Sono condannati a un mese di reclusione perché vendevano formaggi troppo magri

Sono condannati a un mese di reclusione perché vendevano formaggi troppo magri Continua l'offensiva del pretore contro frodi e sofisticazioni Sono condannati a un mese di reclusione perché vendevano formaggi troppo magri Sono due titolari di caseifici di Pianezza e di Bruino - Altro processo: 9 mesi di reclusione a un panettiere responsabile di non aver messo in vendita il cosiddetto pane comune L'offensiva della pretura contro le frodi e le sofisticazioni alimentari non conosce soste. Nei giorni scorsi era finito alla sbarra, davanti al pretore Peyron, il titolare di un caseificio di Pianezza. Ieri è toccato ad un suo collega di Bruino e ad un panettiere di Torino, comparsi davanti al pretore Correrà. L'accusa: manovre speculative su merci, vendita di formaggi caronti delle sostanze nutritive previste dalla legge. E' finita con tre condanne. Donato Arienzo. proprietario' del caseificio di Pianezza, era accusato di aver venduto latticini «troppo magri», con percentuali di grasso inferiori a quelle stabilite per legge. La fabbrica (occupa 15 dipendenti) che era stata chiusa, su ordine del magistrato per oltre un mese, ha ripreso ora l'attività. Ha sostenuto, davanti al dott. Peyron. l'imputato: «Quando si producono formaggi freschi in un caseificio artigianale come il mio, è facile che si verifichino errori tecnici che determinano una diminuzione della sostama grassa». E' stato condannato ad un mese di arresto e 900 mila lire di ammenda. Una pena più severa è stata inflitta dal pretore Correrà a Tommaso Devito. titolare del caseificio di Bruino. Un mese di arresto e 3 milioni di ammenda, per aver venduto formaggi con bassa percentuale di grasso, un mese e mezzo di reclusione (e l'interdizione dall'esercizio del commercio per lo stesso periodo) per aver messo in vendita un prodotto diverso per qualità da quello dichiarato. «Non c'è frode, né sofisticazione — ha sostenuto il difensore avv. Davi —. / formaggi sono stati fatti con latte genuino. La "colpa", al limite, è del caglio che arriva dalla Germania e che non dà ai latticini quella percentuale di grasso necessario». E' toccato poi al panettiere Vittorio Guaresi, con locale in via Fréjus 80, comparire davanti al pretore Correrà (pm Alessan¬ dria, cane. Rivautella) per rispondere di manovre speculative su merci. Nella sua rivendita un vigile sanitario non aveva trovato il pane comune. «Non sono uno speculatore — ha detto ieri al pretore — quel tipo di pane non lo faccio perché nessuno lo vuole e poi la legge non mi obbliga a produrlo. Se un cliente me lo chiede gli vendo il pane speciale a 500 lire al chilo». E' scoppiato a piangere: «Ho lavorato una vita per sentirmi chiamare speculatore': E' stato sentito il vigile che ha scoperto l'inflazione. Tra l'altro ha detto al magistrato che anche durante un'altra ispezione, a gennaio, il Guaresi era stato trovato senza pane comune. Correrà gli ha contestato la continuazione. Il difensoren Savino Bracco si è soffermato in particolare sul concetto di speculazione (che nel caso del panettiere non ricorrerebbe) e sul provvedimento del comitato provinciale prezzi del dicembre scorso che fissava il prezzo del pane comune a 500 lire. Una decisione, secondo il legale, non legittima, in quanto stabiliva un prezzo non remunerativo. Di diverso avviso il pretore Correrà che lo ha condannato a 9 mesi con la condizionale e a un milione di multa. * Antonio Bianco, di 50 anni, residente a Front Canavese. in frazione Ceretti 2. è grave alle Molinette per politrauma. Ieri mattina, in ciclomotore, si è scontrato con la 128 di Gian Franco Culurgioni. Barbania. via Ferrere 47. * Investito da un'auto, davanti alla sua abitazione di via Reiss Romoli 151. Vincenzo Perino. di 69 anni, originario di Ulzio. è in coma all'astanteria Martini per trauma cranico, fratture alle gambe e al braccio destro. . mati di pistola hanno affrontato Luisella Minola. 32 anni, residente a None, via Roma 197. Sotto la minaccia delle armi, si sono fatti consegnare la borsetta che conteneva 3 milioni circa. I banditi sono fuggiti su di una «A 112» guidata da un complice. ! ! ra: "Stupisce l'affermazione del responsabile della Carlo Erba. La trinitrina per un periodo non breve non si trovava, a causa' della mancanza di rifornimenti da parte della ditta. Il fatto è. che non è mancata soltanto la trinitrina, ma anche molti altri prodotti. Un fatto tanto più. grave quando si pensa che la Carlo Erba, adesso fusa con la Farmitalia, è società a partecipazione statale ed è quindi gestita pure con capitale pubblico». Conclude il dott. Vecco: «Far| maci come gli antistenocardici. gli antiepilettici, le insuline ed altri non dovrebbero mai mancare sul mercato. Le autorità dovrebbero essere più vigili».