Negri: «Il giorno del rapimento di Moro» di Luca Giurato
Negri: «Il giorno del rapimento di Moro» Negri: «Il giorno del rapimento di Moro» (Segue dalla l'pagina), strumenti illegali e violenti, bensì attraverso la pressione politica e l'esercizio di contrattazione. Nei casi nei quali si diano elementi di violema. ritengo trattarsi di situazioni ben note nella storia della lotta di classe, anzi nelle fasi nelle quali strati di forza lavoro non garantiti chiedono riconoscimento sindacale. La storia dell'organizzazione sindacale operaia delle grandi fabbriche lui un carico di violenza che è bene in questo caso non dimenticare: violenza sempre prima di tutto esercitata dalle forze repressive del capitale-. Struttura dell', organizzazione articolata in colonne». Gli inquirenti contestano a Negri una documentazione nella quale si definisce fra l'altro «colonna- quel «raggruppamento omogeneo di compagni che agiscono in un'area determinata con un'azione complessiva-. divisa in «apparato- e in «gruppi d'intervento-. «L'apparatocomprende le sezioni «Logistica-. «Informativa- e «Lavoro di ìnassa-. Negri risponde: «Le documentazioni in questione non provengono da me, né hanno il minimo rapporto con il tipo di linea politica da* me perseguito-. Negri nega che siano le sue correzioni a mano e dice che questi documenti «circolavano a Milano nell'ambito del movimento come proposta di discussione portata avanti da persone che sì presume siano poi confluite in "Prima linea"». L'epoca, precisa poi Negri, «dovrebbe essere quella '75-76-. La telefonata. A questo punto, dopo il diverbio sorto con il p.m. a proposito della provenienza dei documenti avviene lo scontro sulla telefonata del 30 aprile. L'ufficio contesta a Negri «l'elemento indiziante (ricavabile dal rapporto della Digos e da dichiarazioni) circa l'identità tra la sua voce e quella del brigatista». Negri risponde: «Contesto la validità di tale elemento che considero infamante. In questo momento non avendo l'agenda (sotto sequestro, n.d.r.) non sono in grado di riferire dove mi trovavo il 30 aprile '78». La difesa chiede in proposito che vengano effettuati accertamenti presso alcuni istituti universitari di Parigi per precisare i giorni e le ore d'insegnamento che Negri svolse e i ..seminari» tenuti. I viaggi e il lavoro a Parigi. Negri dichiara: «Hoinsegnato a Parigi dal novembre '77 al giugno '78. Normalmente trascorrevo dieci giorni a Parigi e i dieci successivi a Milano, salvo qualche puntata a Padova ed accumuli di lezioni prima e dopo le vacarne. Di solito partivo da Milano con il treno delle ore 21 circa e giungevo a Parigi lunedì mattina; preparavo le lezioni che poi tenevo il martedì dalle 10 alle 13 e dalle 19 alle 22 e la sera del mercoledì dalle 19,30 alle 22,30. Ripartivo per Milano il mercoledì della settimana successiva. Il 16 marzo '78. «Ricordo perfettamente che appresi la notizia dell'eccidio di via Fani e del sequestro dell'on. Moro a Parigi leggendo un giornale della sera. Il ricordo lo posso così bene puntualizzare perché la sera del 16 marzo, verso le ore 19 ebbi un appuntamento a Parigi con alcuni conoscenti a Place de l'Odeon. Con loro mi sembra di essere andato a cena; comunque si parlò tra noi degli episodi delittuosi di via Fani». A questo punto Negri cita i nomi di due persone (una è la figlia della persona che affittava uno studio in via Tournon 2 a Negri), e ne ricorda l'indirizzo. Continua: «Sono stato a Roma nel '78 solo in un'occasione, verso la prima metà di luglio per trattare una questione presso il ministero della Pubblica Istruzione. Anzi ricordo che fui a Roma anche nel novembre o nell'ottobre del '78 per fare un'intervista ai compagni autonomi di via dei Volsci, intervista pubblicata poi sulla rivista Rosso». I tre biglietti da Parigi. Dice Negri: «Partii da Parigi il 22 marzo alle ore 22,57. Arrivai a Marsiglia il mattino successivo e di lì presi un mezzoperAix en Provence, dove dovevo tenere lezione e fui ospite del professor Jean-Paul de Guademer della facoltà di Economia di Marsiglia - Aix. Da Aix ritornai a Marsiglia dove il 24 marzo ripartii per l'Italia recandomi a Milano». Fin qui i verbali dell'interrogatorio. Già ieri i difensori di Negri e di tre degli altri undici imputati hanno presentato ricorso in Cassazione: hanno impugnato sia il man- dato di cattura emesso dalla magistratura romana sia i provvedimenti partiti da Padova per Oreste Scalzone, Franco Piperno e Lauro Zagato. Gli avvocati inoltre hanno presentato istanza al consigliere Gallucci chiedendo la scarcerazione di Negri per mancanza di indizi oppure l'immediata celebrazione del processo per direttissima «contro colui che è stato accusato di essere il capo delle Br». che da farsi sulla crescita di Autonomia? «Ogni fenomeno negativo riguarda le forze democratiche perché non sono riuscite ad impedirlo. Noi crediamo dì avere le carte in regola». Mi sembra che il pei, nelle sue frequenti denunce del terrorismo e nelle analisi che ha elaborato del fenomeno, abbia sempre parlato dell'Autonomia come di un'area di eventuali fiancheggiatori delle Brigate rosse, non di organizzatori o capi. «Autonomia non è solo una fascia die appoggia la violenza. E ' un insieme di organizzazioni che praticano la violenza. Quei tre giovani che sono saltati in aria a Thiene che stavano facendo? Giocando a carte? Via dei Volsci cos'è, un circolo culturale? Il fondo delle teorizzazioni, tra Autonomia e organizzazioni terroristiche, è identico-. E' d'accordo con il telegramma che Pertini ha mandato ai giudici di Padova? «Mi pare che il presidente della Repubblica abbia spiegato bene il senso che ha voluto dare al suo ìnessaggio. Io lo '.ondìvido-. Luca Giurato
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