Cento miliardi subito e il Po ritorna azzurro

Cento miliardi subito e il Po ritorna azzurro Un vasto piano ecologico della Regione Cento miliardi subito e il Po ritorna azzurro Ma la spesa complessiva sarà di 400 - Quanti anni d'attesa? - Il progetto globale è stato preparato dall'assessore Mario Fonio Far tornare il Po azzurro, ricco di pesci, dove si possa dinuovo fare il bagno è l'obiettivo di una serie di iniziative che la Reigione sta conducendo in porto. Per il Tamigi ci sono voluti 15 anni di lavoro specifico, ma era problema che si trascinava da un secolo (nel 1878 quando l'imbarcazione turistica Princess Alice affondò davanti allo sbocco di una fogna l'inchiesta rivelò che molte delle 640 vittime erano morte non per annegamento bensì per avvelenamento): per il Po il problema è cominciato ad affacciarsi nel dopoguerra e la Regione decise di affrontarlo subito dopo il suo insediamento, nel 1970. L'attuale assessore all'ecologia. Mario Forno, che tranne brevi parentesi regge tale responsabilità fin dalla prima legislatura (ed ora è felicemente tornato al lavoro dopo dieci mesi di una tormentata malattia) è infatti l'ideatore di quel vasto piano di risanamento dell'ambiente che comprende le acque e il suolo e che. solo per quanto riguarda le acque, prevedeva nel 1973 una spesa di 164 miliardi, ora superiore ai 400. -Ma risanare il Po — ci dice il presidente della giunta. Vlglione — non significa operare soltanto su di esso e soltanto sul territorio torinese: il Po è il grande collettore di tutti gli scarichi inquinati del Piemonte ed è su tutto il Piemonte che bisogna operare». E operare non soltanto nel settore idrico, ma anche in altri, compresa la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi. Un piano globale, che è appunto quello al quale ha cominciato a lavorare Fonio fin dal suo insediamento all'ecologia, basandosi sui risultati di una prima indagine sulle condizioni d'inquinamento dell'acqua, del suolo e dell'aria, condotta dal suo predecessore Mauro Chiabrando e pubblicata nel 1972. Cominciamo con l'acqua. -La legge Merli — dice Viglione — minaccia di slittare, ma la nostra legge regionale n. 23 del 1975 no. Nel perìodo '75-78 abbiamo impegnato 33 miliardi che hanno consentito lavori per 40 in corso di realizzazione: riguardano il bacino Po-Sangone. i laghi Maggiore. d'Orta. di Viverone. lo Scrìvia e i corsi d'acqua della zona di Cuneo». Per il triennio '79-'81 il bilancio dispone di 17 miliardi per contributi in conto capitale e 3 in conto interesse che potranno attivare lavori per altri 30. Si tratta di 22 consorzi di bonifica che sono già partiti o che stanno per partire. In più si è aggiunto il comprensorio di Mondovl. che essendo stato scelto come sede di un'area industriale dovrà pensare alla tutela delle acque: sono disponibili, per quest'ultimo compito, un miliardo e 600 milioni. In tutto fa un centinaio di miliardi. E gli altri 300? Ci saranno altri bilanci, altri stanziamenti. Purtroppo il Po e gli altri corsi d'acqua piemontesi non possono essere risanati con un semplice colpo di bacchetta magica: speriamo di non superare i quindici anni che ci sono voluti per il Tamigi. Al quale non hanno concorso solo gli enti pubblici: -La Mobil OH ha investito di recente — scrive Timothy Green — circa 380 milioni di lire in un tui bo-depuratore per assicurare che l'acqua prelevata dalla sua Esoterismo e divinazione — La terza lezione su filosofia e simbolismo dell'illuminazione si svolge alle 21 di stasera al centro Shan in via Cagliari 19. raffineria di Coryton si riversi nel fiume tanto pura quanto lo era al momento del prelievo». Le industrie piemontesi per poter immettere le loro acque nei collettori che le porteranno ai depuratori consortili, devono garantirne un certo livello di disinquinamento. Che deve dare maggiori garanzie se l'immissione è diretta in fiumi e laghi. Cioè devono prima trattarle. Questo procedimento porta alla formazione di fanghi. La Regione ha preparato — e la porterà forse oggi stesso in Consiglio — una legge per la raccolta e il trattamento di questi fanghi residui. Rientra nel grande problema della raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani che già è stato affrontato con la legge regionale n. 46 del 1975. Essa ha consentito finora l'avvio di opere per 9 miliardi; altre sono in corso e si prevede che nel 1981 saranno realizzati impianti e discariche controllate per circa 25 miliardi. Ecco, il problema del Po è un problema globale, perché tutto va a finire nelle sue acque: basta gettare rifiuti sulla riva di un qualsiasi torrente e si finisce con l'inquinare il Po. Ma è anche un problema interregionale e tutte le Regioni che ne sono attraversate (Piemonte. Lombardia, Emilia-Romagna. Veneto) sono impegnate in un'iniziativa collettiva che porti al suo totale recupero e sfruttamento. d. garb.

Persone citate: Fonio, Mario Fonio, Mario Forno, Mauro Chiabrando, Timothy Green, Viglione

Luoghi citati: Cuneo, Emilia, Lombardia, Piemonte, Romagna, Veneto, Viverone