In quattro violentarono la giovane tossicomane

In quattro violentarono la giovane tossicomane Dopo averla sequestrata in una soffitta In quattro violentarono la giovane tossicomane Rinviati a giudizio - Il magistrato: «Lascia esterrefatti il disprezzo della dignità altrui dimostrato in questo inferno della droga» 8 o) e o . a a ti e n 8 tSaranno processati per violenza carnale e detenzione di eroina quattro teppisti che hanno abusato di una tossicomane. Il giudice istruttore Ambrosini ha rinviato a giudizio per questi reati Danilo Tornasi. 24 anni, i cugini Gregorio e Pepe De Leo. rispettivamente di 24 e 19 anni, e Angelo Cerniti. 18 anni. L'episodio che ha portato alla loro incriminazione è della notte del 22 novembre 1978. R. G.. una impiegata di 24 anni da tempo dedita all'eroina, incontra nel pomeriggio in via Po due giovani del «giro» della droga che le offrono una dose. Ma appena arrivano in una mansarda nei pressi di Porta Palazzo i due teppisti dimostrano subito intenzioni diverse da un semplice «viaggio, nei paradisi artificiali I della droga. La minacciano con un coltello, le portano via la catenina, gli anelli e 50.000 lire che ha nella borsetta. La costringono a subirli. Ma le violenze non sono finite, perché sopraggiungono nella soffitta altri due complici che pretendono dalla tossicomane altre prestazioni. Soltanto a tarda notte i quattro la lasciano andare. La fanno salire su un'auto, mettendole una sciarpa in testa perché non riconosca i luoghi nei quali e stata portata e la scaricano a poca distanza dal posto nel quale l'hanno prelevata nel pomeriggio. Dopo la denuncia dell'impiegata tre dei quattro teppisti sono identificati e arrestati: Danilo Tornasi, proprietario della soffitta di via Bonelli 8 dove sono avvenute le violenze. Pepe De Leo e Angelo Cerruti. Ammettono di aver trascorso il po- i ii i un imi ni i i meriggio con la ragazza ma negano di averla violentata e nascondono il nome del quarto complice. Qualche giorno dopo la tossicomane riceve una tele- mi limili mi iiimiiiiiimimmi ii ni munii miiiiiiiiiiimimimfonata da una amica che le dà appuntamento in un bar del centro dove le verrà restituito tutto ciò che i quattro le avevano portato via. All'incontro la giovane va accompagnata da un r carabiniere del nucleo antidro- ! mga e il quarto complice. Grego- ttRlerprio De Leo. viene catturato. Non è facile per il giudice plrtVgistruttore arrivare alla verità Tre degli imputati protestano che non sono riusciti a consumare la violenza e tutti affer- , , mano che. comunque, la donna ! lor* ,.nn*on-.i»nto ..Mn „„„;„ I ps«tdci utI n! ci pCc, so«nrpncdcspdbhCrtera consenziente. «Ma quale consenso si può richiedere da una persona dedita all'eroina, rinchiusa in una sófitta, minacciata con un coltello?», si chiede il magistrato. \d appesantire il quadro accusatorio nei confronti degli imputati vi sono poi i precedenti per Tornasi e Gregorio De Leo. non nuovi a imprese del genere, come risulta da un altro procedimento a loro carico per una violenza a una tossicomane. Afferma il magistrato nella sua ordinanza di rinvio a giudizio: «L'aspetto più drammatico della vicenda è dato dalla mercificazione della persona dedita allo stupefacente, dall'assenza di remore etiche in chi fa uso .della droga. La ricerca del denaro (cosi si spiega la rapina delle 50.000 lire, della catenina d'oro e degli anelli), dell'incontro sessuale pur nella consapevolezza dell'impotenza che deriva dall'uso dell'eroina, il disprezzo dell'altrui identità, solo perché si è compagni di sventura nella tossicomania, lasciano esterrefatti gli spettatori esterni a queste vicende». Danilo Tornasi in carcere