Sceneggiate elettorali alla Rai-tv di Vittorio Gorresio

Sceneggiate elettorali alla Rai-tv di Vittorio Gorresio Sceneggiate elettorali alla Rai-tv Ho l'impressione che l'imminente campagna elettorale sarà un momento di gloria o quanto meno di prestigio per il giornalismo radiotelevisivo italiano. La Commissione parlamentare che sovrintende alle trasmissioni ha redatto un programma che ha per essenziale caratteristica la dilatazione dei tempi della propaganda, fissando la durata complessiva delle «tribune elettorali» in complessive 32 ore e 46 minuti: più del doppio rispetto al 1976 quando avevamo dovuto accontentarci di 14 ore e 46 minuti. Quando non si è sicuri della qualità, largheggiare in quantità può essere una buona soluzione. Poi c'è un altro criterio che va posto in rilievo: l'assoluta uguaglianza nella distribuzione degli spazi radio-tv fra tutti i partiti concorrenti, sia che si tratti di colossi del tipo de o pei, sia che si tratti di gruppuscoli: 146 minuti in tv e 86 alla radio per ciascuna formazione, a prescindere dalla loro — diciamo — volumetria. E' il famoso principio equitativo secondo il quale nella vita a tutti devono essere garantite uguali condizioni di partenza, e anche questo mi sta bene: oltre all'abbondama dei tempi, ci è assicurata la giustizia distributiva. Il Presidente del Consiglio avrà una conferemo stampa di 60 minuti tutta per sé, e non sembri molto:f se dovesse rispondere davvero su tutti i temi a riguardo dei quali vorremmo avere illuminazioni, sicuramente un'ora non basterebbe. Scarso mi sembra il tempo di dieci minuti riservato al ministro dell'Interno per un intervento che è previsto di carattere tecnico-didascalico: o si suppone che i cittadini sappiano « tecnicamente» esercitare il diritto di voto e quindi inutili riusciranno le didascalie dell'onorevole Virginio Rognoni, o si teme che essi non sappiano votare. E in questo caso non c'è da credere che dieci minuti con Rognoni bastino ad ammaestrarli. Ci saranno conferemel stampa del tipo che cono- sciamo e che ancora di recente, durante le settimane della crisi ministeriale, abbiamo imparato a evitare spegnendo in tempo il video e l'audio sugli schermi, e in aggiunta avremo trasmissioni autogestite, quali ci ricordiamo dal periodo della campagna elettorale 1976. Le con)'ereme stampa vanno registrando indici di sgradimento in progressiva quanto inarrestabile crescita, e se ne dà pertanto colpa ai giornalisti che vi partecipano, e che peraltro non ho qui il compito di difendere. Dirò piuttosto che le trasmissioni autogestite, cioè tutte affidate alla fantasia inventiva e creatrice degli uffici di propaganda dei partiti, spesso mi sono apparse eccitanti come i film del genere thrilling. Quelle die vidi nel 1976 mi sono rimaste nella memoria come esemplari modelli di un tipo di show provocatorio: la sceneggiata della de, per intenderci, risultava sicuramente immaginata e realizzata da comunisti infiltrati nei servizi di propaganda della Spes, ma anche mlle sceneggiate autogestite dagli altri partiti le intrusioni abusive erano più che evidenti, in quelle del pei c'era indubbiamente la mano della Cia, quella liberale era stata curata dai socialisti, e quella socialista dai liberali, tanto per spiegarci. Questa era al¬ meno l'impressione generale die si cavava da quegli spettacolini, ed era accolta dai cittadini elettori con un senso di sollievo. Meglio pensare ad agenti segreti insinuatisi negli uffici dei partiti avversari, che rassegnarsi alla constatazione dell'inettitudine di tutti i responsabili di partito, nessuno escluso. Il giallo, il thrilling, il poliziesco, il marchingegno da servizi segreti è sempre qualche cosa che ha una propria decente dignità, da preferire al qualunquismo. Un tanto di mistero è sempre destinato a fare premio, ed è precisamente con questi criteri che mi sembra procedere la Commissione parlamentare di vigilama sulla Rai-tv, che ha per legge il compito di formulare gli indirizzi politici vincolanti per l'ente radiofonico. Dunque, si tratta di 'niziare una campagna elettorale? La commissione si è riunita giovedì scorso 19 aprile e ha prescritto che per l'occasione la Rai-tv eviti di «trasmettere interviste, dibattiti elettorali, sondaggi di opinioni attinenti alle attività dei partiti, nonché riprese dirette o filmati di comizi». Ogni eventuale notizia riguardante le elezioni sarà raggruppata in apposi-' te rubriche denominate «Cronache elettorali» da trasmettere in coda ai telegiornali. L'idea che i giornalisti della Rai-tv debbano essere esclusi dall'esercizio della loro professione è un obiettivo che è perseguito da tempo, non solo dalla Commissione parlamentare di vigilama, ma anche dallo stesso consiglio d'amministrazione della Rai-tv. come è ben dimostrato anche dal recente caso di Ruggero Orlando. E' un giornalista. Orlando? E quindi taccia. E i redattori dei Tg e dei Gr che fanno in occasione di una campagna elettorale?Silenzio anche per loro su tutte le reti. Pioverà da oggi al 10 giugno stupidità e burocrazia sui nostri schermi, ma non è in fondo una cosa grave: tenendoli spenti non ce ne accorgeremo.

Persone citate: Rognoni, Ruggero Orlando, Scarso, Virginio Rognoni