Gli inglesi scelgono tra Callaghan e la «rivoluzione dei conservatori» di Mario Ciriello

Gli inglesi scelgono tra Callaghan e la «rivoluzione dei conservatori» Oggi in Gran Bretagna si vota per rinnovare Parlamento e governo Gli inglesi scelgono tra Callaghan e la «rivoluzione dei conservatori» I sondaggi dell'ultima ora confermano un recupero del premier laborista nei confronti della Thatcher, ma l'esito è incerto - La suspense è legata anche al risultato del terzo partito, quello liberale, che potrebbe diventare l'ago della bilancia del futuro governo DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — La Gran Bretagna vota. Si ripete l'antico rito democratico, la nazione sceglie il suo Parlamento e il suo governo per i prossimi cinque anni. Le urne, aperte alle 7. saranno chiuse alle ventidue, e i primi risultati giungeranno verso mezzanotte. Già domani mattina, al più tardi nel primo pomeriggio, si conoscerà l'esito della gara elettorale, esito quanto mai incerto. Tutto è possibile, una netta vittoria tory, una netta vittoria laborista o un'insufficiente affermazione dell'uno o dell'altro partito che, privo della maggioranza assoluta, potrebbe trovarsi costretto a indire in autunno una nuova votazione. Ancora ieri, migliaia di inglesi non sapevano a chi offrire il proprio suffragio. Vi è incertezza, vi è suspense, perché il premier Callaghan sembra aver fermato, durante la campagna eletto¬ rale, la poderosa avanzata di Margaret Thatcher. Il vantaggio tory è sceso ininterrottamente e, martedì sera, un sondaggio compiuto per conto del Daily Mail indicava per la prima volta una superiorità laborista, dello 0.7. (Paradossalmente il Daily Mail è un foglio che arde di passione per Maggie). Fra ieri e oggi, il coro dei sondaggi si è fatto discorde, il che conferma la ripresa del Labour Party, la maggior vulnerabilità tory Per gli inglesi è una scelta difficile, forse la più ardua degli ultimi trent'anni. Non esagera la stampa quando parla di voto «storico». Da una parte, c'è Margaret Thatcher che vuole porre le basi di una società «affrancata dal soffocante paternalismo socialista», una società a economia mista si ma con l'accento sull'iniziativa privata, non sull'intervento statale. Una società dove una minore tassazione permetterà una più rapida e più pingue creazione di ricchezza, una società che limiterà la potenza delle Unions ma che lascerà loro completa libertà di negoziare per i propri interessi collettivi, senza il freno di politiche dei redditi. Una società, insomma, quale non esiste più in quest'Isola dalla fine della guerra. Dalla parte opposta, torreggia però Callaghan. il quale non nega che il prototipo offerto dalla Thatcher e dai suoi consiglieri possa anche decollare e forse volare meglio del modello attuale, ma domanda: vale la pena di tentare, di correre rischi, di accrescere, sia pure temporaneamente, inflazione e disoccupazione per il piacere di un, «esperimento»? «Perché dobbiamo dare ai tories la possibilità di collaudare sulla nostra pelle le loro teorie? Certo, a lungo andare, qualche loro dottrina potrebbe rivelarsi corretta: ma, ricordava l'economista Keynes, a lungo andare saremo tutti morti». Per Callaghan, «cambiare non è sempre sinonimo di progredire». «Noi vi offriamo un prodotto genuino, burro non margarina», dice Callaghan. Maggie rimbecca: «L'Inghilterra deve cambiare dieta. Basta con la vecchia minestra socialista». Callaghan accusa i tories di ingannare il Paese con «allettanti menù senza prezzi», i tories accusano Callaghan di non avere né menù né prezzi e di voler «perpetuare la decadenza economica nazionale». Già si sa come reagirà a queste polemiche la stragrande maggioranza degli elettori che sono elettori tradizionali, o pro-tory o pro-laboristi. L'e sito sarà determinato dal floating vote, da quel milione circa di «voti fluttuanti» il cui | suffragio è imprevedibile. Dal 1945, il divario fra i due massimi partiti si è assottigliato e una brusca inversione di tendenza sembra improbabile. Il pericolo, temuto da tutti, è che la battaglia non abbia un vincitore. E' quanto avvenne nel febbraio 1974, quando i tories ottennero 270 mila voti più dei laboristi ma 5 seggi in meno. L'allora premier Edward Heath tentò di restare a Downing Street, con l'aiuto liberale: ma. vista l'incertezza dei negoziati, la regina Elisabetta gli ordinò di consegnare il potere ad Harold Wilson. (Wilson riconvo¬ cava la nazione alle urne nell'ottobre '74 e batteva i tories per un milione di voti). Oggi, i liberali sono pronti a stipulare sia un patto lib-lab sia un patto lib-con, sperano di costringere prima o poi un governo a patrocinare l'adozione della proporzionale. Ma i pronostici appartengono ormai al passato: adesso non resta che aspettare. C'è suspense, ma non ansia: anche la prospettiva di una «rivoluzione tory» non scuote o turba gli animi, perché le difficoltà economiche britanniche e internazionali imporrebbero a Margareth Thatcher una prudente strategia. E. cosi, se vinceranno i tories, la vecchia Inghilterra avrà due donne al suo vertice. Elisabetta e Margareth Thatcher, Liz e Maggie. Sarebbe un record. La Thatcher sarebbe la prima donna premier in Europa. Fuori d'Europa, l'avrebbero preceduta soltanto Golda Meir, Indirà Gandhi, la signora Bandaranaike e Isabel Perón. Mario Ciriello Londra. Margaret Thatcher, leader dei conservatori, e Callaghan, l'attuale premier laborista

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