Doping nuovo la mate agli occhi?

Doping nuovo la mate agli occhi? Il mondo del ciclismo in allarme per troppi casi di congiuntivite Doping nuovo la mate agli occhi? Sarebbe frutto degli effetti collaterali di una sostanza "non proibita,, - Tra i colpiti in tempi recenti De Vlaeminck, Saronni, Baronchelli, Bruyere, Riccomi, Sutter - Oggi si corre la Liegi-Bastogne-Liegi DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE LIEOI — Saronni ha una leggera contrattura alla coscia destra, ricordo di una caduta al Giro di Puglia: «Sotto sforzo sento dolore, dice, ma spero di vincere lo stesso la Liegl-Bastogne-Liegl. Sono qui per questo». Baronchelli e il suo compagno di squadra Johansson sono invece affetti da congiuntivite. Nulla di preoccupante: però in questo periodo molti corridori hanno irri¬ tazione agli occhi Troppi forse, perché la cosa sia casuale. De Vlaemihck, nel Giro delle Fiandre, nei primi cinquanta chilometri è spesso ih coda al gruppo, per farsi curare: aveva gli occhi molto arrossati Gli stessi sintomi hanno avuto in seguito Riccomi e Sutter, poi anche Saronni quindi Bruyere (che ha vinto la Liegi-BastogneLiegi l'anno scorso, ma stavolta è costretto proprio a causa della stessi: la loro rabbia e la loro paura. A Saronni sta venendo una specie di complesso, che agisce su di lui come zavorra sotto il sellino: quello dei secondi posti che sono già nove, contro sole quattro vittorie (e di scarsa importanza). Questo complesso, forse, gli è venuto anche a causa di Moser, che vincendo all'estero ha fatto un passo avanti ma ha fatto fare un passo indietro a lui La rabbia di Baronchelli è di diverso tipo. Mentre Moser dice sempre ad alta voce ciò che pensa, Gibì è l'uomo dei lunghi silenzi: non sai mai che cosa gli passa per la testa (ammesso che gli passi qualcosa, dicono i maligni: ma sono quelli che non lo conoscono bene). Baronchelli teneva molto al Giro d'Italia, che era il suo traguardo numero uno. Si è sentito tradito da Torrioni che «è riuscito a spianare le montagne per far contento Moser». Ha deciso di rinunciare ad una corsa che, con quel tracciato, non poteva fare per lui Ha scelto il Tour. Ma ora pensa che se fallisse in Francia per lui in pratica, si tratterebbe di un'altra stagione gettata al vento. Saronni e Baronchelli contro tutti e contro tutto, ma questa è una corsa che quasi sempre dice la verità: ci sono dieci rampe, l'ultima — quella di Forges — dista soltanto quindici chilometri dal traguardo, può essere il trampolino di lancio per chi ha la voglia, e soprattutto la forza, di gettarsi all'avventura. Nonc'è praticamente pavé, Moser e De. Vlaeminck — che del pavé sono i re — stanno a guardare, non entrano nella mischia. I chilometri sono parecchi 241,700. E' una corsa per campioni veri L'anno scorso vinse Bruyere (che in quel periodo andava fortissimo) davanti a Thurau e Moser. Stavolta, contro i due italiani ci saranno soprattutto i belgi (Pollentier. poi Willems, De Wolf. Godefroot ed altri), gli olandesi in massa, il francese Hinault, il tedesco Thurau. Maurizio Caravella congiuntivite a dare forfait) e infine Baronchelli e Johansson. Probabilmente anche qualcun altro, che non è venuto qui a Liegi ha la stessa malattia. Come una piccola epidemia, ma soltanto per chi corre in bicicletta. Non è strano? E' strano, infatti e ieri a Liegi circolava questa voce: i corridori molti dei quali tempo fa per sfuggire ai controlli antidoping avevano trovato uno stimolante a base di cortisone, userebbero ora altre sostanze non ufficialmente 'proibite', che però come effetto collaterale portano proprio irritazione agli occhi Da indiscrezioni pare che il sospetto abbia del fondamento. Il cortisone, secondo molti medici accorcia la carriera di un atleta: e il fatto che Thevsnet e Maertens (il primo vincitore di due Tour de France, il secondo ex-campione del mondo) abbiano avuto bisogno di lunghe cure e di accurati esami clinici avvalorerebbe questa tesi Ma molti corridori si sa, per reggere alla fatica continuano ad aiutarsi artificialmente. Questa, forse, è la spiegazione più valida per un'epidemia di congiuntivite che, nel ciclismo degli ultimi anni forse non ha precedenti Doping a parte, è diventato un ciclismo, il nostro, in cui se manca il campione numero uno fa paura anche il numero due, o il numero tre. I belgi una volta, dominavano in casa loro e poi spesso, venivano anche a batterci in casa nostra. Ma ora si sta rovesciando tutto, se n'è andato Merckx che era una specie dimuro contro cui si cozzava invano, Maertens (oggi assente nella Liegi-Bastogne-Liegi perché ha litigato con i suoi dirigenti) non è più se stesso per i grossi rapporti e per i farmaci al cortisone, i giovani non hanno ancora la statura di chi li ha preceduti solo De Vlaeminck continua a vincere. La Liegi-Bastogne-Liegi è una .classica» del ciclismo belga, ma se chiedi a un belga il nome di un favorito il nome di Saronni viene fuori quasi subito e quello di Baronchelli non molto dopo. Il ciclismo, quassù, recentemente è stato fonte di dispiaceri: perché il Giro delle Fiandre è andato a Raas, un olandese: la Gan-Wevelgem a Moser, che pochi giorni dopo ha trionfato anche nella Parigi-Roubaix. E nella Freccia Vallone i tre che si sono contesi il successo erano Johansson (uno svedese), Saronni (un italiano) e Hianult (un fran- Ma Saronni e Baronchelli anche se avrebbero le carte in regola per vincere, oggi per riuscirci dovranno battere soprattutto se

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