I libri italiani che piacciono ai russi di Livio Zanotti

I libri italiani che piacciono ai russi I libri italiani che piacciono ai russi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — C'è forse una riscoperta della letteratura italiana in Urss? Nei salotti intellettuali di Mosca qualcuno ne parla. Uno scrittore o un romanzo appena apparsi nei cataloghi dell'editrice -Progresso» possono diventare l'argomento di una serata. Tuttavia è difficile seguire l'esile corso di certi commenti. Negli ultimi mesi. Camon con La vita eterna e II quinto stato. Malerba con Mozziconi. hanno suscitato interesse, anche se le recensioni apparse sono state poche. La Grammatica della fantasia di Gianni Rodari (la traduzione di Giulia Dobrovolskaja ha ricevuto molte lodi) risulta, cosi come gli altri libri, introvabile. Tirature modeste Accade che le tirature relativamente modeste insieme al costume di privilegiare le vendite nei circuiti speciali, soprattutto all'interno delle grandi unioni professionali, lascino sprovvisto il grande pubblico delle librerie. Cosicché non di rado si sente discutere di un libro senza che sia stato letto, sulla base delle critiche pubblicate o di giudizi afferrati qua e là. Incerta anche una valutazione fondata sui prezzi del mercato nero. Tra i «bukini- sti» del Kuznevskij Most i li—h bri di autori italiani sono ra-i rissimi. Il lettore alla ricercai di un titolo deve prenotarsi, versare un anticipo e impegnarsi a pagare poi il libro al prezzo che gli verrà richiesto, di norma sei, sette, fino a venti volte quello di copertina. Accettate queste condizioni, comincia l'attesa, che può; protrarsi per settimane oppure mesi. I clienti aspettano, irriducibili. Su un punto le opinioni di editori e autori sia sovietici sia occidentali, coincidono: il mercato librario in Urss è un pozzo senza fondo, che ingoia carta stampata con la stessa voracità di uno struzzo gigante. Come frugare nel suo ventre? Alla «Siae» sovietica, la «Vap». i dati più recenti risalgono al 1977. Il vicepresidente. Vassilij Sitnikov. ci aiuta nondimeno a tratteggiare una situazione più o meno aggiornata. E' un manager, non un letterato; si occupa di cifre, non di giudizi estetici. Del perché si pubblichi il tale autore piuttosto che il talaltro non sa e non vuol saperne nulla. La scelta ricade sulle singole case editrici, a loro volta sottoposte al controllo del «Gavlit». l'ufficio di censura. Negli ultimi 60 anni, cioè nel corso della sua intera esistenza, l'editoria sovietica ha pubblicato novecento libri italiani di 165 autori diversi. per una tiratura complessiva di 50 milioni di copie. Nel solo 1977 ne sono state stampate 2 milioni e 600 mila. Ma i titoli acquistati nel quinquennio appena trascorso non superano la decina. «L'interscambio, dal 1973. quando abbiamo aderito alla convenzione sui diritti d'autore, fino a oggi, somma circa 200 titoli. Gli italiani, però, hanno venduto a noi meno di quanto noi abbiamo iienduto loro. Per motivi organizzativi, credo. Da voi ciascun editore si muove per proprio conto, al contrario di quanto facciamo noi. L'informazione va dispersa-, dice Sitnikov. allargando le braccia, a significare che non dipende da lui. Elenca i segni della buona disposizione sovietica: gli inviti rivolti a una cinquantina di editori italiani per la prossima Fiera internazionale del' libro di Mosca, la cospicua', partecipazione dell'Urss alla Fiera del libro per ragazzi di Bologna. Aggiunge: -Abbiamo pubblicato o sono in corso di stampa "Il medico della mutua" di Giuseppe D'Agata. "Epilogo in carcere", di Aldo De Jaco. "Professione reporter", di Antonioni, i "Racconti" di Achille Campanile Per la prima volta apparirà in russo Montale, in una antologia tradotta da Solonovich-. Ma viene fuori che a suscitare l'interesse maggiore negli acquirenti sovietici sono le' edizioni d'arte e la letteratura per l'infanzia. Rodari. non a caso, è diventato famoso a' Mosca e a Leningrado ben prima che a Roma e Milano. La nostra saggistica sembra avere meno fortuna: quella scientifica per la povertà della nostra produzione originale, quella storico-politica per l'immaginabile difficoltà di superare le resistenze dell'apparato burocratico con i temi dibattuti in Italia, nei termini in cui vengono dibattuti. Né la narrativa, come abbiamo visto, va molto meglio. E le ragioni, ammettono talvolta nelle case editrici, non stanno davvero nel disinteresse dei lettori. Piace Moravia Il romanziere italiano di maggiore notorietà e prestigio è Moravia. Malaparte e Parise sono conosciuti più di Calvino, Elsa Morante e Pasolini. Di quest'ultimo, un funzionario editoriale mi ha confidato: «Sappiamo della sua tragica morte. Ci ha commosso. Ma. capite, neanche il cinema di Pasolini è stato molto divulgato tri Urss. Questa sua tendenza al sesso... Tra i ciiieasti è però apprezzato-. Chiedo a Sitnikov di Elsa Morante, ho sentito da qualche parte che ci sarebbe stata intenzione di tradurla, ma poi non se n'è fatto niente. Il vi¬ cepresidente della «Vap» non ne sa nulla. Parliamo de La' storia, mi ascolta gentilmente e prende nota. «Sembra un romanzo di grande respiro-, commenta. Poi osserva che problemi di censura non ce nesono, comunque i tempi sono cambiati. Ma quanto? Alla Feltrinelli hanno faticato nel tentativo di convincere i loro interlocutori sovietici che aver pubblicato Mosca sulla vodka, di Erofeev. e il diario di Bukovski non significava necessariamente «mettersi al sennzio dell'antisovietismo-. Non ci sono riusciti: ed era prevedibile. Tuttavia all'editrice milanese non è stata sbattuta la porta in faccia, come sarebbe accaduto qualche anno addietro. , Leonardo Sciascia è stato parcheggiato nel limbo degli scrittori. La scomparsa di Majorana e II consiglio d'Egitto erano pronti per la stampa già l'anno passato. Sono arrivati sui banconi della tipografia tutti i nulla-osta in perfetto ordine. Poi sono venuti L'affaire Moro, le polemiche, i dubbi. Certi riflessi condizionati, per dirla con Pavlov, devono essere tornati a scattare. Per non correre il rischio di sbagliare, qualcuno ha ripreso lo scrittore siciliano e lo ha infilato in un cassetto. Non è la capacità di attendere che fa difetto agli apara teiki. Livio Zanotti PREFERITI QUELLI D'ARTE E l'Eli RAGAZZI; L'«INTERSCAMB10» FAVOREVOLE ALL'URSS