Come fa un pesce a produrre luce?
Come fa un pesce a produrre luce? Nuove esplorazioni di Piccard Come fa un pesce a produrre luce? Indagine nello stretto di Messina NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE MESSINA — Jacques Piccard, uno dei più noti oceanografi del mondo ed i professori Fernand Baguet, dell'università di Lovanio e Sebastiano Genovese, dell'ateneo di Messina, hanno cominciato da ieri le immersioni nello Stretto di Messina, nel tratto compreso tra punta Sant'Alessio (Taormina) e Capo d'Armi (Reggio Calabria) per studiare le microscopiche «centrali» elettriche che albergano nei pesci delle profondità abissali. Si tratta di una campagna sistematica di ricerca idrobiologica condotta con il mesoscafo «Forel» pesante dieci tonnellate, lungo sette metri e 45, largo due e 30, alto due e 34, capace di scendere fino a 500 metri di profondità con tre uomini a bordo. Questa indagine è finanziata sia dall'università di Messina che dalla «Belgian Foundation for Biolumine Science» presso l'università di Lovanio. Il mesoscafo, che ha un'autonomia di otto ore, verrà assistito dalle navi-appoggio «Alfa» e «Romeo» con le quali rimarrà in costante collegamento radio. A bordo gli scienziati porteranno soltanto acqua potabile. L'autonomia vitale del «Forel» è di quattro giorni; il mesoscafo può spostarsi sui fondali marini con una velocità di quat- tro chilometri orari. Il «Forel» ha due bracci snodabili telecomandati capaci di sollevare e portare in superficie pesi anche di 50 chili. A bordo, inoltre, sono installate complesse apparecchiature televisive a colori e un calcolatore elettronico che stabilisce la rotta, la velocità e la profondità a seconda delle correnti che il mezzo incontra in immersione. Le ore di immersione programmate per questa campagna di ricerche sono 100 e sa ranno spese nell'arco di venti giorni. Durante le discese, si studieranno la distribuzione e il comportamento dei pesci meso e batipelagici nello Stretto di Messina, cioè in un particolare ambiente con forti correnti marine che raggiungono spesso i sei nodi di velocità. Per tale regime idro ogico e per la conformazione geomorfologica dello Stretto frequentemente affiorano passivamente pesci che, strappati dal loro «habitat, naturale negli abissi dello Io nio, raggiungono la superficie e si sparpagliano, morendovi lungo le spiagge delle due coste, la siciliana e la calabrese. Gli studiosi belgi, in particolare, si occuperanno di ricerche sulla bioluminescenza, cioè sul complicato processo biochimico che è comportato dalla produzione di luce da parte di organismi viventi. Alcuni pesci abissali che risiedono nello Stretto sono muniti di fotofori che sono, in pratica, organi produttori di bioluminescenza. Durante questa campagna avranno luogo «crociere di studio» e gli esperti approfondiranno le loro nozioni sulla distribuzione dello zooplancton e del micronecton, sulla carica di batteri eterotrofi e sulla determinazione delle principali caratteristiche chimiche e fisiche degli strati di acqua esaminati ai vari livelli di profondità. Secondo il professor Baguet i risultati di questo programma di ricerche dovrebbero fornire ulteriori dati necessari a rispondere a due quesiti che tutti i biologi si pongono: come e perché un pesce può diventare produttore di luce. Antonio Ravidà
Persone citate: Antonio Ravidà, Baguet, Fernand Baguet, Jacques Piccard, Lovanio, Piccard, Sebastiano Genovese
Luoghi citati: Messina, Reggio Calabria, Taormina
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