava, ma pochi sono riusciti a comprendere che cosa abbia detto. Del colloquio tra il Capo dello Stato e il ministro Rognoni in ambienti responsabili si dice sia stato un incontro «non formale» deciso da Pertini alle 7 del mattino, senza preavviso, dopo la lettura dei giornali. Dal Quirinale non si sono avute notizie. Alle 11,14, a un'ora e mezzo dall'incontro, il comunicato diffuso dalle telescriventi usava, per la prima volta, un verbo inconsueto: «Pertini convoca Rognoni», annunciava la nota brevissima, per sottolineare quanto il Presidente segue in questo momento con «estrema preoccupazione» la vita del Paese scosso da una guerriglia che con un terrorismo di nuova qualità si propone di rendere insopportabile la campagna elettorale. Dell'incontro, che alcune agenzie di notizie parlamentari definiscono «tempestoso», con Pertini che «rimprovera» Rognoni, fonti più attendibili sfumano l'irritazione del Capo dello Stato e smentiscono la possibilità di un messaggio al Parlamento. •L'incontro era a due», sottolineano, e il Presidente ha chiesto quali sono le funzioni degli esperti e «quali le misure che si intendono prendere per fronteggiare il terrorismo». Al Capo dello Stato, Rognoni non ha portato novità sull'indagine. Ha assicurato l'impegno degli investigatori. Ha comunicato, più tardi, alle 14, e ancora in serata, il ritrovamento delle auto abbandonate dai brigatisti in un raggio di duecento metri, nel centro del quartiere Prati, al di là del Tevere, a un chilometro dalla sede democristiana assaltata Francesco Santini (Continua a pagina 2 in prima colonna)

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