Parigi: sulle tracce di Negri di Paolo Patruno

Parigi: sulle tracce di Negri Parigi: sulle tracce di Negri (Segue dalla l'pagina) stato qui dentro. Saremmo contenti se davvero fossimo stati seguiti in tutto questo tempo, sorvegliati nei movimenti e nelle comunicazioni come hanno scritto i giornali, perché tutta questa storia è una follia». Ma perché su di voi si sono accentrati i sospetti? «Per quello che abbiamo fatto 10 anni fa — risponde Vanni Mulinaris. 33 anni, di Udine —perché eravamo amici di Curdo nel '68 a Trento, alla facoltà di sociologia. Perché militavamo con lui nel "movimento". E perché abbiamo poi fondato a Milano il gruppo della sinistra proletaria. Basandosi sul nostro passato, con una deduzione astratta qualcuno ha imbastito questa storia: Negri è professore universitario, a Parigi cercherà una copertura culturale. E a Parigi ci sorto due vecchi amici di Curdo, noi appunto. Deduzione finale: Negri entra allora in contatto con Serio e Mulinaris-, Riprende Berio: «In realtà noi facciamo parte di quella schiera di militanti che dal 70 ha avuto una profonda revisione ideologica». «Abbiarno espresso il nostro dissenso sulla linea da seguire — interloquisce Mulinaris —. Per noi lo strumento della violenza politica non è operativo, non può modificare nulla. Da questa constatazione è derivato il no¬ stro distacco, è maturata una crisi ideologica. Oggi non sa- premmo come definirci, come collocarci politicamente. Ci siamo ripiegati sulla ricerca culturale in questi anni, e il fatlo politico per noi ora è solo una derivaziojie. In conclusione siamo del tutto estranei, lontani dalla posizione ideologica di Negri- Un'ultima domanda, prima di lasciare i due vecchi amici di Curcio convertitisi alla ricerca linguistica e all'insegnamento: la polizia si è mai fatta viva con voi, avete avuto contatti con inquirenti italiani o francesi? «Nessuno è mai venuto a cercarci» rispondono tutti e due. Lasciamo la scuola linguistica e andiamo in cerca degli amici di Negri nell'ambiente della Sorbona. dell'Ecole normale supérieure. fra i pensatori politici della rue d'Ulm e dell'università di Jussieu. Si è detto che Negri era stato chiamato a Parigi da Althusser, il noto filosofo comunista, membro del pcf su posizioni ideologiche in conflitto con la linea Marchais. Abbiamo raggiunto Althusser per telefono all'Ecole normale supérieure: «E' inesatto che sia stato io a far venire qui Negri — ci risponde — io l'ho incontrato personalmente solo una volta, credo, ho ascoltato un paio di sue lezioni. Ma niente di più. non ho avuto altri contatti. E non so dire chi di preciso lo abbia fatto venire all'Ecole normale supérieure: forse altri suoi amici, degli ex allievi di Padova». A Parigi, comunque. Negri conta numerosi amici e sostenitori. Ci sono Pierre Rivai, uno dei traduttori dei suoi libri, e Daniele Guillerm. sociologa al Cnrs, che hanno pubblicato una ..lettera aperta» sul quotidiano «Le Matin- dopo il suo arresto intitolata L'intelligenza in ostaggio» i Ci sono Guattari e Soulier. \ animatori già nel '77 della ..campagna contro la repres- sione in Italia», dopo gli incidenti degli ..autonomi» a Bo- j logna nel '77. C'è Yan Moullié.i un altro dei traduttori dei: suoi libri, portavoce del gruppo di intellettuali che si è formato a Parigi per chiedere la sua liberazione. E ieri sera, è stato appunto pubblicato un I documento firmato da una sessantina di personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo (c'è anche l'attore Depardieu) che denuncia la «macchinazione» contro Negri, e ne reclama il rilascio. Gli ambienti ufficiali francesi sono estremamente prudenti nel commentare le notizie provenienti dall'Italia, ma ieri sera una fonte governativa autorizzata ha reso noto che «in seguito a un contatto avutosi oggi tra i servizi della polizia francese e italiana sull'inchiesta condotta in Italia sulle "Brigate rosse" nessun intervento è stato richiesto alla polizia francese sulle eventuali attività di questo gruppo sul territorio francese». E' una parziale smentita alle indicazioni secondo cui i servizi di sicurezza francesi erano già all'opera, in contatto con gli specialisti italiani. Ma questa dichiarazione non cancella del tutto l'ipotesi della «pista parigina», sulla quale si dice stia lavorando in Francia uno dei responsabili del Sisde. il dott. Russomanno. ufficialmente a Parigi per un congresso internazionale di polizia. Paolo Patruno