Elefante che morde kolchosiani viziosi di Lia Wainstein

Elefante che morde kolchosiani viziosi Kopkov e il teatro satirico russo Elefante che morde kolchosiani viziosi Teatro satirico (1925-1934) a Martinelli, ed 431. lire 3500. russo cura di Milli Garzanti, pag. Il periodo tra il 1925 e il 1934 che intendono illustrare i cinque testi teatrali inediti (Il maestro Bubus di A. Fajkó, La congiura dei sentimenti di Ju. Olesa, Il suicida di N. Erdman. L'elefante d'oro di A. Kopkov, Un giorno disgraziato di M. Zoscenko) iniziò con l'ascesa di Stalin e si concluse con il primo congresso degli scrittori sovietici. Nell'arco di questi pochi anni, intanto, si erano susseguiti eventi quali lo sviluppo della Nuova politica economica, voluta da Lenin, la collettivizzazione nelle campagne, la defenestrazione di Trockij, la creazione dell'Unione degli scrittori e del realismo socialista. Principale novità della raccolta è L'elefante d'oro di Aleksandr Kopkov. un drammaturgo perito poco più che trentenne durante l'assedio di Leningrado. Figlio di un muratore. Kopkov per vivere faceva l'imbianchino, e insieme studiava le opere di Gogol, Ostrovskij. Suchovo-Kobylin. Nel titolo del suo primo dramma, Egli è ancora vivo (1931) il giovane drammaturgo volle alludere alla sopravvivenza, del tutto precaria, del kulak, il contadino ricco, e nello Zar Potap, rappresentato al Teatro Gorkij di Leningrado nel 1940, mostrò i contadini dell'epoca prerivoluzionaria. Se qui i personaggi sono caratterizzati da tratti esclusivamente negativi, anche i kolchosiani che vediamo nell'Elefante d'oro (1932) sono, dal primo all'ultimo, uomini carichi di vizi e difetti. Con un atteggiamento verso i contadini non certo ispirato da Cechov o Tolstoj, l'impietoso Kopkov ci presenta il kolchosiano Mocalkin, che ha combattuto per la rivoluzione solo sotto la spinta del bisogno. Quando trova in un pozzo un elefante d'oro, sogna subito di trasferirsi in America, ma i tentativi, prima d'ingannare il kolchoz consegnandogli un elefante in terracotta, poi di fuggire con il tesoro su un dirigibile fatto in casa, falliscono. Nel cupo ambiente non s'intravede nessun barlume di speranza. Gli altri kolchosiani sono avidi, cattivi, senza scrupoli, perfino la figlia di Mocalkin, Dosa, cerca di rubare un occhio dell'elefante per farsi un vestito, mentre il figlio, a parole un comunista convinto, ubbidisce docilmente al padre. La commedia di Aleksej Fajkò. Il maestro Bubus (1925), si vale invece di componenti operettistiche. Alla consueta collocazione in una non meglio precisata piccola capitale d'Europa, ai cognomi di suono mitteleuropeo, alle situazioni farsesche si aggiunge la superficialità dei personaggi. I borghesi sono opportunisti e vigliacchi il popolo è rappresentato dalla prostituta Stefka e dal maestro Bubus.. un inetto idealista. Malgrado queste limitazioni, la commedia godette di grande notorietà grazie all'interesse del regista Mejerchold. che nella relazione «Il maestro Bubus» e il problema dello spettacolo con musica (T gennaio 1925, in L'Ottobre teatrale, a cura di F. Malcovati) spiegò come pensava di allestirla. L'intenzione di conferire allo spettacolo un preciso orientamento ideologico, mostrando la degradazione definitiva della civiltà borghese, non piacque affatto a Fajkò. «I preparativi per il Bubus avevano un carattere sperimentale, da laboratorio» scrisse l'autore nei suoi ricordi. «Vedevo la mia leggera commedia trasformarsi in uno spettacolo impacciato, pretenzioso, dal significato sbagliato», un duro giudizio, condiviso dai contemporanei. Per un motivo diverso, Mejerchold non ebbe fortuna nemmeno con II suicida, un vigoroso testo macabro-satirico, scritto da Nikolaj Erdman su richiesta del regista. Se le autorità sovietiche ne proibirono la rappresentazione già nel 1925 — e ancora non hanno mutato parere — il pubblico occidentale, invece, dopo la prima assoluta a Goeteborg in Svezia nel 1969, potè ancora vedere II suicida a Zurigo e. nel 1972, in Italia, nell'allestimento dello Stabile di Bolzano. Questo panorama in chiave satirica della società sovietica all'inizio dell'epoca di Stalin è integrato dalle commedie di Jurij Olesa La congiura dei sentimenti (1927) e di Michail Zoscenko Un giorno disgraziato, desunte, la prima dal romanzo L'invidia. l'altra da un racconto. Lia Wainstein

Luoghi citati: America, Bolzano, Europa, Italia, Leningrado, Svezia, Zurigo