«Mariangela, Mariangela» urla la madre della bimba morta tra le zanne del leone

«Mariangela, Mariangela» urla la madre della bimba morta tra le zanne del leone In grave stato di choc, sconvolta dalla tragedia scoppiata in un attimo lunedì mattina «Mariangela, Mariangela» urla la madre della bimba morta tra le zanne del leone I medici dicono che non si è ancora resa conto di quanto è accaduto - Questa mattina, a Leinì, i funerali della piccina - Le indagini e le reazioni sull'episodio - Una pericolosa abitudine: tenere animali feroci in casa - Cesare Togni: «E* un'incoscienza» - Un domatore: «Una belva in casa è come una pistola carica senza la sicura» Questa mattina si svolgeranno nella parrocchia di Leinl i funerali di Mariangela Amelio, la bambina di due anni uccisa lunedi da un leone nell'allevamento di cani del padre. A «Cielo alto, di via Volpiano 120. la vita riprende lentamente dopo la tragedia. Ma il padre di Mariangela, Pierangelo, e la madre, Piera, non hanno ancora avuto la forza di tornare alla villa. -Entrainbi sono storditi — dice uno zio della piccola —. Adesso sono ospiti da /amiliari e hanno bisogno di tanta calma, di poter cancellare le immagini di sangue e morte che hanno avuto davanti agli occhi». In particolare è Piera Amelio a destare le maggiori preoccupazioni. «Non ricorda niente di preciso di quei momenti. Invoca solo il nome di Mariangela, come in un incubo». La ricostruzione di lunedi ha avuto una dolorosa conferma. La bambina era vicino alla gabbia, a circa settanta centimetri dalla piccola porta a sbarre dietro la quale passeggiava Nadir. Nessuno ha assistito alla tragedia. Probabilmente il leone ha voluto giocare, ha allungato una zampa che si è abbattuta su Mariangela come un maglio. Le unghie hanno straziato la carne della schiena. Alla vista del sangue Nadir ha ritrovato l'istinto, ha artigliato il corpicino, lo ha stretto contro la gabbia dilaniandolo. Solo a questo punto la madre, che era in una costruzione bassa a circa venti metri, si è resa conto del dramma, è corsa dalla figlia, ha lottato e strappato Mariangela dalla morsa del leone. Perché è accaduto tutto ciò? -Un crudele destino- commenta un parente. Poi indica la gabbia. Lunga quasi venti metri, è protetta da una spessa rete di ferro. Non ci sono altri valichi che quella stretta porta. -Che però — prosegue l'uomo — ha le sbar- re. a malapena passa una mano d'uomo». Mentre parliamo Nadir è vicino a Kira. è un po' nervoso. Nella notte di martedì ha avuto ancora un momento di eccitazione. Ci indicano una buca dentro la gabbia, vicino alle sbarre. -L'ha scavata lui. Forse l'odore del sangue l'ha innervosito ancora». Quale sorte attende il leone di Leinl? «Già in passato il padre di Mariangela aveva tentato di cederlo a qualcuno, sema risultato. Adesso che l'irreparabile purtroppo è avvenuto forse verrà preso da uno zoosafari». Oggi o domani un esperto esaminerà l'ipotesi di un suo trasferimento. In Italia non esistono norme precise sulla custodia delle bestie feroci. Qualsiasi cittadino può infatti tenere nel salotto di casa o in giardino un cobra o un leone purché rispetti il regolamento di polizia veterinaria che riguarda esclusivamente l'aspetto profilattico delle malattie infettive. Le uniche restrizioni sono per i giardini zoologici, i concentramenti di animai e i circhi equestri. -Una follia — commenta il dott. Benedetti, biologo dello zoo di parco Michelotti —perché in caso di incidenti il proprietario può al massimo incorrere in omissione di custodia di animai pericolosi». Sono molti i torinesi che amano coltivare questo tipo di «amicizie pericolose» e in parecchi appartamenti della città vivono con poco rispetto delle più elementari norme di sicurezza e di igiene leoni, tigri, leopardi, rettili ed altri animali che il buon senso consiglia di tenere esclusivamente negli zoo e nei parchi safari. Lo afferma il proprietario del i circo «Togni» che in questi giorni ha alzato le tende alla Pellerina. Dice Cesare Togni: -Ogni volta che vengo a Torio, qualcuno si presenta ai cancelli per offrirmi un leone o un serpente. Dev'essere una mania di questa città, perché dalle altri parti accade raramente. Solo ieri sono venute due persone». Continua Cesare Togni: -Irresponsabili che non hanno idea del pericolo che corrono per far giocare il figlio o far bella figura con gli amici. Noi che conosciamo gli animali feroci abbiamo paura di loro e le gabbie le teniamo ben lontane dalle nostre roulottes. Le norme di sicurezza per noi e per il pubblico sono tali che non può accadere nulla se non per una dimenticanza». Pierre Ivanof. domatore del «Togni»; -Gli incidenti accadono quando si incomincia a sottovalutare gli animali e ad avere confidenza con loro. Lo dico per esperienza vissuta. Sono stato aggredito e ferito molte volte nella mia vita. I leoni come tutti i felini sono imprevedibili e per questa ragione non mi fido neanche di un cucciolo di pochi mesi cui ho dato il biberon. I miei figli lo sanno, e alla gabbia non si avvicinano mai». Sembra che sul mercato il cucciolo di leone sia fra i più richiesti. Primo perché nei primi mesi di vita è un affettuoso e buffo micione. poi perché costa dalle 300 alle 500 mila lire. -Come un cane di razza — spiega il proprietario del «Macumba» di Pinerolo, Riccardo Jahier, commerciante di animali esotici — ma con una differenza, che col passare dei giorni diventa sempre più pericoloso. E come accade sempre, quando meno te l'aspetti ti aggredisce. Basta una zampata data ìnagari per gioco per ucciderti. Io non Ito mai avuto incidenti perché nessuno può avvicinarsi ai recinti. Comunque per evitare guai sono tre unniche non li tengo più». Al Parco safari delle Langhe dì Murazzano i felini vivono in libertà. Spiega uno dei responsabili. Franco Ferrerò: «Il nostro problema non è la pericolosità dell'animale ma il pitbblico. Se rispetta le nostre norme non succede nulla, ma se crede di avere a che fare con degli animali domestici è finita. Lo stesso discorso vale per gli addetti alla sorveglianza. Quando accade un incidente la colpa é sempre dell'uomo». Eugenio Weidmann fu uno dei più noti domatori del mondo. Dirige 11 Parco safari delle Langhe. Per lui la disgrazia di Leinl era prevedibile: -Senza esperienza la morte è sicura. Il leone ti aggredisce per istinto anche se non è attaccato e lo può fare per molti motivi. Tenerlo in casa è come dare in mano ad un bambino una pistola carica e con il colpo in canna». Adriano Provera Emanuele Monta Il leone «Nadir» è ancora nell'allevamento di Leinì: perora non si è trovato nessuno che lo voglia

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