Germania, reazioni per i «kapò» assolti di Tito Sansa
Germania, reazioni per i «kapò» assolti Il processo agli aguzzini di Majdanek Germania, reazioni per i «kapò» assolti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Violente reazioni in Germania e all'estero (soprattutto in Israele e in Polonia) ha provocato l'assoluzione «per mancanza di prove» di quattro aguzzini nazisti che nel campo di concentramento di Majdanek parteciparono all'uccisione di 250 mila prigionieri tra il 1941 e il 1944. Per questa mattina a Dusseldorf la Lega degli studenti ebrei-tedeschi ha organizzato una dimostrazione dinanzi al Palazzo di Giustizia nel quale è stata pronunciata la sentenza assolutoria, definita uno scandalo e un insulto alle vittime del nazismo. Hanno dato la loro adesione delegazioni di studenti belgi, olandesi, francesi, austriaci e svizzeri. L'assoluzione dì quattro dei tredici imputati al processo di Dusseldorf, il più lungo della storia tedesca (cominciò nell'autunno del 1975 e continuerà ancora per 1 rimanenti 9 imputati) era peraltro attesa, dopo che la pubblica accusa aveva chiesto di sospendere il procedimento a loro carico applicando la formula «in dubbio prò reo» in quanto gl'interrogatori di oltre duecento testimoni non erano stati sufficienti a provare inconfutabilmente la loro partecipazione a 314 omicidi. Già alla lettura della sentenza, nella sala del processo vi sono stati tumulti. Circa 300 giovani hanno invaso l'aula e dopo aver minacciato la Corte e gl'imputati, hanno chiesto la condanna degli assassini e la sostituzione dei giudici, definiti «complici dei nazisti». Dopo oltre un'ora di occupazione, il presidente ha infine fatto sgomberare l'aula e ha letto la motivazione dicendo che la giustizia non ha il compito di emettere sentenza su gruppi, ma su singoli imputati. Dunque mancando le prove di singole colpevolezze, l'assoluzione è l'unica decisione possibile, «per quanto ciò pesi sulle nostre coscienze». Una nota di protesta è stata inviata dal ministro degli Esteri israeliano Dayan al, suo collega tedesco Genscher, mentre il ministro della Giustizia israeliano Tamir ha accusato in blocco le autorità della Germania di «fare resistenza» affinché «anche soltanto parzialmente i crimini nazisti vengano puniti». A tale proposito è stato ricordato a Bonn che neppure uno degli oltre diecimila giu¬ dici nazisti che emisero sentenze sanguinarie, è stato processato in Germania negli oltre trent'anni trascorsi dal-' la fine della guerra. Tito Sansa
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